SCHEDE – Roberto Mancini

SCHEDE – Roberto Mancini

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schede| ROBERTO MANCINI: 27-11-1964 |

| 4 Coppe Italia , 2 Supercoppe Italiane, 4 Scudetti (3 italiani, 2005-2008, 1 inglese 2011-2012), 1 Coppa d’Inghilterra (2010-2011), 1 Charity Shield (2012), 1 Panchina d’oro (2007-2008) |

| MODULO: 4-3-1-2, 4-4-2 |

Le squadre di Roberto Mancini sono solide, compatte, adottano un pressing altissimo. L’allenatore di Jesi, però, soffre con alcune personalità forti, per cui i giocatori o lo amano o lo odiano, senza mezzi termini, il che può dar vita a uno spogliatoio compatto o spaccato. Come stile di allenatore, come approccio e per risultati, un vincente. Rispetto a Blanc ha in più il fattore di conoscere già la piazza e l’umore altalenante della piazza romana, aMancini non è laziale, come spesso viene fatto passare, bensì è molto legato alla maglia blucerchiata della Sampdoria, club con cui ha giocato per ben 15 anni.

MANCINI IN ITALIA – La sua carriera da allenatore inizia nel 2000 come vice di Sven Göran Eriksson alla Lazio, prima della parentesi al Leicester nel Gennaio 2001, dove giocò 4 partite e da l’addio al calcio giocato.
Già un mese dopo, quindi a  Febbraio, viene ingaggiato dalla Fiorentina a stagione in corso: arrivo passato con grandi polemiche, essendo Mancini non è ancora in possesso del patentino di allenatore necessario per allenare in Serie A, ma vincente, portando a casa la Coppa Italia. Un anno esatto dopo, nel gennaio del 2002, dopo 17 partite si dimette da allenatore della Fiorentina, squadra che alla fine della stagione retrocederà e fallirà.
La stagione seguente si siede sulla scottante panchina della Lazio; nella Capitale ottiene buoni risultati centrando il quarto posto, nonostante le vicissitudini finanziarie che culmineranno con le dimissioni del Presidente Sergio Cragnotti . L’anno dopo la Lazio arriva sesta, esce in Coppa Uefa contro il Porto di Mourinho per 4-1, carrarmato che poi vincerà la competizione, ma porta a casa la sua seconda Coppa Italia.
Il suo secondo anno alla Lazio gli frutta uno stipendio quasi 5 volte più ricco, passando da 1,5 miliardi di lire con Cragnotti ai 7 della nuova proprietà, sebbene il resto della squadra si riducesse lo stipendi firmando il piano Baraldi, per il salvataggio del club.
Nel 2004 Mancini lascia la Capitale dopo due anni per approdare all’Inter di Massimo Moratti: in campionato la squadra incappa in una serie di pareggi e a novembre è lontana dalla lotta per lo Scudetto, terminando al terzo posto, mentre in Champions League esce ai quarti con il Milan. A fine stagione arriva però la terza Coppa Italia per il Mancio, battendo in finale la Roma e portando l’Inter a vincere un trofeo dopo un digiuno che durava dalla coppa UEFA vinta con Simoni nel 1998.
La seconda stagione da allenatore interista si apre con la vittoria nella Supercoppa italiana in finale contro la Juventus nei tempi supplementari; in campionato la sua Inter arriverà terza, ma grazie alla sentenza calcioscommesse,  per decisione della FIGC, gli verrà consegnato il titolo di campione d’Italia. In Champions League arriva una cocente eliminazione ai quarti di finale contro il Villareal, mentre il palmares si riempe con un’altra Coppa Italia, battendo nuovamente in finale la Roma.
Terza stagione in nerazzurro che si apre con la vittoria nella Supercoppa italiana con l’Inter, battendo ancora una volta la Roma con un’incredibile rimonta da 0-3 al 4-3 finale nei tempi supplementari. Arriva anche la vittoria sul campo dello uno scudetto, mettendo il record europeo di 17 vittorie consecutive in campionato, mentre in Champions League arriva l’eliminazione per mano del Valencia.
La quarta stagione di Roberto Mancini sulla panchina meneghina si apre con la sconfitta nella Supercoppa italiana contro la Roma per 1-0. In campionato la squadra ha una grande partenza ed accumula ben 11 punti di vantaggio sulla Roma, ma nel girone di ritorno accusa un imponderabile calo, anche a causa di numerosi infortuni che hanno decimato la rosa e costretto l’allenatore a schierare diversi giocatori della primavera. Lo scudetto arriva all’ultima giornata sul campo del Parma grazie a una grande prestazione dell’attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic. In Champions League l’eliminazione avviene per mano del Liverpool e l’11 marzo, nella conferenza stampa successiva alla sconfitta Mancini annuncia le sue dimissioni al termine della stagione. Nel 2008 perde la Coppa Italia in finale contro la Roma e il 29 maggio viene esonerato dall’incarico di allenatore dell’Inter, in favore di José Mourinho.

MANCINI AL CITY –  L’allenatore di Jesi viene messo sotto contratto dal City subentrando a Mark Huges, esonerato nel dicembre 2009:  3,5 milioni di euro a stagione il salario pattuito. Con lui la squadra lotta a lungo per la quarta posizione finale, ma perde per 1-0 nello scontro diretto contro il Tottenham ,chiudendo poi il campionato al quinto posto, valido per la qualificazione in Europa League.
La stagione seguente inizia con il botto del mercato, con il tentativo di migliorare il piazzamento dell’annata precedente. Arriva a Manchester il pupillo di Roberto Mancini, Balotelli, allenato già all’Inter, ma anche David Silva, Yaya Touré Kolarov e Milner, oltre al ritorno di Joe Hart, su cui Mancini conta parecchio, intravedendo qualità e affidabilità. La squadra a fine stagione vince la F.A, interrompendo un digiuno di titoli che durava da ben 35 anni; in campionato, invece, il City chiuderà terzo, qualificandosi direttamente alla Champions League per la prima volta nella sua storia.

La stagione scorsa ha visto il City trionfare in Premier League, dopo aver delapidato anche 8 punti di vantaggio sui rivali dello United (battuti 6-1 all’andata). Il successo arriva al cardiopalma, avendo la meglio sul QPR per 3-2, ribaltando nei minuti di recupero il risultato. Il 9 luglio 2012 arriva il rinnovo per Mancini, 5,9 milioni di euro per 5 anni, mentre un mese dopo vince il terzo trofeo della sua esperienza inglese, battendo il Chelsea per 3-2 nella finale di Community Shield, disputata al Villa Park di Birmingham. La sua avventura a Manchester si chiude il 13 maggio 2013, due giorni dopo aver perso in finale di FA Cup per 1-0 contro il Wigan Athletic, venendo esonerato con un comunicato in serata dello sceicco Mansour.

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