Crollo della scala alla metro Repubblica: indagine sull’Atac

Crollo della scala alla metro Repubblica: indagine sull’Atac

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LA REPUBBLICA (F. SALVATORE – G. SCARPA) – Nel tardo pomeriggio del 23 ottobre la scala mobile che porta alle banchine della stazione della metropolitana Repubblica ha ceduto ” inghiottendo” 26 tifosi russi del Cska Mosca, arrivati in trasferta a Roma per vedere la partita di Champions League all’Olimpico. Dopo il dissequestro da parte degli inquirenti della stazione ma non della rampa, la procura ha individuato le prime responsabilità mettendo nel mirino tre dirigenti dell’Atac, che si occupano a livello apicale di manutenzione all’interno della municipalizzata dei trasporti, e il titolare della società che ha in appalto la gestione e la manutenzione delle scale mobili della metro. L’inchiesta, di cui sono titolari il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia – che coordina il pool dei magistrati reati che si occupa di incolumità pubblica – e il pubblico ministero Francesco Dall’Olio, è aperta per il reato di disastro colposo e per lesioni personali: dei 24 tifosi finiti in ospedale per varie ferite, due di loro, quelli che hanno riportato lesioni più gravi, hanno sporto querela. È stato scongiurato, in ogni caso, il pericolo che una delle vittime possa perdere il piede, come era stato ipotizzato in un primo momento. Per quanto riguarda le cause del cedimento della rampa, invece, il motivo è ancora incerto, se si tratti di una rottura di un pezzo meccanico, forse un gancio, o se sia stato un agente esterno o il logorio di qualche ingranaggio non controllato. Escluso, ad ogni modo, che ad influire sul cedimento sia stato l’intervento degli stessi tifosi ” che saltavano”, come era trapelato in un primo momento. Nei video interni della stazione e nei filmati pubblicati su internet pochi minuti dopo l’incidente dagli stessi supporter non c’è traccia, infatti, di persone che saltano o si dimenano: in uno di questi si vede la scala mobile accelerare più rapidamente del consueto e i passeggeri cadere a terra fra le lamiere, appena arrivati sull’ultimo gradino. Tra l’altro sono state le stesse testimonianze dei tifosi che si trovavano sul posto al momento dell’incidente, nella rampa di scale accanto a quella devastata, a scagionare le vittime dall’ipotesi che era stata loro addebitata.

I magistrati, comunque, hanno incaricato un perito, un ingegnere esperto in incidenti che coinvolgono mezzi di trasporto pubblico, che è già al lavoro da settimane per ricostruire la dinamica. Almeno tre mesi il tempo stabilito per il deposito. La stazione subito dopo l’incidente era stata sequestrata, proprio per permettere i rilievi da parte dei consulenti e dei vigili del fuoco, salvo poi essere dissequestrata dieci giorni fa. L’unica area a rimanere interdetta, e tuttora sotto sigilli, è la scala mobile incidentata. Si tratta di una delle due rampe che portano alle banchine. I passeggeri che utilizzeranno la stazione della Linea A della metro Repubblica, a questo punto, per scendere ai treni potranno usufruire dell’altra, quando la fermata attualmente chiusa sarà riaperta al pubblico.
Detto questo, al termine dell’inchiesta, una volta identificate le responsabilità penali la palla passerà alla municipalizzata dei trasporti. Con ogni probabilità dovrà essere indetta una gara d’appalto pubblica per la sostituzione della scala mobile. Non solo quella crollata ma anche le altre cinque, visto che tutte le rampe fanno parte di un unico blocco. Con la conseguenza che la stazione resterà chiusa ancora più a lungo. Un problema superabile, comunque, dopo quanto era stato ipotizzato: con il sequestro della stazione si rischiava che la fermata restasse chiusa per molti mesi. L’accelerazione degli inquirenti, invece, ha permesso di circoscrivere il sequestro alla sola rampa. Questo dovrebbe permettere una più veloce riapertura della fermata Repubblica.

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