Champions, prendiamocela ad Udine

Champions, prendiamocela ad Udine

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IL ROMANISTA – Se non si vince al Friuli sabato qualsiasi tabella, qualsiasi ragionamento, qualsiasi speranza sarà inutile. È una premessa necessaria per spiegare che, senza i tre punti contro l’Udinese, la Roma, con ogni probabilità, dovrà accantonare il sogno di qualificarsi per la Champions del prossimo anno. Nove punti in sei giornate sarebbero veramente complicati da recuperare, considerando anche l’inerzia psicologica che avrebbe un successo di Di Natale e compagni. Viceversa, se la Roma dovesse riuscire nell’impresa (perché di questo si tratta) la strada verso i preliminari della Coppa più importante – e affascinante – sarebbe sì ancora difficile, ma comunque in discesa, visto che i giallorossi potrebbero permettersi di arrivare anche a pari punti con i friuliani, in virtù del vantaggio nello scontro diretto. Fare bottino pieno a Udine quindi è la condizione necessaria per continuare a crederci, ma non è sufficiente, visto che poi nelle sei partite rimanenti non bisognerà commettere alcun tipo di passo falso, considerando anche che la classifica dice che bisognerà fare la corsa persino sulla Lazio, una squadra che dodici mesi fa era a un passo dalla serie B e che, nel campionato più mediocre degli ultimi anni, si ritrova addirittura in corsa per un posto in Europa. La squadra di Reja, domenica, scenderà in campo avvantaggiata, considerando che giocherà sapendo già il risultato di Udinese-Roma, in programma sabato sera. Stessa cosa accadrà la settimana dopo: Totti e compagni, infatti, affronteranno il Palermo all’Olimpico sabato 16 alle 18, mentre sia Udinese che Lazio giocheranno di domenica. Alle 15 i biancocelesti sull’infuocato campo del Catania, guidato dall’ex Simeone e in piena lotta per la salvezza, alle 20.45 i friulani, impegnati al San Paolo di Napoli, deciso a vendere carissima la pelle al Milan in chiave scudetto. Un turno – sulla carta – favorevole alla Roma che, se dovesse battere in casa la non più temibile come in passato formazione del richiamato Delio Rossi, potrebbe aspettare – e sperare – con serenità i risultati del giorno dopo. La quindicesima di ritorno, poi, vedrà la Roma di nuovo impegnata in casa col Chievo praticamente salvo e che nulla ha più da chiedere a questo campionato. Turno casalingo anche per l’Udinese – che riceverà il Parma – mentre la Lazio andrà a far visita all’Inter. Sulla carta un impegno durissimo a San Siro, ma bisognerà vedere se i nerazzurri, ormai fuori dalla lotta per il titolo, restituiranno ai fratelli laziali il “favore” dello scorso anno. Meglio quindi passare alla giornata successiva, quella del primo maggio: la prima a scendere in campo sarà l’Udinese, che alle 15 avrà la temibile trasferta al Franchi contro la Fiorentina. Poi toccherà alla Roma, di scena alle 20.45 al San Nicola contro il Bari. Bisognerà vedere se i pugliesi avranno ancora qualche possibilità di salvarsi – e allora sarà durissima – o se invece avranno ormai perso le speranze. La Lazio giocherà sapendo già i risultati delle rivali, visto che all’Olimpico riceverà la Juventus lunedì 2 alle 20.45. La giornata decisiva sarà comunque quella dell’8 maggio, diciassettesima di ritorno. La Roma aprirà le danze sabato 7 alle 20.45 ricevendo all’Olimpico il Milan in piena lotta per il titolo, mentre la domenica, alle 15, si affronteranno al Friuli Udinese e Lazio. In questa partita conterà tantissimo il risultato della Roma che potrebbe, eventualmente, agevolare l’una o l’altra squadra. A quel punto rimarranno altri 180 minuti: i giallorossi andranno a Catania alla penultima, l’impegno più ostico, visto che la Lazio avrà il Genoa in casa e l’Udinese sarà a Verona col Chievo. L’ultima prevede tre sfide di fuoco, sempre che i giochi non siano già fatti: la Lazio va al via del Mare di Lecce, coi salentini che probabilmente si giocheranno l’ultima carta per la salvezza, l’Udinese riceve in casa il Milan (che però potrebbe essere già campione) mentre la Roma ospita la Sampdoria, in piena lotta per non retrocedere. Dopo quello che è successo il 25 aprile di un anno fa, la vittoria avrebbe, inutile dirlo, un significato doppio.

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