Agnelli in difesa: “Mafioso? Ma sembrava così gentile…”

Agnelli in difesa: “Mafioso? Ma sembrava così gentile…”

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IL FATTO QUOTIDIANO (A. GIAMBARTOLOMEI) – Per il presidente della Juventus il tifoso che garantiva la pace tra gli ultras della curva Sud era soltanto un uomo dai “modi gentili” e non un mafioso, come sospetta la Direzione distrettuale antimafia. Ieri mattina al Tribunale di Torino Andrea Agnelli ha confermato di aver incontrato in quattro o cinque occasioni pubbliche Rocco Dominello, imputato per associazione mafiosa quale presunto esponente della cosca Pesce di Rosarno (Rc). Poi ha precisato di non aver mai avuto informazioni, né dai suoi collaboratori, né dagli agenti della Digos, sui legami di Dominello con la ndrangheta e infine ha anche aggiunto di non aver mai subito pressioni mafiose.

Lo ha detto al processo “Alto Piemonte”, chiamato a testimoniare da IvanoChiesa e Domenico Putrino, difensori di Dominello, per dimostrare che il loro cliente non sarebbe un esponente delle ‘ndrine. Le risposte di Agnelli al gup Giacomo Marson potrebbero risultare utili alla difesa dell’imputato, ma soprattutto alla sua difesa nel processo sportivo del 26 maggio prossimo. Lì la procura della Figc guidata da Giuseppe Pecoraro contesta al presidente, all’ex direttore ì’eì commerciale Francesco Calvo, al responsabile della sicurezza Alessandro D’Angelo e al funzionario della biglietteria Stefano Merulla la violazione degli articoli del codice sportivo che vietano il sostegno ai gruppi della tifoseria, la cessione gratuita di biglietti e i contatti con “sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate”. Per la procura Figc, “con il dichiarato intento di mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi ‘ultras’, (Agnelli, ndr) non impediva ai tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti ‘gruppi ultras’, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata”, fornendo più ingressi del consentito “anche a credito e senza presentazione dei documenti di identità (…) favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio”.

Non solo. Sempre per la procura Figc lui e D’Angelo avevano avuto “incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras”. Tutti rischiano una sanzione pecuniaria, mentre Agnelli rischia anche un’interdizione temporanea dal suo ruolo. Lui però vuole difendersi soprattutto dall’accusa di averavutorapporti coi criminali, come ha detto l’avvocato Luigi Chiappero alla commissione Antimafia: “Noi ammettiamo quanto ci viene contestato sulla gestione della vendita dei posti assegnati, ma quello che non ci consente oggi di andare dal procuratore federale per chiudere la partita, è che c’è un’affermazione non vera che dice di aver in qualche modo utilizzato, sapendolo, la figura di Dominello, della cui provenienza noi eravamo totalmente all’insaputa”.

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