Spalletti: “Arrivare secondi sarebbe come vincere il campionato. Totti? Sarebbe meglio se...

Spalletti: “Arrivare secondi sarebbe come vincere il campionato. Totti? Sarebbe meglio se parlasse. Monchi è il numero 1 dei ds”

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Consueta conferenza stampa di mister Luciano Spalletti alla vigilia delle partite, con la Roma impegnata nella trasferta del Meazza, domani alle 20.45, contro il Milan. Queste le parole dell’allenatore giallorosso:

Dal derby al Milan. Come sta la squadra?

“Mi sembra ci sia stata la reazione giusta, la squadra è dispiaciuta e c’è amarezza ed io me la sento tutta addosso. Ma quello che conta è come finirà il campionato. Succede di perdere partite, ma la reazione in quella successiva è fondamentale per capire come ti sei comportato e che personalità hai. C’è l’esame della classifica e questo è un esame fondamentale. Giocheremo questa gara che sarà difficile”.

All’andata incontraste il Milan nel loro momento migliore, ora sembrano in difficoltà. Che partita sarà?

“L’espressione della tua qualità si vede nel lungo tragitto. Il Milan credo abbia perso un po’ di smalto dalla gara di andata, nella quale ci misero in difficoltà col loro palleggio e con gli esterni. Ci sono molti episodi però nei quali non sono stati premiati, non deve far testo sotto l’aspetto di quale squadra andremo a trovare, con un allenatore che prepara benissimo le partite. Dirò ai miei calciatori di aspettarsi lo stesso avversario dell’andata, con innesti giovani e di qualità, che in un momento o nell’altro esprimeranno tutto il loro valore”.

Monchi cita svelato che è venuto a Roma per lavorare con Spalletti. E’ già iniziato il corteggiamento per farla restare?

“Il presiente Pallotta è andato a prendere il migliore e se l’è portato a casa, Monchi lo volevano tutti, lo dice chi ci lavora insieme, chi si confronta con lui per il mercato europeo. A me fa piacere quello che ha detto di noi, una visione pulita di chi viene da fuori, non inquinato da quello che si dice sul luogo, si fa un’idea pura di quello che c’è qui alla Roma, dove si sta facendo un buon lavoro in generale, tentando di migliorare sempre. Lui ha espresso un lavoro positivo guardandoci da fuori e all’estero hanno quella visione, a me altrettanto, potermi confrontare col numero uno dei direttori mi ha dato delle qualità che tengo strette”.

Un commento sui manichini al Colosseo?

“L’episodio dei manichini non appartiene ne ai romanisti ne ai laziali ne a nessun tifoso, fa parte di persone deviate con problemi. Tifare, sostenere, amare, fiori, criticare, dispiacersi è tifo, cose del genere mi ispirano solo cattiveria e livore gratuito, come quello ricevuto da Vocalelli che tira in ballo i miei figli per attaccare me. I miei figli hanno detto che ha ragione lui, dovevamo sviluppare meglio le partite, ma non vorrebbero comparire nei suoi articoli. Sono studenti che vanno a scuola e che devono essere lasciati in pace”.

Secondo posto obiettivo importante, la Roma deve vincerle tutte. Se la Roma finisse terza sarebbe un fallimento?

“Fallimento è un’utopia e fa parte di quel modo di far apparire le cose, sette otto squadre vorrebbero finire terze. Il secondo posto è difficile come lo è sempre stato anche perché crea l’accesso diretto in Champions dietro la Juventus che ha detto “nessuno può mettere mano al primo posto” e lo ha fatto. Il campionato è lungo, fatto di tanti momenti, bisogna dire tanto alla squadra per far mantenere continuità. Noi questo accesso diretto ce lo giochiamo col Napoli che, a detta di tutti, è una delle squadre più forti in Europa e sono i detentori di questa piazza e tu che sei ad insidiargliela hai fatto bene. Tu ed io che siamo partiti ad allenare la Roma, quando scrivi dando forza o per buttare tutto giù, noi eravamo a cinque punti dall’Inter e una decina dal Napoli, a cinque dalla Fiorentina, quindi quando facciamo confronti poi vedremo come si finisce e ti dirò cosa abbiamo migliorato. Non siamo usciti in Europa League con una squadra scarsa o abbiamo fallito tutto, ci sono state partite nelle quali non abbiamo caricato bene i nostri calciatori e non siamo stati squadra evidenziando il nostro meglio. Ora siamo tanti punti avanti all’Inter, l’obiettivo lo crei tu ma devi vedere dove parti. Io ho sempre detto, confermandolo, che bisogna vincere, dietro richiesta di tutti. Nel lavoro ci sono momenti dove dalla squadra ti portano via un calciatore e tu lo devi rimpiazzare, la squadra è forte e ha lavorato bene, abbiamo perso delle partite ma non è in alto mare come si pensa ora, deve reagire e deve far vedere la personalità che ha per venire fuori da una sconfitta dove non ha fatto tutto e e se ne è resa conto, ci vuole una reazione forte che deve trasferire contro il Milan. Arrivare secondi è l’obiettivo massimo, ma bisogna dirlo anche al Napoli che il giornalista ha scritto essere una delle migliori squadre d’Europa. Il calcio del Napoli è fatto di tutto e il Napoli è la squadra che tutti vorrebbero avere e noi siamo a giocarcela con loro, vuol dire che non si è fatto poi così male. Sei un bell’uccello del malaugurio se parli di fallimento, dal mio punto di vista non ci fa timore a giocarsi le partite contro Milan e Juventus, siamo arrivati fino a questo punto con le nostre forze e il Napoli ha dato una bella scossa alla classifica, ma noi faremo valere la nostra forza. Se si arriva secondi è come aver vinto il campionato. Continuiamo a dare ai tifosi della Roma e alla squadra una visibilità internazionale, ma il terzo posto è una posizione nobile, non un fallimento”.

