Ciao Lucià

Ciao Lucià

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Che delusione Lucià, che delusione Mister. “Sono tornato per completare il mio lavoro rimasto in sospeso”. Tradotto, giustamente all’epoca, come “Voglio vincere lo Scudetto”. Ci credevamo, ci credevo Lucià. Si Lucià, perchè Lucio sa un po’ di presa in giro, Spalletti invece è troppo algido, per chi ha vissuto con trasporto e cieco convincimento la sua prima Roma, che sfiorò due titoli, che vinse tre Coppe (le ultime in ordine di tempo nella storia giallorossa) e che arrivò due volte consecutive tra le prime 8 d’Europa nelle campagne di Champions League.

Lucià è tipicamente romano e dopo 7 anni trascorsi qui lo sai. Quante volte te l’hanno gridato da un finestrino, da dietro la panchina, in ritiro, all’uscita da un ristorante: “Daje Lucià, portaci lo Scudetto“. Ci speravamo tutti, ci speravo.

A metà gennaio 2016, quando anticipammo in quella dolce notte il tuo ritorno – “dinanzi ad una bottiglia di buon Chianti…” iniziava così il pezzo – non avrei mai creduto che dopo neanche un anno e mezzo ci saremmo salutati di nuovo. “Colpa mia, colpa tua, colpa di tutti”, troppo facile stavolta. E’ stato un viaggio intenso, complicato, con alti (tanti) e alcuni bassi (pochi ma pesanti). “Questo è l’ambiente migliore del mondo per lavorare” dicesti a cuore aperto dopo poche settimane dal tuo ritorno e nel frattempo mostravi il video di Salah che rincorreva l’avversario per 60 metri di campo “si fa così, i comportamenti giusti“, mentre a Madrid ti risentivi per la soddisfazione di una sconfitta onorevole. Una primavera di Vittorie su vittorie, 46 punti nel girone di ritorno e un secondo posto sfiorato per un punto. In mezzo però quello squarcio che molti non ti hanno perdonato. Lo schiaffo a Francesco Totti, allontanato dal ritiro di Trigoria, da casa sua, da casa nostra. Perchè Lucià? Perchè tutto questo accanimento? Perchè dedicare così tante energie a combattere una battaglia contro un enorme mulino a vento (non Totti, ma l’immagine e il peso che Totti giustamente ha in questa città, tanto da fermare non solo Roma, ma il mondo intero nel giorno del suo addio). Poi il miracolo sportivo del Capitano nelle ultime giornate, ha superato le contestazioni e ha di nuovo unito tutti. E’ giusto dire che per vincere servono altri Totti, ma è ingiusto parlare del proprio rinnovo mettendo in mezzo quello del Capitano, che sapevi benissimo non avrebbe rinnovato. Perchè Lucià? Non si poteva evitare?

“Non tocchino i cavalli di questo motore” la tua richiesta sacrosanta  in un assolato pomeriggio di giugno sotto lo Studio Tonucci. Il giorno dopo è partito Pjanic e Rudiger – si dice sia rimasto solo perchè si è rotto un crociato – forse lì hai capito che più di tanto non si poteva raggiungere a Roma, che questo sogno americano, non avesse quei contorni che immaginavi. Il ritiro di Pinzolo con una decina di giocatori, che già sapevi non sarebbero rimasti, la cocente eliminazione col Porto e un nervosismo che piano piano montava, sempre di più.

La cavalcata di questa stagione, in campionato, è stata straordinaria e i numeri sono incontestabili, come le tue qualità da addestratore: 87 punti, il record di gol nella storia giallorossa, Dzeko capocannoniere. Tutto vero, tutto legittimo, tutto vicino allo straordinario “perchè vincere è difficile e chi vince è eccezionale” lo hai detto tu, siamo d’accordo. Le coppe sono la grande macchia, perchè Lione e Lazio erano battibili, ma l’incredibile è accaduto in conferenza stampa. Una climax ascendente di frecciatine, sassolini levati dalle scarpe divenuti massi da lanciare a destra e sinistra, su sfigati, fantasmi del passato e antichi rancori.

E qui ci fermiamo un attimo, perchè si rischia di travisare la realtà: non si racconti Lucià che hai lasciato per l’ambiente romano, questo demone che si dice fagociti tutto e tutti (6 tecnici in 6 anni, 14 nelle ultime 14 stagioni). Qualche problema c’è stato e forse qualcuno non ha digerito il tuo ritorno, ma è difficile andare a genio a tutti, anzi “garbare” a tutti. La tua decisione di lasciare la Roma – questa volta per sempre – parte da lontano. Il mercato estivo non completato, quello di gennaio non effettuato “se non si interviene rischiamo di non uscirne vivi a febbraio” dicesti più volte a cuore aperto ed eravamo tutti con te, ero con te. Certo, l’infortunio di Florenzi c’ha messo il carico da 11, ma la sensazione è che ti sia sentito sempre più solo. Anche nella gestione di Totti e del tramonto della sua carriera, hai riconosciuto di aver sbagliato “ad usarlo“, ma che senso ha parlare dei rigori sbagliati nel 2006 alla vigilia dell’addio del giocatore più forte della storia del calcio italiano? Quante affermazioni potenzialmente dinamitarde avresti potuto evitare?

C’è chi sostiene che da marzo avevi deciso di non rinnovare, proprio quando avevi tutta Roma ai tuoi piedi, prima di quella settimana maledetta che avrebbe tagliato le gambe a chiunque, ma che forse avresti potuto gestire meglio in termini di rosa. Ti aspetta l’Inter cinese e il nemico-amico Sabatini (non si è capito quanta simpatia ci sia tra voi, ma poco importa…) ma non si dica che è stato l’ambiente ad allontanarti, le radio o i giornali, i tottisti, perchè ci sono 18 milioni di motivi (euro più euro meno) per credere il contrario.

Ciao Lucià !
Da un innamorato tradito 

 

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