La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – El Mono ce l’aveva scritta nel destino, questa partita, questa serata, questo gol. Perché quando vai in campo con la scritta in onore del Capodanno cinese, nel giorno giusto, tutto diventa una logica conseguenza. «Buon anno», Diego Perotti. Oggi, 8 febbraio, inizia l’anno della scimmia in Cina. L’anno del Mono, per l’appunto. È finito quello della capra, chissà che non sia un segnale per la Roma tutta. Che ora si coccola questo argentino che non ha fatto neppure in tempo a prendere casa in città che in sei giorni ha messo insieme un assist, contro il Sassuolo, e ora pure un gol che alla fine della fiera diventa prezioso come l’oro, perché riavvicina la squadra al terzo posto Champions.
STANCHI E FELICI – La scimmia ha fatto così. Ha preso il numero 8, si è messo a giocherellare con il piede destro, si è abbassato a prendere il pallone da falso nove, finto centravanti, chiamatelo come vi pare. Finto però lui non è per niente. El Mono per sé e per la Roma. «Perché quando uno arriva in una squadra nuova e subito ti fanno giocare, è segno di grande fiducia – dice lui –. Questa è una vittoria importante, perché abbiamo recuperato due punti alle squadre davanti a noi». E pazienza se alla fine la sofferenza è stata grande: «Eravamo un po’ stanchi dopo la partita di martedì contro il Sassuolo. E poi la verità è che dopo il 2-0 pensavamo fosse finita. Meno male che i tifosi ci hanno aiutato, specie nel finale quando ci mancava un po’ l’aria. Ma va bene così. E va bene pure il mio ruolo: contro le squadre chiuse è giusto provare». È giusto pure riuscirci, perché quel destro al volo dopo un soffio di secondo tempo vale come biglietto da visita alla prima nel suo nuovo stadio. Vale come «trepuntitre» per la Roma, tornata a credere in quello che fa.