Berta e Monchi, i signori delle plusvalenze a Paesi invertiti

Berta e Monchi, i signori delle plusvalenze a Paesi invertiti

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LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Avrebbero potuto incontrarsi in un Barça-Psg, o magari un Real-Manchester United. Hanno preferito sfide diverse che li porteranno stasera a occupare poltrone vicine del nuovissimo stadio Metropolitano di Madrid con Atletico e Roma. Ma l’apparenza non inganni. L’italiano si chiama Andrea Berta e lavora da più di 4 anni con gli spagnoli, il suo rivale è Ramon Monchi, andaluso che Pallotta e Baldini hanno voluto a tutti i costi a Trigoria. Perché se non puoi permetterti Messi o Neymar, puoi provare a puntare su un fuoriclasse diverso: e la storia di quei due racconta di coppe e scudetti e bilanci sistemati vendendo campioni presi per due soldi. Monchi è sbarcato a Trigoria con un curriculum da 270 milioni di plusvalenze e 5 Europa League vinte col Siviglia, di cui era stato un portiere non esattamente indimenticabile.

L’altro aveva iniziato al Carpenedolo di Ghirardi mentre lavorava in banca, salvo lasciare tutto e iniziare la scalata: il Parma col presidente del fallimento dove avrebbe dovuto lavorare con Perinetti, poi quando poteva finire al Bari (proprio grazie al suggerimento del collega) firma invece per il Genoa. Soprattutto, conosce il manager del Chelsea Peter Kenyon, impelagato in una storia di fondi proprietari di cartellini con Jorge Mendes. Sale sul carro del potentissimo manager portoghese e come suo uomo di riferimento sbarca all’Atletico. Diventa il braccio destro del ds Caminero, ma è lui a muovere i fili, da responsabile del mercato estero. Grazie ai rapporti col Chelsea gli vende per una sessantina di milioni Diego Costa e Filipe, facendo impennare il bilancio dei “rojiblancos”: 180 milioni di ricavi e 13 di utili, dopo anni di bilancio più rosso che bianco, anche grazie alle operazioni di mercato. In estate il ds è diventato lui, dopo aver rifiutato i soldi, tantissimi, del Psg e dello United. Più delle due finali di Champions e lo scudetto, rivendica acquisti come l’uruguagio Gimenez, lo sloveno Oblak e Griezmann: la prossima plusvalenza per gli spagnoli sarà lui, che preso per 30 milioni ne frutterà quasi 100. Il sostituto già c’è: Diego Costa tornato per 66. Una cifra che Monchi non spenderà mai: avrebbe potuto farlo accettando la corte del Real Madrid. Ha preferito provare a replicare il modello Siviglia a Roma: ha strappato Schick all’Inter, bruciato le inglesi su Karsdorp. Certo l’unico acquisto che gioca stabilmente è il 32enne Kolarov. Ma averlo gli consentirà di vendere Emerson, al Liverpool o alla Juve, per 25 milioni senza rimpianti. L’unico sarebbe non vincere.

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