Grosso? No, Grossi. Scudetto alla Roma, Juve niente record

Grosso? No, Grossi. Scudetto alla Roma, Juve niente record

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La Gazzetta Dello Sport (V.D’Angelo) – Se due indizi fanno una prova, tre la confermano.Chi vorrà vincere il prossimo scudetto Primavera dovrà fare un lavoro specifico sui calci di rigore. Per il terzo anno consecutivo lo scudetto viene assegnato dagli undici metri: dopo Chievo e Torino, tocca alla Roma far festa dal dischetto. L’epilogo peggiore per chi perde, reso necessario dall’1-1 maturato nei 120’ regolamentari, dopo che la Juve era scappata – sempre dal dischetto – con Kastanos e la Roma aveva trovato il pari a inizio ripresa con l’ennesimo guizzo di Ezequiel Ponce, mister 4,2 milioni, al 10° centro su undici partite con la Primavera, ma pure terzo gol in tre gare in questa fase finale, festeggiati col premio di miglior giocatore della post season.Spalletti – in tribuna col d.g. Baldissoni e a Bruno Conti – può essere soddisfatto dell’impatto dell’argentino, arrivato dal Newell’s in estate per fare il vice Dzeko ma costretto a saltare gran parte della stagione per la rottura del crociato. Talento purissimo che tornerà utile nella prossima stagione. La Juve buca così la doppietta Viareggio-scudetto, riuscita nel 1994 con la firma nobile di Alex Del Piero.

SORPRESA – Senza Sadiq e Tumminello squalificati, De Rossi prova la carta a sorpresa del doppio trequartista alle spalle di Ponce. Mossa che ha gli effetti sperati:Ndoj e Di Livio tra le linee mettono in crisi il centrocampo della Juve, con i difensori che faticano ad accorciare e si ritrovano costantemente uno contro uno con i trequartisti giallorossi. Ad eccezione di Vasco – play basso quasi schiacciato sulla linea dei difensori –, i centrocampisti della Roma si scambiano continuamente la posizione in modo da non dare punti di riferimento alla difesa bianconera, che sbanda più volte in avvio. PrimaRomagna salva su Di Livio lanciato a rete, poi è Audero a dire di no a Ponce.

ASSE PORTANTEGrosso non riesce a trovare contromisure. Kastanos si accentra spesso tra le linee per andare ad aiutare la mediana e limitare il palleggio giallorosso, ma finisce per correre a vuoto. La Roma comanda, ma è la Juve a trovare l’episodio che capovolge l’inerzia della gara. Nasce tutto – come sempre – dalla catena di destra Lirola-Macek, con lo spagnolo messo giù in area da Di Livio. Dal dischetto va Kastanos:botta potente e vantaggio Juve. Prima dell’intervallo la Juve va vicinissima al colpo del k.o., ma il destro violento di Zappa si stampa sulla traversa.

FESTA ROMA – Scampato il pericolo, la Roma si riassesta all’intervallo. E, al primo affondo, arriva il pari di Ponce, in mischia su azione d’angolo, proprio come il 3-3 in semifinale con l’Inter. La Juve accusa il colpo e ci mette un po’ a riorganizzarsi. Così la Roma prova lo scatto e solo una super parata di Audero su Ndoj evita il sorpasso. Prima dei supplementari, un’occasione a testa. Crisanto sporca in tuffo un cross basso diLirola, Cassata calcia a porta vuota centrando il braccio di Pozzebon, un compagno di squadra. Incredibile, come il gol annullato al romanista Spinozzi a 2’ dalla fine, pescato – erroneamente – in offside su sponda di Ponce, ma con Zappa che teneva tutti in gioco. Nei supplementari Di Livio spreca per la Roma, mentre ai rigori è Marchizza a fallire il primo match point. A oltranza Favilli sbaglia, Bordin e Grossi – messi dentro all’ultimo secondo per calciare – no. E De Rossi mantiene il curriculum pulito: tre finali Primavera, tre scudetti. Una sentenza.

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