Dal poker al San Paolo alla ‘Romantada’ col Barça, dal sogno svanito...

Dal poker al San Paolo alla ‘Romantada’ col Barça, dal sogno svanito col Liverpool, al derby di Kolarov… il 2018 della Roma in 5 Gare

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CGR REWIND ‘SPECIALE 2018’ – Un anno da ricordare, per tenere bene a mente ciò che di straordinario è stato fatto e per compensare quanto si è sbagliato. La Roma, forse, nel 2018, ha un po’ giocato con il destino. Rendendo epiche alcune serate, legate ovviamente alla memorabile cavalcata in Champions League, con la ‘remontada’ con il Barcellona che resterà scolpita nel cuore di tutti i tifosi giallorossi, ma anche sbagliando tante, troppe partite in campo nazionale. Gioie e delusioni si sono condensate in un caleidoscopio di emozioni, gol, errori, imprecazioni, arrivi e partenze.

La redazione di corrieregiallorosso.com per salutare il 2018 ha deciso di rivivere in breve le cinque partite più belle e più importanti dell’anno:

NAPOLI-ROMA 2-4 (3 Marzo 2018):
27° giornata dello scorso campionato, la squadra di Eusebio Di Francesco è ospite al San Paolo del super Napoli di Sarri, in testa al campionato e in piena lotta Scudetto con la Juve. Una gara difficilissima per i giallorossi, dati per spacciati nel corso dell’intera settimana su quotidiani nazionali e televisioni. D’altronde dopo un’ottima prima parte di stagione, da metà dicembre la Roma arresta il suo cammino e per 40 giorni vive in apnea totale. Il pari a reti bianche col Chievo, la sconfitta di Torino contro la Juve, poi altri tre pareggi contro Sassuolo, Samp e Inter, in mezzo le sconfitte contro Atalanta e blucerchiati all’Olimpico. La tempesta legata al caso Dzeko sul mercato a scuotere ancora di più un ambiente in totale subbuglio. Poi la scintilla, firmata da Under a Verona, le tre vittorie consecutive contro Hellas, Benevento e Udinese, il nuovo fragoroso scivolone casalingo col Milan. Inevitabile pensare prima del match di Napoli, che i giallorossi potessero soccombere contro la compagine di Sarri, che però scese in campo quella sera dopo aver ascoltato la notizia del successo in extremis della Juve all’Olimpico contro la Lazio. La Roma scende in campo impaurita e il Napoli ne approfitta subito con Insigne, autore della rete del vantaggio. I giallorossi rischiano di capitolare, ma non c’è il tempo per pensare. Contropiede rapido, palla ad Under che complice la deviazione di Mario Rui batte Reina con un pallonetto. E’ 1-1 e la Roma si scuote, cresce, impetuosa, con un fraseggio rapido che impedisce al Napoli di risalire la corrente. A seguito di una lunghissima azione durata oltre 1 minuto e mezzo, è Edin Dzeko a battere Reina per il 2-1 con un bel colpo di testa ad incrociare. Vantaggio giallorosso incrementato ancora dal bosniaco nella ripresa con un mancino a giro delizioso. L’apoteosi Roma si chiude con Perotti, autore del 4-1. A nulla servirà la rete del 2-4 di Mertens. La Roma torna a vincere, lo fa in maniera straordinaria al San Paolo, e si ricorda di essere una squadra di livello assoluto…

ROMA-SHAKHTAR 1-0 (13 Marzo 2018):
Dopo il trionfo di Napoli, la Roma ritrova la sua identità e soprattutto la voglia di stupire. I giallorossi pescano agli ottavi di finale, grazie all’insperata vittoria del proprio girone, lo Shakthar Donetsk di Paulo Fonseca. Squadra difficile da affrontare, soprattutto in trasferta, rapida, veloce, brasiliana e soprattutto abituata a match di questo livello. All’andata nel gelo di Kharkiv la Roma va in vantaggio con Under, legittimando un primo tempo di ottima fattura. Nella ripresa però diversi errori individuali portano lo Shakthar sul 2-1, Alisson e il fantomatico ‘piedone’ di Bruno Peres tengono ancora in vita le speranze di rimonta. All’Olimpico la Roma prepara la sua prima, grande notte europea del 2018. Compatta, dura nei contrasti, concentrata per 95 minuti, ma nel primo tempo un paio d’occasioni ghiotte non vengono concretizzate. Nella ripresa è Edin Dzeko a salire in cattedra: giocate di prima, aperture, tocchi deliziosi e poi quel lancio in profondità di Strootman, il bosniaco parte sul filo del fuorigioco e con un tocco dolce sotto misura, trafigge in uscita Pyatov. L’Olimpico esplode di gioia, la Roma è avanti. Paulo Fonseca aumenta il numero di punte per il forcing finale, ma è ancora Dzeko protagonista e capace di portare all’espulsione di un Ordets per fallo da ultimo uomo. 4 minuti di recupero, ma la Roma è tosta, non da mai la sensazione di capitolare e un’immagine finale stupisce: la linea difensiva giallorossa altissima, capace di mettere in fuorigioco gli attaccanti ucraini al 93′. Finisce 1-0 e grazie al gol in trasferta di Under, la Roma torna ai quarti di finale di Champions dopo 10 anni.

