“Chi se lo fosse mai creso” cantava Pippo Franco in “Hai Stata Tu”, canzone di qualche decennio fa. Già, perché davvero in pochi, se non nessuno, potevano pensare di uscire dal campo del Chelsea con 1 punto e avere grandi rimpianti. Immeritatamente in svantaggio di due gol, la Roma riesce a chiudere il primo tempo accorciando le distanze, per poi mettere in scena una secondo tempo da applausi, quelli con i quali la squadra lascia il terreno di gioco dello Stamford Bridge. Lo fa con una grande prova corale ma, soprattutto, perché sale in cattedra Edin Dzeko. Torna in Inghilterra dopo gli anni trascorsi a Manchester, nel City, ricordando a tutti che tipo di calciatore, soprattutto di attaccante, sia. Terminale offensivo di sopraffina qualità, regista avanzato di enorme intelligenza, il bosniaco stampa il marchio su una gara che, ad un certo punto, poteva davvero essere messa in archivio come una delle più belle vittorie europee della storia giallorossa. Al 64′ spara in porta, al volo, un sinistro preciso e potente che riceve da un bel lancio di cinquanta metri di Fazio, gol che ricorda una prodezza di Batistuta a Parma nell’ormai lontano 2001. Si ripete sei minuti dopo, stavolta d’astuzia, quando si va prendere in cielo la punizione che Kolarov mette in area dalla sinistra. Gira attorno alla difesa dei Blues e stacca battendo Courtois per il momentaneo 2-3.
Solita precisione nei passaggi, completa l’87,5% dei 32 passaggi tentati, vincendo 5 duelli e 2 contrasti aerei. Sta giocando tutte le partite anche per assenza di alternative visti gli infortuni che stanno martoriando l’attacco della Roma, ma sta confermando la classe che solo nella sua prima stagione nella Capitale non si era potuta ammirare. Attaccante di livello mondiale, oramai anche il più acceso detrattore si sarà convinto di quanto sia stata fortunata la società a pescare sul mercato, a quel prezzo, un giocatore di questo valore.
Voto: 8.5
