G R A Z I E C A P I T...

G R A Z I E C A P I T A N O

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Caro Francesco, sono oltre le 4 ma dormire stanotte è impossibile. Chissà quanti altri ora, come me, sono sul letto a pensare, ricordare e versare lacrime pensando che il grande momento è arrivato. Tra qualche giorno nessuno urlerà più il tuo nome. Dobbiamo dirci addio, è ora di separarci. Ma non voglio farlo. Non ci riesco. Più si avvicina l’ora della partita più cresce la malinconia, la voglia di prendere l’orologio e riportare le lancette indietro. Farlo ancora, ancora e poi ancora. Finché qualcuno non ci sveglia e ci dice che non è vero. Che non sta succedendo niente. Che siamo solo all’inizio e non alla fine di questa bellissima favola.


Rivedere una vecchia foto, una simpatica esultanza o un bel video sulle tue prodezze non basta e non basterà. Perché 25 anni so’ troppi France’. Sono infiniti e per noi sono tutto. Non vederti più su quel campo è portarci via la nostra realtà. Dove esisti solo tu e nessun altro. Non esiste una Roma senza di te. Non esiste un campionato di Serie A dove non ci sia il tuo nome impresso sopra a caratteri cubitali. Non è bello sapere che tra qualche ora qualcuno verrà e ci strapperà via un pezzo di cuore. Fai qualcosa France’. Perché pensare a quello che verrà è troppo dura.

Il primo gol al Foggia, quello d’esterno con il Milan, la stoccata di destro alla Salernitana, l’applauso sotto la Sud a Roma-Fiorentina, il ‘Vi ho purgato ancora’, la rete dello Scudetto, il cucchiaio al derby, quello a Julio Cesar, il primo ciuccio in bocca, l’infortunio, il rigore contro l’Australia, la doppietta al Messina, Roma-Samp, il selfie, la rimonta sul Torino. Quante ne abbiamo vissute insieme? Solo noi possiamo saperlo. E solo noi possiamo capirlo. Chi non ha mai ‘vissuto’ questi colori come noi non riuscirà mai a comprendere cosa vuol dire essere Francesco Totti. Essere e sognare di diventarlo. Totti: il punto d’unione, il faro nella notte, l’immagine più azzeccata che possa esserci per identificare un solo elemento con un’intera città, un popolo, un’era. Chi è nato dopo gli anni ’80 non ricorda una Roma senza la maglia del numero 10 in campo. Chi è nato prima lo ha sempre considerato come un figlio. Il bambino che tutti sognano di avere: un calciatore che si erge a capo di un popolo e ne difende i colori con fierezza e orgoglio, urlandone il vanto in tutto il mondo.

Da lunedì non sarà più niente come prima. Finisce un’epoca. Finisce una storia, la più bella della nostra vita. Sei stato il colore giallo del sole e quello rosso dell’amore. Quell’amore che ci hai trasmesso, che ci ha fatto tremare, che ci ha permesso di sognare. Insieme abbiamo scritto le pagine più emozionanti ma non siamo ancora pronti a chiudere questo racconto. Sei la storia che racconteremo ai nostri figli quando ci chiederanno chi sono gli eroi. Hai reso le nostre vite uniche. Perché nessuno potrà mai essere altrettanto fortunato di chi ha visto giocare almeno una volta Francesco Totti, il Re di Roma.

Grazie France’, ti ameremo per sempre. Come tu ci hai insegnato a fare…

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