Di Francesco-Simeone: il calcio ‘borghese’ contro quello vincente e proletario

Di Francesco-Simeone: il calcio ‘borghese’ contro quello vincente e proletario

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REPUBBLICA.IT – E’ accusato da anni di praticare un calcio speculativo e poco spettacolare. E’ tacciato di distruggere piuttosto che di creare. Lui, Diego Pablo Simeone, va avanti per la sua e risponde: “Il possesso? E’ sopravvalutato”. Difesa solida, carattere indomito e intensità. Guai a considerare il Cholismo solo un’idea di calcio. Il Cholismo è prima di tutto uno stile di vita. Umiltà, consapevolezza, lavoro e metodo. Pochi fronzoli e nessuna fantasia perché l’obiettivo non è lo spettacolo ma la vittoria. E se arriva in maniera ‘sporca’, ben venga.

Ecco, ora prendiamo questi princìpi e mettiamoli contro la propositiva (ma ancora in fase sperimentale) Roma di Eusebio Di Francesco, che martedì sera in Champions League esordirà proprio contro l’Atletico del Cholo Simeone in quella che – Chelsea permettendo – potrebbe essere la partita più ostica del girone, se non per il fatto che si specchieranno due filosofie opposte, quasi espressioni di stati d’animo in panchina. Un calcio sfrontato e per certi versi borghese contro un calcio operaio fatto di contatto, muscoli e ferocia. Un po’ come se un’arrembante squadra zemaniana dovesse scardinare un catenaccio stile Trap. Riuscireste ad immaginare cosa potrebbe venir fuori?

Per ora è facile intuire che dall’Olimpico nessuna delle due squadre uscirà snaturata perché se il mantra di Di Francesco è costruire (e divertire) col possesso e la manovra in verticale, quello di Simeone è lasciare il pallone tra i piedi dell’avversario e contrastarne gli attacchi. Ma una partita di calcio non è un dogma, una verità teorica facile da applicare al campo. Per Roma e Atletico infatti i problemi non mancano: la Roma è ancora da rodare nei singoli e nel sistema di gioco con Di Francesco che dovrà risolvere l’enigma sulla posizione di Schick (che comunque non sarà in campo a causa di un guaio muscolare) e perfezionare i meccanismi difensivi in una retroguardia cambiata per 3/4; l’Atletico, al contrario, gioca a memoria da anni, ma causa del blocco del mercato imposto dalla Fifa non ha potuto correggere nulla, evidenziando soprattutto nell’ultima uscita contro il Valencia (0-0 al Mestalla), limiti preoccupanti.

Quella madrilena è squadra corta e compatta che si muove come un corpo unico puntando sul pressing alto e sul disturbo della fase di costruzione: l’idea è attaccare difendendo per poi ripartire in contropiede. Occhio però, pensare all’Atletico come il classico pullman parcheggiato davanti alla difesa significherebbe banalizzare (e di molto) lavoro e traguardi di Simeone degli ultimi 6 anni. Non si vince Liga, Coppa e Supercoppa e di Spagna contro superpotenze quali Barça e Real (Barça e Real!), per caso. Un metodo che ti porta due volte in finale di Champions e ti fa alzare una Europa League e una Supercoppa europea ha ampiamente dimostrato di essere vincente. Ora la palla passa a Di Francesco. Riuscire ad ottenere risultati in una big con la sua idea di calcio è sfida ardua ma, remando tutti nella stessa direzione, non impossibile.

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