La “Proto-Roma” e i postumi dello Shakhtar

La “Proto-Roma” e i postumi dello Shakhtar

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Troppa attesa, probabilmente, era stata riversata sulla gara di questa sera. Va bene onorare la competizione, ma si voleva tentare un’impresa senza considerare che non lo era, perché solo un miracolo avrebbe potuto permettere alla Roma di passare il turno. E il miracolo poteva avvenire solo con la gara perfetta. Questa sera invece si sono realizzati tutti i singoli dettagli della serata “no”. Buono l’inizio, anche se i lancioni per Borriello che doveva lottare come un leone tra i centrali dello Shakhtar non erano proprio l’approccio migliore. Senza considerare il deficit della Roma sulla destra, con Burdisso fuori ruolo e Taddei sempre più imbarazzante (complimenti vivissimi a chi di dovere per aver rinnovato il contratto col brasiliano fino al 2014 senza fare lo stesso con Mexes). Arriva poi un gol ridicolo, con Hubschmann che ringrazia l’eccelso senso della posizione, lo straordinario movimento e la grande reattività di Doni. La Roma riparte, e quando potrebbe cambiare la partita con il calcio di rigore a favore, Borriello spreca tutto (venga stabilito una volta per tutte chi è il rigorista della Roma, in campo c’erano anche Pizarro e Vucinic). Mexes rimedia poi la seconda ammonizione in 40′ e la Roma dice definitivamente addio alla Champions League, cadendo sotto i colpi dello Shakhtar. Poi va bene la frustrazione, ma con alcuni interventi (vedi De Rossi e Borriello su Srna) si rischia di peggiorare ulteriormente la figuraccia rimediata. La squadra non gira, è ancora un ibrido tra la Roma di Ranieri e un tentativo di riesumare quella di Spalletti. Così proprio non può andare. Qualcosa va cambiato, e non è da escludere che vista la prestazione di Doni possano anche cambiare per l’ennesima volta le gerarchie tra i pali.
Dal finale del primo tempo di Donetsk la Roma ha pensato al derby, gara da preparare al meglio nonostante i limiti e le difficoltà, fin troppo evidenti. Archiviando mestamente l’uscita dalla Champions, perché se stasera si doveva tentare un’impresa, provando a vincere, domenica ci sarà un solo imperativo. Imparando da una serata come questa, ma lasciando anche che gli strascichi di Donetsk non condizionino lo squadra. Bisogna crescere, possibilmente facendo sì che i segni della gara di oggi restino solo sul corpo del martoriato Srna…

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