Un’operazione incomprensibile…

Un’operazione incomprensibile…

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Nell’antica Roma si era soliti dividere i giorni in fausti ed infausti. Questa suddivisione stabilita dal Re Numa Pompilio stava ad indicare le giornate gloriose per lo Stato poichè rievocavano famose imprese mentre le giornate infauste di solito associate al colore oscuro sul calendario,ricordavano sciagurati avvenimenti. Attuando una trasposizione calcistica chissà cosa avrebbero pensato i nostri antenati di una giornata come quella di ieri nella quale è avvenuto l’insediamento del nuovo Presidente giallorsso, James Pallotta che verrà ricordata nell’ipotetico calendario come il giorno in cui la Roma ha ceduto al Milan, diretta concorrente per le ambizioni, una pedina importante come Bojan Krkic. Chi si aspettava un colpo importante per rendere fausto il primo giorno di presidenza del nostro, è quindi rimasto inevitabilmente deluso e se possibile addirittura sbigottito dinanzi ad un operazione di questa portata che non aggiunge nulla ma anzi toglie qualcosa dal punto di vista tecnico. Le perplessità derivanti da una simile operazione non sono tanto legate alla cessione del calciatore in se per se che comunque ha evidenziato più di qualche limite caratteriale che ne ha inficiato, e certamente ne limiterà l’altrimenti brilantissima carriera che meritrebbe, per quanto concerne la componente squisitamente tecnica,quanto piuttosto al momento in cui avviene, alle modalità e anche al destinatario di tale operazione. Inoltre occorre ricordare che sebbene nella sua prima stagione in giallorosso non avesse impressionato, come la maggior parte dei nuovi arrivati,è  risultato però nel rapporto tra minuti giocati e reti realizzate essere secondo soltanto ad Osvaldo. Con l’arrivo di Zeman per altro, chiunque, addetti ai lavori o no, dovendo pensare al tipo di calciatore adatto alle geometrie zemaniane non poteva non annoverare il nome di Bojan il quale sembrava possedere tutte quelle caratteristiche, quali l’agilità e la rapidità nel tagliare dall’esterno, per fare bene in questo contesto partecipando ad entrambi i ritiri con la squadra nonostante le varie sirene di mercato che giungevano dalla terra iberica, su tutte Malaga e Valencia dimostrandosi voglioso di restare per giocare. Se a questo aggiungiamo il gradimento dell’allenatore che per quanto aziendalista possa esser considerato, non è uno sprovveduto ed ha anche fatto capire diverse volte il suo pensiero al riguardo, per l’ultima volta in conferenza stampa Sabato prima di Roma – Catania, il fatto che Sabatini sia partito per Milano andando a trattare una cessione per nulla remunerativa a tre giorni dalla fine del calciomercato risolvendo o comunque andando incontro ai problemi di una società che è diretta concorrente di quella che lui stesso rappresenta, fa assumere alla vicenda toni a dir poco grotteschi. La piazza non l’ha presa per niente bene, vox populi vox dei, il dissenso della gente romanista si è diffuso in ogni forma via etere, intasando tutte le trasmissioni radio con il leitmotiv dell’incomprensibilità di una tale operazione che se non mette in discussione l’ottimo operato svolto fin ora dalla società però getta non poche ombre sulla progettualità e le ambizioni della stessa, che dopo aver faticosamente costruito tassello dopo tassello una buona Roma,anzichè completarla con qualche dettaglio, sceglie di privare il fiore all’occhiello, cioè il reparto avanzato, di un elemento di elevato spessore tecnico che avrebbe certamente fornito il suo contributo essendo per altro naturale sostituto di un eterno grande campione che però a 36 anni non è in grado(purtroppo) per vari ed ovvi motivi di poter disputare tutte le partite, il tutto senza, salvo imprevisti dell’ultima ora, provvedere all’acquisizione di un degno sostituto,ipotesi che minuto dopo minuto diventa sempre meno possibile. I più maliziosi vedono il disaccordo del tacito Zeman – non tanto tacito visto che in conferenza aveva ribadito l’importanza del calciatore nei suoi schemi, convocandolo benchè acciaccato –  nel cambio di Domenica quando, sotto di una rete ad un quarto d’ora dalla fine il boemo ha inserito al posto di Lamela, Marquinho, davvero disastroso, quasi a voler sottolineare l’importanza di possedere un alternativa in più dal punto di vista qualitativo nel reparto avanzato. Nell’attesa di capire il perche di questa scelta, che vanta una chiara matrice societaria e non tecnica, e nella speranza che non assuma dimensioni nefaste per le ambizioni del club capitolino, è pacifico attendersi una risposta attendibile in merito a questa vicenda da parte della società. Dies Fasti Dies Nefasti…

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