Il teatro Olimpico, il tiki-taka di Reja e il masochismo in salsa...

Il teatro Olimpico, il tiki-taka di Reja e il masochismo in salsa bergamasca

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ROMA ATALANTA

Al libro nero del 2015 giallorosso va ascritto un nuovo capitolo, dal titolo “masochismo in salsa bergamasca”, perché ieri si è consumata un’altra bruttissima pagina della stagione della Roma, che sembra sempre più una squadra in balia degli eventi e delle fatalità.

In un Olimpico spettrale, più simile ad un teatro che ad uno stadio poichè privo della Curva Sud, cuore pulsante del tifo romanista, gli uomini di Rudi Garcia, dopo il pareggio casalingo con il Milan peggiore degli ultimi vent’anni, dopo quello a reti bianche contro il Parma fallito, dopo una serie di gare interne vergognose che hanno fatto svanire i principali obiettivi in campo Nazionale ed Europeo, ieri si sono forse superati: uno squallido 1-1 contro l’Atalanta di Edy Reja, priva di 4-5 titolari  ma comunque sostanzialmente già salva, visto lo scarso rendimento di Cagliari e Cesena.

Le ultime due vittorie consecutive e il pareggio sfortunato di Torino, avevano nuovamente illuso tifosi e addetti ai lavori che la Roma potesse tornare a giocare un calcio discreto ma sufficiente per raggiungere il secondo posto, obiettivo minimo stagionale per una squadra partita con ben altre aspettative.

Neanche la sconfitta della Lazio allo Stadium contro la Juve di sabato sera, è riuscita a conferire alla Roma quello stimolo mentale in più per controsorpassere i biancocelesti e rivendicare così, una posizione in classifica, che per investimenti, dichiarazioni e proclami, sulla carta spetterebbe ai giallorossi.

ROMA ATALANTAPeccato però che il calcio poi vada giocato in campo e Ieri l’Atalanta ha messo a nudo ancora una volta tutte le difficoltà di una squadra, incapace di reggere ritmi di alto livello, incapace di creare occasioni da gol attraverso la ricerca di un gioco manovrato e soprattutto a tratti clamorosamente inerme dinanzi al tiki taka di Reja, ottimo ma vetusto mestierante, che non si è mai contraddistinto per la ricerca del bel calcio, anzi.

La Roma è chiaramente un bluff tecnico, implosa negli equivoci e negli errori di costruzione di un gruppo, privo di leader temperamentali, ma ciò che spaventa di più in questo momento è anche la presa di posizione molto dura di Rudi Garcia nei confronti di parte della squadra, che ieri nel post gara dell’Olimpico è stata di fatto scaricata dal tecnico francese.

E se gli assenti, soprattutto nel calcio, hanno sempre ragione, per la prima volta Garcia ha dichiaratamente espresso timori sulla fase offensiva di una squadra, che non segna con un attaccante su azione dal gol di Totti al Bentegodi dello scorso febbraio, che continua ad affidarsi ad alcune individualità che stanno miseramente fallendo da mesi, leggasi l’ennesime prestazioni insufficienti e a tratti irritanti di Iturbe e Ljajic e che non può continuare ad essere sostenuta in campo solo dal dinamismo e la buona volontà di Florenzi e Nainggolan.

Al di là di qualche confusionaria mischia nell’area di rigore atalantina, con il passare dei minuti la Roma dava la sensazione di interpretare l’ennesimo film già visto, l’ennesima pellicola di una squadra abulica e inconsistente negli ultimi trenta metri.

Neanche il rigore dopo 2 minuti, siglato poi dal capitano giallorosso, è riuscito a spianare la strada verso una vittoria che doveva essere conquistata senza se e senza ma, con l’orgoglio di chi dovrebbe cercare in tutti i modi di salvare una stagione, sin qui fallimentare. Oggi la squadra è tornata ad allenarsi per punizione, visto che Garcia ha annullato il giorno libero, ma nessun dirigente, al contrario di quanto avvenuto a Napoli con De Laurentis, ha pensato minimamente di imporre un ritiro che dalle parti del San Paolo ha avuto effetti rigenerativi, visto che la squadra di Benitez ha vinto tre gare consecutive, segnando 10 gol, portandosi ad un passo dalla semifinale di Europa League e rifacendosi sotto in campionato, da -9 a -5 dal secondo posto.

 Il reset a fine stagione appare sempre più inevitabile, ma la sensazione è che proprio quest’aria di smobilitazione generale, infusa in primis da dirigenti che hanno annunciato dimissioni, senza chiarire se e quando effettivamente ci saranno, potrebbe portare la Roma ad essere esclusa dalla Champions, non solo dalla porta principale, ma anche da quella di servizio dei preliminari.

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