CORRIERE DELLA SERA (A. COSTA) – Alzi la mano chi spasimava per un ritorno di Mario Balotelli in azzurro. Se un merito andava riconosciuto ad Antonio Conte era proprio quello di avere fatto piazza pulita del passato prossimo, azzerando ogni traccia di questo ragazzo in perenne lotta con se stesso e con il mondo che qualcuno, incauto e blasfemo, aveva addirittura osato paragonare a Gigi Riva che nelle sue 33 presenze azzurre aveva segnato 28 gol quando lui si è piantato a 13.
Al c.t. non piace esprimere giudizi per sentito dire. Giusto: allora perché, per testare Mario da vicino, attendere la sfida con i croati, crocevia del nostro girone di qualificazione continentale e dunque presumibilmente di più complessa gestione? Davvero Conte è convinto che la presenza di Balotelli nel gruppo azzurro costituisca il viatico per una settimana tutta serenate e mandolini? E i veleni sedimentati dopo la nostra ingloriosa eliminazione in Brasile? Siamo certi che sotto i ponti sia passata acqua a sufficienza per lavare tutto? A tale proposito sarebbe interessante sapere che ne pensano i grandi vecchi della squadra, Buffon, De Rossi & co. Diciamo la verità: da qualsiasi parte la si rigiri, questa chiamata appare per quello che è. Se non inopportuna, certamente intempestiva.
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