Monchi ha parlato anche di Totti. E’ giusto che una società decreti la fine di un calciatore al suo posto?

“Per me essere uno che valuta Totti dall’esterno è difficile, ci sono dentro fino al collo. Aspettiamo a dare degli aggettivi a Monchi, lui mi è sembrato che abbia riportato solo quello che ha trovato, cioè un contratto che scade. Essendo così attaccato alla Roma vuole aspettare la fine del campionato e fare silenzio dando la priorità al campionato, però quello che ho sempre detto è che la gestione del calciatore è mia, a voi stanno più a cuore le sue sorti che quelle degli altri, ma per le sorti della Roma sono importanti tutti i calciatori. Per osannare Totti io devo guardare la sua storia, per fare la formazione devo guardare al presente per far giocare qualcuno che vuole giocare comunque. Dzeko vuole vincere la classifica dei cannonieri, magari Salah, Perotti ed El Shaarawy vogliono fare gol per la loro classifica, come fate a dire che la classifica cannonieri sia una priorità? Vuol dire non conoscere il nostro lavoro. Pallotta credo abbia già preso una decisione, poi Totti però non parla, magari solo il suo entourage, ma al momento lui non dice nulla, sarebbe più facile se lo facesse. Monchi non ha detto nulla, ha solo riportato quello che ha trovato, mangia la roba che trova sul tavolo apparecchiato. Sulla maglia c’entro da solo, la maglia deve restare viva, non deve morire, togliere la maglia sarebbe una mortificazione e non un’esaltazione. Prima di lui l’aveva Giannini, poi è arrivato Totti. E’ un modo di ragionare vecchio, ricordiamolo mettendo in piccolo il numero 10 con scritto Totti su tutte le maglie, ma togliere la maglia non è un discorso. Il bambino che la vuole, se la merita e se la può mettere che facciamo? Togliamo questa soddisfazione? Il numero 10 deve continuare a vivere, è insopportabile sentire gente dire che va tolta la maglia, questo è il mio pensiero, da più parti si fa ma io la penso così. Se non la vedrò più andrò al cimitero per cercare la maglia di Totti e rivederla”.

Roma in difficoltà contro i tridenti veloci. Come cambierà alla luce delle squalifiche di Ruediger e Strootman?

“Una visione corretta, nelle ultime partite abbiamo giocato a 4 e sarebbe una continuazione non un ritorno. Ci sono meno scalature da fare perché proponendo i 3 attaccanti si vanno a incastrare nella logica della difesa a 4. Sono bravi a spingere con i terzini, abbassano i centrocampisti sui centrali difensivi, entrano in trequarti con le due punte esterne: più con Suso, meno con Deulofeu. Quello che hai detto è corretto e noi si vuole fare scelte corrette ed è una cosa possibile”.

Ha detto che se Totti non rinnova lei va via. Un chiarimento a riguardo?

“Per la mia situazione se ne parla a fine campionato, ma si è dato a questa frase un taglio troppo importante. In Italia c’è il 60-70% di allenatori che non si sa se restano. Bisogna dare la carica e spesso io ho sbagliato a farlo, chiarirò a fine stagione, questo pezzetto di campionato può valere tanta roba per il nostro futuro. Ci aspettano gare difficili, il Milan è ben allenato ed è una squadra giovane e piena di gamba, con un allenatore forte come Montella”.

Gerson e Grenier. Possibile che i pochi giocatori alternati a centrocampo abbiano determinato gli insuccessi della Roma? Gerson fuori è una scelta della società?

“Con la società c’è piena sintonia, non mi scavalcano ed io non lo faccio con loro, non sono uno che si fa imporre le cose. E’ una mia gestione, dentro lo spogliatoio non sono tanto comodo a sentirmi dire di lasciare fuori qualcuno. Quando non utilizzi un giocatore per tanto tempo, le partite diminuiscono e non sei obbligato a turni ravvicinati, i giocatori iniziano a essere quei 15-16 poi se ti manca uno lo devi sostituire come Strootman. Ci fosse stato sarei andato avanti con lui. Io ho penalizzato Gerson, fatto giocare poco Grenier perché ha fatto vedere il livello ma per far giocare De Rossi non ho fatto giocare uno che ha sbagliato, come per Nainggolan e Strootman non ho fatto giocare qualcuno che ci ha fatto perdere. Si tratta di passaggi nel campionato di cui bisogna assumersi le responsabilità che è mia e dove posso anche aver fatto male”.

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