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DE ROSSI: “Amo i tifosi della Roma, ma Kolarov è un fratello: si ricomponga la frattura. Mai pensato di smettere, se starò bene continuerò a giocare”

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CONFERENZA STAMPA – Queste le dichiarazioni di Daniele De Rossi, capitano della Roma, alla vigilia del match contro il Porto:

C’è bisogno di ricomporre qualche frattura? 
“Mi trovo un po’ in mezzo in questa situazione, perchè da una parte ci sono i tifosi che amo e che mi hanno sempre sostenuto e protetto, dall’altra c’è Alex che considero un fratello. Dico ai tifosi di fidarsi di me quando dico che è un grande professionista. Gioca in condizioni a volte difficili e non salta un allenamento, da il massimo per la Roma. Non è un romanista da bambino, ma uno che ci tiene a quello che fa. Preferisco uno come lui a gente che bacia la maglia, che fa dichiarazioni al miele e poi al primo dolorino sta fuori o non da il massimo per la Roma. Poi c’è sempre da ricordarsi che il tifoso va rispettato e assecondato quando l’ambiente è nervoso, ma mi auguro che questa piccola frattura si ricomponga”

L’esperienza dell’anno scorso servirà per quest’anno? 
“Il Porto è abituato a giocare queste partite ma anche alcuni nostri giocatori hanno più esperienza rispetto al passato. L’anno scorso poteva finire anche meglio. Dobbiamo pensare a preparare bene domani.”

Che cosa ti ha colpito della Roma mentre eri fuori? 
“Abbiamo fatto partite molto buone ma si notava che quando prendevamo un gol non riuscivamo a tirare fuori la testa. Ultimamente tranne Firenze abbiamo fatto bene.”

I tuoi compagni ti ritengono fondamentale in campo. In questi mesi di assenza hai pensato al tuo futuro? Se starai bene fisicamente vuoi continuare a giocare?
“Si se starò bene fisicamente continuerò a giocare. Riguardo ai ragazzi e al mister, loro non sanno quanto siano importanti per me, negli ultimi 3 anni mi hanno fatto sentire importante come mai in carriera, li ringrazio, anche perchè le mie prestazioni sono buone grazie a loro, anche per quanto mi hanno fatto sentire desiderato in questi mesi d’assenza dal campo”

Percepisci un rumore diverso quando entri in campo allo stadio? C’è un’emozione diversa nei tuoi confronti…
“Mi sono sempre sentito a casa mia all’Olimpico, sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene, credo sia un percorso analogo a quello di Francesco Totti, che ha trovato dei detrattori e poi tutti si sono inchinati alla sua grandezza. Poi penso a quello che faccio in campo, non penso a quando smetterò, l’importante è che la palla che io vada ad un altro con la mia maglia”

Siete stati tre-quattro volte sull’orlo del baratro, Di Francesco vi ha tirato fuori. Che cos’è che lui ha che vi aiuta quando le cose quando vanno male?
“Ha un’idea di calcio, che non cambia se le cose vanno male o bene, sa cosa succede in campo, riconosce i nostri problemi. Non sconvolge l’equilibrio della squadra, non è felice come dopo aver vinto una gara importante, gli umori degli allenatori sono ricchi di alti e bassi, più dei calciatori. Ha sempre tenuto la barra dritta, non ha mai perso la testa anche in una città dove non è facile rimanere saldi di testa e di polso. Sull’orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati momenti negativi, si è parlato del suo futuro, io sono stato anche quint’ultimo in classifica e fuori da tutte le competizioni, mi sentivo molto più sotto pressione allora”.

Hai pensato in questi mesi di aver smesso di giocare?
“Cerco di essere il più realista possibile, era un punto d’interrogativo più che una certezza. Ho fatto tre mesi seri, allenandomi bene, con grande sacrificio, credendo di poter rientrare. Il dubbio era su quanto avrebbe retto il ginocchio, lo è anche adesso, non avrebbe probabilmente sopportato l’operazione, se continuerà a rispondere positivamente, come adesso, se sto bene, con il giusto minutaggio, penso che potrei ancora continuare a giocare”

Esser rientrato in quel modo contro il Milan è stata una grande soddisfazione, questa partita per il significato che ha, soprattutto dopo quella pagina triste per te contro il Porto, può essere il coronamento del tuo percorso di recupero?
“Giorno dopo giorno ogni risposta positiva che mi da il ginocchio sono piccoli coronamenti di questo percorso. Bisogna pensare alla partita, la cosa importante per me è questo, non pensare per quanto ancora giocherò. Logicamente valuterò sempre le mie condizioni fisiche, terrò aggiornati mister e dottori, ma domani non è un test per la mia condizione fisica, quanto per l’importanza per tutti della sfida col Porto”

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