FOCUS CGR la Roma dell’anno scorso non c’è più, a Trigoria solo...

FOCUS CGR la Roma dell’anno scorso non c’è più, a Trigoria solo fantasmi (del passato)

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LJAJIC 1 RM PARMA

“Tutti al mare, tutti al mare…” cantava la splendida Gabriella Ferri a metà degli anni 70′, canzone che rappresenta oggi il sentimento “goliardico” del tifoso romanista, che ripensando brevemente alla stagione della Roma, pessima fino a questo momento, e purtroppo in odore di finire peggio, si sta chiedendo dove sia finita la vera Roma.

Detto che il sentimento meno scherzoso e più giustamente becero ma icastico (Lotito docet) viaggia veloce attraverso i media, attraverso i social e gli sfoghi radiofonici, ieri all’Olimpico si è consumata l’ennesima prova deludente della stagione, l’ennesima tappa vergognosa di una corsa, che dopo il primo mese di (apparente) discesa è sempre stata in pendenza: una montagna quasi impossibile da scalare, che ha visto i giallorossi cadere a Torino sotto i colpi di Rocchi, uscire dalla Champions in malo modo subendo la peggiore umiliazione della storia europea, di una squadra italiana nelle gare casalinghe, perdere a Napoli senza scendere in campo, pareggiare in maniera incredibile in casa con Sassuolo, Empoli, Parma e Milan, (non si vince allo Stadio Olimpico dal 30 Novembre), uscire dalla Coppa Italia ai quarti di finale, dopo aver rischiato agli ottavi contro la squadra di Sarri.

Quando Garcia ieri afferma in conferenza stampa che “in questa stagione non è vero che non si è fatto nulla mente a se stesso, ai suoi giocatori e soprattutto ai tifosi: la Roma finora ha sbagliato tutti gli appuntamenti importanti, ha perso contro tutte le squadre del suo presunto livello, ha abbandonato anzitempo competizioni che l’avrebbero potuta vedere protagonista ancora a lungo.

La squadra giallorossa – ammesso che si possa ancora definire tale – si sta sgretolando, pezzo dopo pezzo, intenzione dopo intenzione, sul campo e fuori dal campo: una compagine spenta, lenta, che gioca sotto ritmo, che appare in alcuni elementi addirittura svogliata, un insieme di calciatori o meglio, un insieme di ologrammi in buona parte, che non ha più un’idea di gioco, un’idea di se stessi.

GARCIA 2   RM PARMAUna squadra vittima di una sindrome di ridimensionamento, dovuta in parte alla perdita di calciatori fondamentali come Benatia, Castan, Strootman, il vero Maicon – un blocco granitico che la scorsa stagione ha trascinato la Roma – e in parte dovuta ad errori di società e tecnico che hanno sopravvalutato alcuni calciatori, che hanno preparato male la stagione sul piano atletico e sul piano mentale, che hanno sbagliato scelte programmatiche e che forse, hanno riposto troppa fiducia, in un gruppo privo di leader e di qualità umane assolute.

“La chimica potente, il mutuo soccorso, la Roma che il mondo fa tremar, vinceremo lo Scudetto…” tutte belle dichiarazioni, tutte belle frasi, specchio di intenti nobili ma purtroppo irrealizzabili, perchè travolte dall’onda anomala di una stagione sbagliata, costruita male e che purtroppo potrebbe finire peggio.

E’ inevitabile ora provare a mettere dei paletti ben definiti, perchè il giornalista, il tifoso, l’osservatore sui generis non è chiamato a trovare soluzioni, compito che spetta a squadra, tecnico e società, ma al limite può e deve esprimere, in una dialettica onesta e libera, un parere: si può affermare senza timore di smentita, che la Roma dell’anno scorso per motivi diversi non esiste più. E’ sbagliato continuare a fare paragoni tra la squadra della scorsa stagione e quella di quest’anno, perchè le motivazioni, gli uomini, le qualità in campo, le prospettive e l’ambiente da cui si partiva erano totalmente opposti.

Si iniziava in un clima di violenta contestazione a tutto: società, giocatori e allenatore, che neanche era arrivato a Roma e già sull’aereo che portava da New York nella Capitale, sentiva il fiato sul collo del pubblico giallorosso. Sabatini azzeccò tutte le scelte di mercato, costruendo una squadra di ottimi elementi intorno a 3 o 4 leader assoluti, che per 38 partite su 38 hanno trascinato la Roma dal 1′ all’ultimo minuto della stagione. 0 proclami, poche chiacchiere, tanti fatti ma soprattutto tanti attributi.

Secondo posto, calcio spettacolare, rapido, efficace, partecipativo, con un allenatore che in pochi mesi si è portato dalla sua parte un consenso plebiscitario del pubblico. 0 titoli è vero, ma la consapevolezza di aver messo le basi ad un progetto vincente.

Poi è arrivata l’estate, la grana Benatia, l’insolita preparazione tra tournée e mini ritiro austriaco, la corsa al rinnovo contrattuale ingiustificata dall’assenza di risultati sportivi effettivi, i ritardi di Maicon, lo stravolgimento dell’intera linea difensiva, l’assenza prolungata di Strootman, poi quella sfortunata di Castan, Totti con un anno in più, la mancata esplosione di alcuni singoli, i 20 infortuni muscolari, il furto di Torino, la batosta col Bayern, l’intermittenza di alcuni singoli, la sparizione di Pjanic, la Coppa d’Africa, la “pareggite”, l’emergenza totale ed eccoci qua.

In poche righe il tumulto interno di una squadra che si è sfaldata e che fa fatica a ritrovarsi, perchè semplicemente non è più quella dell’anno scorso. A.A.A. cercasi la vera Roma, ma vi prego, non parliamo più di quella dello scorso anno, perchè non esiste più, a Trigoria girano fantasmi (del passato) e cercano ghostbusters per disinfestare il centro sportivo, il timore più grande è che questa sia la normalità, mentre lo scorso anno l’eccezione.

 

 

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