Florenzi a caccia di Roma. È un jolly o un gregario?

Florenzi a caccia di Roma. È un jolly o un gregario?

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Magari l’emergenza gli darà una mano, almeno domani: Alessandro Florenzi tornerà a disposizione di Spalletti, dopo aver saltato l’Udinese e il ritorno col Porto per un problema al polpaccio destro, e lo farà con la consapevolezza di chi, ancora una volta, non ha un ruolo preciso. In teoria, con Juan Jesus out e Bruno Peres che ha giocato già due gare di fila, potrebbe essere impiegato sia come terzino destro sia sinistro, in pratica il suo recupero consente al tecnico di avere una soluzione in più a centrocampo (dove Strootman giocherebbe la quarta gara in 12 giorni) e in attacco.

RISORSA – Florenzi inizierà quindi la sua 6a stagione di Serie A, la 5a dal via, visto che nel 2010-11 fece in tempo solo a regalarsi l’esordio. Da quel giorno ha giocato in tutto 170 partite in giallorosso, realizzando 23 reti (tante quante ne aveva fatte in Primavera) e 22 assist. In questi anni da ragazzino s’è fatto uomo, in campo e fuori, da promessa è diventato calciatore affermato, solo una cosa è sempre rimasta uguale: dove gioca meglio Florenzi? Scherzando, ma neanche troppo, da Boston ha detto che ormai è abituato, che potrebbe fare persino il portiere, ma dopo che la Roma ha fatto un investimento così importante su un terzino come Bruno Peres è chiaro a tutti che il suo futuro non sarà in difesa.
CHI SI RIVEDE – Forse giocherà arretrato domani contro il suo amico Borriello, ma il futuro lo vede qualche metro più avanti. Più vicino alla porta, anche, e non è detto che sia un male: il Cagliari, ad esempio, lo ispira, visto che in 4 partite ha fatto un gol e tre assist. Nella Roma non è considerato spesso nell’undici titolare, ma guai a dirlo a Spalletti: di Florenzi si fida, anzi, è convinto che, mercato a parte, sia un elemento talmente prezioso da fargli considerare a posto, anche se «non foltissimo», il centrocampo. Reparto dove però, va detto, Florenzi non gioca da tre anni: con Garcia faceva la punta esterna, poi la retrocessione in difesa, e tanti saluti alla zona nevralgica, dove invece lo vedeva bene Zdenek Zeman.
IL CONTRATTO – Ora, nel pieno della maturità, dopo un Europeo in cui è stato molto più protagonista del compagno El Shaarawy, arriva il momento topico: a 25 anni è tempo del definitivo salto di qualità, da sfruttare facendo il jolly o avendo un ruolo fisso, ma comunque giocando con continuità. Anche perché nei prossimi mesi il suo agente tratterà con la società il rinnovo del contratto, che sarà quello della vita: l’attuale scade nel 2019, Florenzi ora guadagna 2 milioni più premi, l’intenzione è di prolungare e adeguare lo stipendio, anche in virtù del fatto che quando smetteranno Totti e De Rossi sarà il capitano. Tutto facile, quindi? Sulla carta sì, ma se alla fine questo continuo avanti e indietro in campo dovesse penalizzarlo, come presenze e rendimento, le riflessioni da fare sarebbero tante. Un’eventualità che nessuno, per ora, prende in considerazione, soprattutto per la disponibilità che Florenzi ha dimostrato nel calarsi in un ruolo, quello di terzino, che non ha mai sentito davvero suo.

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