ROMA-BARCELLONA 3-0 (10 Aprile 2018):
Una data che rimarrà scolpita nella mente di tutti, una serata che ha scaldato i cuori degli oltre 65 mila spettatori presenti all’Olimpico, oltre che delle centinaia di migliaia di tifosi sparsi per tutti il mondo e che ha spinto, di fatto, quasi tutta Italia a tifare Roma contro Messi e compagni. All’andata uno dei più clamorosi furti subiti da una squadra italiana in Champions: un 4-1 finale per il Barcellona assolutamente bugiardo, dovuto ad una serie di errori dei giallorossi sotto porta, due autogol, ma soprattutto due clamorosi rigori negati dall’arbitro olandese Makkelie. Alla vigilia della gara di ritorno, in conferenza stampa, più volte Eusebio Di Francesco sottolinea che “non crederci, sarebbe l’errore più grande“. In città, dopo l’immediata delusione e la rabbia per il cocente k.o. dell’andata, era montata, quasi inconsapevolmente, un’aria di fiducia intorno alla squadra, che evidentemente è arrivata fin dentro lo spogliatoio. Di Francesco vara una formazione a sorpresa che risulterà decisiva: 3-4-2-1 con Fazio centrodestra, Manolas ultimo uomo a coprire le eventuali ripartenze veloci del duo Messi-Suarez, Schick e Nainggolan a sostegno di Edin Dzeko. Lo stadio è stracolmo di gente, amore e sostegno, la Roma ripaga subito le aspettative della sua gente portandosi in vantaggio al 6′ con Dzeko, su lancio illuminante di De Rossi. La miccia è accesa, ma la scalata è ancora lunga. Cresce il pressing dei giallorossi, rischioso vista la caratura degli attaccanti blaugrana, ma funzionale a tenere corta la squadra e impaurire l’undici di Valverde, che piano piano sembra scomparire dal campo. I giallorossi sfiorano la rete del raddoppio in almeno due occasioni nitide, all’intervallo Iniesta scendendo negli spogliatoi chiede ai suoi di svegliarsi “altrimenti usciamo dalla Champions”. Nella ripresa la Roma mette in campo tutto quello che ha, per raggiungere l’impossibile. Al 58′ Dzeko lanciato a rete da Nainggolan viene steso da Piquè. Il fischietto francese Turpin sembra non assegnare un rigore solare, ci pensa su qualche istante, poi richiamato dall’arbitro di porta concede il penalty. Alla battuta Daniele De Rossi, che con un destro potente batte per la seconda volta Ter Stegen. Il capitano raccoglie la palla in rete e la riporta a centrocampo, Di Francesco inquadrato a bordo campo indica ai suoi che ci sono ancora 30 minuti da giocare. Arrivano i cambi ed El Shaarawy sul secondo palo sfiora la rete con una zampata su cui il portiere blaugrana si oppone miracolosamente. Entra anche Cengiz Under che all’82’ corre sotto la Sud per battere l’ennesimo calcio d’angolo di serata. Palla tesa sul primo palo su cui spunta la testa di Manolas, la sfera in diagonale si spegne all’angolino. All’Olimpico succede di tutto, esultanza prolungata per almeno 3 minuti, Manolas corre sotto la Monte Mario trasfigurato in viso e sommerso dai compagni, sulle tribune i tifosi in lacrime non credono ai propri occhi. Mancano 8 minuti più recupero e la Roma è ad un passo dalla storica semifinale. Sugli spalti monta la paura, che sembra riaccendere il Barcellona fin lì totalmente umiliato dai giallorossi. Messi si incunea in area al 90′, vince due rimpalli ma la palla invece di terminare in rete, quasi magicamente, si ferma sui guantoni di Alisson. Dopo 4 minuti di recupero, che sembravano 4 ore, Turpin fischia la fine, la Roma vola in semifinale, sarà una notte di passione, festeggiamenti sfrenati negli spogliatoi, allo stadio, per tutte le vie della città. La Roma compie l’impresa più grande della sua storia recente, eliminando il Barcellona dei fenomeni, Pallotta viene portato in trionfo a Piazza del Popolo, un’osmosi collettiva tinta di giallo e di rosso…

