Cesena-Roma, De Sanctis: “Contestazione? Le istituzioni non ci hanno tutelato”

Cesena-Roma, De Sanctis: “Contestazione? Le istituzioni non ci hanno tutelato”

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ROMA  MILAN

DE SANCTIS A MEDIASET

A questo punto conta solo vincere…
“Meglio dare tutto per vincere e non vincere ad ogni costo. Siamo in una situazione non felice dal punto di vista dei risultati. Dobbiamo essere più pragmatici dal punto di vista del gioco. Il Cesena ha un gioco particolare e non è stato facile. Dopo il primo gol siamo stati bravi a non concedere nulla”.

Ora c’è la pausa può essere utile?
“Serve per ritrovare un po’ di tranquillità. Saremmo degli scellerati se pensassimo che i problemi di questi mesi si risolvessero con oggi. Abbiamo le qualità per uscire da questa situazione”.

Pensi sia stato giusto andare sotto la curva giovedì?
“Io sono anche un consigliere federale e mi piacerebbe poter dire la mia opinione anche al presidente Tavecchio. Le istituzioni non devono lamentarsi di quello che è successo. Le istituzioni erano lì, se non volevano potevano dirci di non andare. Se i giocatori vanno sotto la curva si spegne la veemenza dei tifosi. Il fatto che noi siamo andati a sentire gli ultrà ha alleggerito anche il lavoro che poi fanno le istituzioni”.


 

ROMA  MILANDE SANCTIS A SKY SPORT

Tre punti che pesano.
“Erano fondamentali. E’ vero che è limitativo che si deve vincere a tutti i costi, ma noi in questo momento dovevamo solo ottenere i tre punti. Gara ordinata. E’ stato bravo Daniele a fare quell’inserimento e poi siamo stati bravi a gestire la partita”.

Quell’abbraccio alla panchina che significato ha?
“Ne dovevamo uscire tutti insieme. La reazione è quella di un gruppo che crede che fa ma che lo deve fare meglio. Vorrei parlare dell’insoddisfazione nei confronti del Viminale: sono un giocatore della Roma e sono un consigliere Federale. Nemmeno noi siamo contenti di ricevere del pubblico ludibrio. Comunicazione sbagliata da parte delle istituzioni. Io a 38 anni che faccio il mio lavoro non sono contento di fare queste cose, ma non possono alzare il dito contro di noi. Chiederò spiegazioni al presidente federale, oltre il danno anche la beffa della loro critica. Noi non siamo stati bloccati da nessuno in quel momento. Se le istituzioni o la società dicono di non andarci, può essere che la squadra decide di non andarci. Stiamo parlando di una deformazione dello sport, e non si può essere richiamati per aver ricevuto il pubblico ludibrio della curva. Venerdì non ho sentito nessuno delle istituzioni, io la vicinanza la voglio sentire da loro e non da alcuni editoriali di giornalisti che comunque mi hanno fatto piacere”.


DE SANCTIS A ROMA TV

Che tipo di vittoria è stata quella di oggi?
“La prestazione è stata buona soprattutto nel primo tempo. Abbiamo trovato il vantaggio meritatamente, Daniele è stato bravo ad inserirsi. Dopo il vantaggio il trend della gara è stato più o meno lo stesso, anche se nella ripresa abbiamo creato meno, ma l’attenzione che ci abbiamo messo non ha permesso al Cesena di creare situazioni pericolose. Sapevamo che loro giocavano su Djuric e Defrel, ma tutti hanno fatto un ottimo lavoro e si è visto. Tre punti importanti, ma ora queste 2 settimane devono darci l’opportunità di migliorare e di curare i particolari. Non dobbiamo mai abbassare la guardia perché nelle prossime 10 partite possiamo ancora toglierci delle soddisfazioni e vogliamo che questo avvenga”.

Prima di scendere in campo, che tensione sentivate oggi, con la Lazio ad un punto?
“Il momento chiaramente è particolare. I tifosi hanno 3 strade: quella di continuare ad incitare la squadra, quella dell’indifferenza e quella di prendersela in maniera forte con i giocatori. Non siamo indifferenti a tutto ciò: qualche giocatore riesce a metabolizzare questo momento con più personalità, però non è certo una situazione facile. Sappiamo però che il primo passo dobbiamo farlo noi, quindi facendo bene riporteremo i tifosi dalla nostra parte, soprattutto quella minoranza che ha deciso di continuare a manifestare la sua frustrazione, che è anche la nostra”.

Un parere su Uçan?
“Io sono quello che forse conosce meglio Uçan, perché ho giocato in Turchia. E’ evidente che lui sia uno dei più grandi talenti che il calcio turco ha espresso in questi anni e probabilmente sarà molto importante anche per la Nazionale. Non è una sorpresa vedere che lui può giocare in Serie A, altrimenti il Mister non lo avrebbe schierato. Questo significa che il ragazzo è pronto anche dal punto di vista caratteriale. Ha avuto tanti problemi a livello fisico, ma è un talento assoluto, noi gli siamo vicini, sta imparando l’italiano. E’ un percorso difficile e lungo, ma è giovane e il fatto di aspettarlo produrrà grandi risultati”.

Quanto è stato difficile compattarvi dopo la sconfitta con la Fiorentina?
“Il processo di compattamento è molto più veloce quando i momenti sono complicati. Però questa non è una cosa che deve appartenerci: tutto questo non sarebbe dovuto succedere. L’intelligenza e la sensibilità dei giocatori non può essere messa in discussione però. Non siamo indifferenti agli insulti, poi magari somatizziamo, io ho subito altre situazioni di difficoltà e ne esci alla fine. Però non è facile. Condivido le parole di Sabatini che in quel confronto con i tifosi ha detto di stare vicini a questa squadra. Così si aiutano i giocatori a fare meglio il proprio lavoro e a rendere orgogliosi i tifosi. Ma ripeto, dipende soprattutto da noi far ritornare l’entusiasmo nei tifosi”.

 

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