Di Francesco: “In Champions siamo cresciuti tanto. Il nuovo modulo ci da’...

Di Francesco: “In Champions siamo cresciuti tanto. Il nuovo modulo ci da’ certezze in più e su Salah…”

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Mister Eusebio Di Francesco ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano The Guardian in vista del match di Champions contro il Liverpool:

“In questa stagione siamo cresciuti molto. Negli ultimi anni la Roma non è riuscita a competere in Champions fino alle ultime fasi della competizione. In campionato invece siamo ancora in lotta per la qualificazione al torneo europeo, cosa che invece il Liverpool ha già raggiunto. Quello che facciamo è un lavoro, ma deve anche essere un divertimento. Venire al centro sportivo deve essere una gioia, questo è quello che dico sempre ai ragazzi. Il primo pensiero è prepararsi, divertirci insieme ma lavorare sodo. Devono divertirsi. Prima di tutto questo è un gioco”

Sul nuovo modulo: “Il calcio è dinamico. Anche quando parli di una difesa a quattro, finisci spesso per difendere a tre, o anche due, a seconda della situazione di gioco. La mia decisione di cambiare sistema era legata al fatto che con alcune squadre e con le caratteristiche di alcuni giocatori, una difesa a tre può darti un po’ di fisicità in più. Ottieni un po’ di forza in più, che serve specialmente in Europa”.

Su Salah: “I ragazzi mi hanno detto che è una grande persona, una grande professionista e uno che lavora duro. Non che mi serva che me lo dicano loro. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. Non dimentichiamoci che ho preparato diverse partite contro di lui quando era in Italia. Ma il fatto che molti lo conoscono può essere un vantaggio”.

Su Dzeko: “Ha alternato buone prestazioni con altre non altrettanto buone. Perché il City lo ha venduto? Mi sembra che Guardiola prediliga un attaccante con altre caratteristiche. Uno piccolo, più mobile e più veloce. Edin è una calciatore fantastico, ma con caratteristiche tecniche e fisiche diverse da quelle che Guardiola cerca”.

Su De Rossi e Florenzi: “Sono contento di avere due romani come loro in squadra. Ma tutti i calciatori devono avere un senso di appartenenza verso il posto dove giocano. Non solo loro due. Quando ero a Sassuolo, il Sassuolo era la squadra più bella del mondo, erano i neroverdi. Adesso sono un giallorosso. Non è una questione di ipocrisia, ma tutti dobbiamo avere un senso di appartenenza nel nostro lavoro. Tutti devono provare passione e amore per la propria squadra”.

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