ROMA-LIVERPOOL 4-2 (2 Maggio 2018):
“Ancora tu, ma non dovevamo vederci più” cantava Lucio Battisti, ritornello che sicuramente è tornato alla mente a parecchi tifosi della Roma al momento del sorteggio delle semifinali. La Roma ritrova l’odiato Liverpool, dopo la finale di Coppa dei Campioni persa all’Olimpico nel 1984. Trentaquattro anni dopo sembra un segnale del destino, quell’occasione che gli dei del calcio concedono a tutti, o quasi, per ribaltare la propria storia. La gara di andata si gioca ad Anfield, palcoscenico sul quale i Reds di Klopp sbranano gli avversari come se fossero prede. La Roma scende in campo con lo stesso schieramento del ritorno col Barça, questa volta c’è Under vicino a Dzeko e la prima mezz’ora è equilibrata. I giallorossi sfiorano il vantaggio con un missile di Kolarov, che Karius al contrario di quanto fa di solito, non riesce a deviare pienamente nella propria rete, palla sulla traversa e si prosegue. Salah spaventa la sua ex squadra con una discesa delle sue, ma Manè spreca tutto calciando alto. La Roma da lì in poi esce dal campo e viene travolta. 2 Salah, 2 Firmino e 1 Manè, la cinquina del Liverpool è servita nello spazio di appena 40 minuti. I cambi di Di Francesco però rispolverano la Roma e prima Dzeko, poi Perotti dal dischetto chiudono il match sul 5-2. Servirà un’altra rimonta. L‘Olimpico torna a riempirsi in ogni ordine di posto, con la stessa voglia di stupire per raggiungere quel sogno di Kiev, da matti solo pensarlo ad inizio stagione. Inizia il match, la Roma parte subito forte, ma uno scellerato retropassaggio di Nainggolan, spalanca la via del gol al solito Manè. Roma sotto, sembra tutto finito ma al 15′ Milner con un clamoroso autogol riaccende gli animi. Al 26’ sugli sviluppi di un corner, i Reds vanno di nuovo avanti con Wijnaldum, l’arbitro Skomina non nota un fallo netto su Dzeko poco prima della battuta a rete dell’olandese. Servono 4 gol per andare a Kiev, ma la Roma ci prova. Al 52′ il solito Dzeko va a segno per il 2-2, poi succede di tutto. Due occasioni clamorose sciupate sotto porta, un rigore incredibile non concesso per fallo di mano di Arnold sulla linea a porta sguarnita. Nainggolan trova il 3-2 all’87’ e poi realizza dal dischetto il 4-2 finale chiedendo scusa alla Curva per l’errore iniziale. La Roma esce, per un solo gol, con enormi rimpianti, per come ha affrontato la gara d’andata e per i tanti errori commessi, anche dalla terna arbitrale, nel match di ritorno. Sfuma il sogno dorato di Kiev ma all’Olimpico è comunque ‘Grazie Roma’…

ROMA-LAZIO 3-1 (29 Settembre 2018)
La quinta e ultima gara da ricordare del 2018 è il derby d’andata dell’attuale stagione. All’Olimpico si gioca Roma-Lazio, con i biancocelesti decisamente favoriti sui giallorossi, partiti decisamente male in campionato. La Roma ha bisogno di una grande partita, che le trasferisca fiducia. Di Francesco cambia modulo, passando al 4-2-3-1 con Pastore che giostra alle spalle di Dzeko e Florenzi alto, protetto da Santon sull’out di destra. La Lazio sfiora il vantaggio in due occasioni con Immobile, ma la difesa giallorossa regge bene l’urto e nella seconda parte del primo tempo è Lorenzo Pellegrini, subentrato all’infortunato Pastore, a prendersi i riflettori. Un ingresso in campo folgorante del centrocampista romano, da trequartista spacca letteralmente in due la partita, alla faccia del ‘nemo profeta in patria’. Dopo un paio di clamorose occasioni sprecate, la Roma passa in vantaggio: verticalizzazione lunga di Manolas, sponda di Dzeko per El Shaarawy che viene anticipato sotto misura, Pellegrini di spalle alla porta ha un solo modo per colpire e battere Strakosha in uscita, il tacco. E così è. La Roma è avanti, Pellegrini si è definitivamente preso la sua gente. Nella ripresa in contropiede i giallorossi avrebbero l’occasione per chiudere il match ma la difesa biancoceleste resiste. Al 67′ un clamoroso errore in disimpegno di Fazio, regala ad Immobile la ghiotta palla del pari, che il centravanti napoletano sfrutta al massimo. Un 1-1 che potrebbe tagliare le gambe agli uomini di Di Francesco, ma capitan De Rossi suona la carica e Pellegrini sale nuovamente in cattedra, conquistando una punizione pericolisissima al limite dell’area. Sul pallone Kolarov, che segnò con la maglia laziale in un derby del 2009. Il serbo scaglia una sassata col mancino che non lascia scampo a Strakosha ed esultanza rabbiosa sotto la Monte Mario. La Roma poi suggella la vittoria con Fazio che si fa perdonare e di testa insacca la rete del 3-1 finale su cross ancora di Pellegrini. Il derby è ancora giallorosso

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