Di Francesco: 4-3-3 ma “Zemaniano a modo mio”, quel sogno tricolore da...

Di Francesco: 4-3-3 ma “Zemaniano a modo mio”, quel sogno tricolore da bissare “una freccia già scagliata”

SHARE

FOCUS CGR – “Ci sono due cose che non tornano mai indietro: una freccia scagliata e un’occasione perduta” quando Jim Rohn, imprenditore statunitense degli anni 30′ scrisse questa frase in uno dei suoi celebri libri, certamente non si riferiva al calcio.

Nella vita di un uomo, prima che di un professionista del pallone, ci sono esperienze e luoghi che restano dentro, se vissuti al 100% intimamente. Per Eusebio Di Francesco, Roma e la Roma hanno rappresentato più di un punto d’arrivo. Dopo l’esperienza da calciatore maturata tra il 97′ e il 2001, quella da team manager a metà degli anni 2000, il tecnico pescarese è pronto a riabbracciare i colori giallorossi, nel ruolo più importante e più delicato, considerata anche la particolare fase storica che la Roma sta attraversando. Di Francesco sarà a breve il nuovo allenatore della Roma, che quest’anno ha compiuto 90 anni e chi gli sta vicino lo descrive come un uomo che ha un tumulto dell’anima e un sogno da realizzare: tornare per rivincere lo Scudetto.

Nessuno mai nella storia giallorossa è riuscito nell’impresa di vincere il massimo titolo iridato da giocatore prima e da allenatore poi. Eusebio si giocherà questa chance, conscio del fatto che parte dell’ambiente romano lo accoglierà con un certo scetticismo. La colpa non è sua, ma delle alte aspettative di una città che non vince nulla da 10 anni e che l’ultima volta che ha festeggiato in piazza con bandiere e champagne, era il 2001 e sul soglio Pontificio c’era Giovanni Paolo II, al Quirinale risiedeva il Presidente Ciampi e la Nazionale di calcio guidata da Dino Zoff aveva appena perso al fotofinish l’Europeo contro la Francia di Trezeguet

“ZEMANIANO A MODO MIO” – Nonostante il legame affettivo e calcistico con il “Maestro”, Di Francesco recentemente in diverse interviste tenuto a sottolineare che il suo calcio, seppur ispirato al dogma boemo, ha assunto negli anni contorni e sviluppi diversi: “Zeman è il mio maestro. In un certo senso gli devo la carriera. Per Zdenek gli avversari vanno aggrediti sempre, comunque e ovunque. Io ritengo che in dati momenti non si debba cercare di rubare palla agli avversari. Qua sta la differenza”. Aggressione ragionata, è una delle chiavi del successo di Di Francesco, che col Sassuolo ha raggiunto un piccolo Scudetto: portare una squadra di provincia dalla B all’Europa League nel giro di quattro stagioni. Palla, corsa, organizzazione, ricerca della verticalizzazione, sovrapposizione continua dei terzini (ruolo chiave nel sistema di Di Francesco), valorizzazione dei giovani, sviluppo di schemi sulle palle inattive, intensità e gioco a due tocchi.

‘Di Fra’ è un personaggio poco mediatico: non ha uscite bizzarre alla Mourinho, non carica se stesso e la squadra creando nemici immaginari come Conte, certamente non avrebbe mai instaurato un conflitto di sentimenti con Totti come il suo predecessore Spalletti. E’ un allenatore elegante, determinato e caratterialmente molto più forte di quanto lo si descriva (il sangue abruzzese non mente). Sarri recentemente in un’intervista ha detto: “Hanno abituato questo paese a pensare solo al mercato, tutto l’anno. Io credo ancora nel lavoro e in chi si sacrifica per raggiungere un risultato, che sulla carta sembra insperato”. Dopo Allegri (Cagliari-Milan), Conte (Siena-Juventus), Sarri (Empoli-Napoli), la speranza dei dirigenti giallorossi è che Di Francesco faccia il definitivo salto di qualità a Trigoria, come i suoi illustri colleghi in precedenza. Certamente Di Francesco non lesinerà impegno (già da diversi giorni è al lavoro per immaginare, studiare, predisporre la sua nuova Roma) e come profilo di “addestratore” è perfettamente sovrapponibile ai tecnici sopracitati.

La differenza nel calcio, come in tutti gli sport di squadra, alla fine la fanno sempre gli attori protagonisti e cioè i calciatori: per giudicare il lavoro di Di Francesco bisognerà preliminarmente aspettare questa sessione di mercato, capire come Monchi riuscirà a strutturare una squadra sul solco di quanto lasciato da Spalletti e col pensiero al doppio impegno Campionato-Champions. Ma di certo Di Fra non si lascerà sfuggire quest’occasione, anche lui ha letto Jim Rohn…

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.