Che Ibarbo, che noia!

Che Ibarbo, che noia!

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ROMA ATALANTAOggi si è vista una Roma a due facce. Una pessima per i primi 57’, una  decente – niente di trascendentale per carità – subito dopo l’ingresso di Ibarbo, che è riuscito a mostrare qualità e quantità, nonostante sia stato spesso ignorato dai compagni. Ma parliamo a conti fatti dell’ennesima delusione. Dopo la sconfitta della Lazio di ieri, chi si aspettava un controsorpasso dei giallorossi è rimasto a bocca asciutta, e si deve accontentare (una parola grossa) di aver agguantato i cugini biancocelesti. Eppure oggi la gara si era messa in discesa dopo neanche 2’ di gioco, con il calcio di rigore trasformato da Francesco Totti, di nuovo in campo dopo un mese di assenza (l’ultima partita del capitano era coincisa con la sconfitta casalinga contro la Sampdoria). La squadra ha continuato a mostrare vivacità, ma poi alla prima difficoltà è arrivato subito il pareggio bergamasco, con un altro calcio di rigore trasformato da Denis e guadagnato dall’ex di giornata Emanuelson, oggi pimpante come non lo si vedeva da anni. Il resto del primo tempo è stato un continuo arrancare in mezzo al campo senza riuscire a pungere la formazione di Reja e addirittura ogni tanto rimanendo vittima del loro giro palla
Meglio la ripresa, soprattutto come detto dopo la sostituzione del colombiano con un evanescente Iturbe. ma alla fine il forcing finale non ha prodotto l’atteso gol vittoria e i fischi dell’Olimpico hanno calato il sipario su questo 13° pareggio in campionato. Si rischia di essere ripetitivi, ma la sterilità offensiva senza un vero uomo d’area sta diventando imbarazzante. Anche in un match giocato sottotono come quello di oggi, la punta dai grandi numeri avrebbe comunque regalato i tre punti alla squadra giallorossa. Le statistiche dicono che la Lupa è il nono attacco della Serie A, un dato impressionante per chi puntava a riportare il titolo nella capitale, dopo 14 anni di digiuno. Quello che fa più rabbia è pero l’atteggiamento complessivo della squadra, sempre in debito di stimoli e messa in campo quasi per «obbligo contrattuale». Si parlava di fame di gloria, ma quello che si vede oggi sono dei giocatori sazi. Sazi di cosa? D’aria, perché di sostanzioso non hanno mangiato proprio nulla. Garcia, apparso chiaramente deluso o arrabbiato come ha voluto lui stesso precisare, ha annullato il giorno di riposo per domani. Sperando che questa voglia di rifarsi al più presto coinvolga tutti quanti, perché di mangiare aria si sono stufati un po’ tutti.

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