Roma, Mexes e manipolazione dell’informazione

Roma, Mexes e manipolazione dell’informazione

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“C’è stata grandissima manipolazione intellettuale. Un grandissimo lavoro organizzato per manipolare l’opinione pubblica. Prostituzione intellettuale. Una manipolazione da parte di un mondo che non è il mio”. Ve le ricordate queste parole? Sì, le ha dette Josè Mourinho due anni fa nella conferenza-monologo ai tempi dell’Inter. Prendo in prestito queste parole perché si adattano a pennello alla situazione dell’informazione sulla Roma, sempre più manipolata, sempre più oltraggiosa nei confronti di chi porta avanti delle idee e non dei stupidi pregiudizi che lasciano il tempo che trovano. Un’informazione sempre più “prostituta” che apparentemente va a vantaggio di chi voleva che Ranieri non fosse più l’allenatore della Roma perché una radio lo difendeva mentre la radio concorrente lo affossava; perché un giornale, solo per esprimere i dati oggettivi dell’attuale gestione societaria giallorossa, viene definita “di regime” mentre gli altri giornali la denigrano quotidianamente. Insomma, ci siamo stancati di questi giochi squallidi. In passato noi di Romagiallorossa.it, per aver espresso la nostra opinione, siamo stati messi alla berlina da tutti, e l’abbiamo pagato a caro prezzo, dovendoci fermare per più di un anno. Non per mancanza di fondi, sia chiaro, ma per i giochi squallidi che ci sono in questa città, perché fa più comodo fare i “pecoroni dell’informazione”, dove seguire la massa è un obbligo, dove passarsi le notizie tra i giornalisti (anche se false) è doveroso per non incappare nel famoso buco di notizie. Questa non è solidarietà, come qualcuno vuole far pensare. Questa è un’altra cosa, che ha radici più profonde, che ha radici in situazioni di centinaia e centinaia di anni fa che fanno parte del malcostume italiano. Di una mentalità piccola piccola, tutto il contrario di quello che vogliono apportare gli americani se arriveranno a Roma. E non vado oltre.

Ma non è di questo che voglio parlare, perché annoierebbe qualcuno, potrebbe far venire il sangue amaro ad altri, e non è mia intenzione. Poniamo l’attenzione su una questione lanciata da tutti i quotidiani ieri, ovvero dell’accordo tra Mexes e il Milan. Notizia vecchia, se ne parla da anni e non è certo una novità. Tra i tanti difetti che Romagiallorossa.it può avere, ci riconosciamo un pregio: la coerenza. Ammesso che sia vero che Mexes andrà al Milan l’anno prossimo, ora i detrattori a prescindere dell’attuale proprietà (ricordatevi lettori, è un gioco delle parti, a volte non credono nemmeno loro a quello che dicono), dicono che la colpa è della gestione Sensi se non ha rinnovato il contratto. Fermo restando che c’è una clausola nel memorandum d’intesa firmato da Rosella Sensi con Unicedit a luglio scorso in cui con i soldi della sua proprietà non può portare avanti operazioni al di sopra di una certa cifra (ecco spiegati quindi gli “aiuti” di Unicredit per Borriello e Burdisso), i denigratori di professione subito si mettono sulla difensiva dicendo che Mexes avrebbe dovuto rinnovare l’anno scorso. Ma vi ricordate cosa dicevano tutti, ma proprio tutti, l’anno passato di Mexes? Per fortuna noi abbiamo buona memoria, e se volete ve lo rammento: Mexes l’anno scorso ha passato più tempo in panchina che in campo; a lui era preferito Nicolas Burdisso e Mexes era lontano parente di quello visto negli anni scorsi e quest’anno. Tutti quanti chiedevano la cessione di Mexes, addirittura alcuni paventavano l’idea di darlo via a costo zero al Milan l’anno successivo, ovvero quest’anno, perché il francese aveva solamente creato problemi al club giallorosso (vedi blocco del mercato dopo il suo arrivo dall’Auxerre). Questo è solo quello che dicevano, non quello che pensavamo noi, che comunque pensavamo in un reintegro di Mexes nell’undici titolare perché una stagione storta può sempre capitare. Inoltre il suo attaccamento alla maglia non è mai stato in discussione. Ora se Mexes dopo 7 anni di Roma vuole andarsene, giustamente lo può fare. Non è più Rosella Sensi che deve rinnovagli il contratto, ma evidentemente Unicredit, così come ha fatto il possibile per assicurarsi quest’anno Borriello e Burdisso. Evidentemente ci saranno altre strategie. Quindi non rimane che aspettare il progetto del consorzio americano e vedere quale sarà la campagna acquisti della Roma in estate. Ma attenzione: se per caso dovesse esserci qualche altra cessione illustre, non prendetevela con l’attuale gestione. Per un solo motivo: Rosella Sensi non è più presidente operativo da luglio 2010. Chiaro?

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