Gandini: “Col Liverpool occasione storica, c’è grande entusiasmo nel gruppo”

Gandini: “Col Liverpool occasione storica, c’è grande entusiasmo nel gruppo”

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Umberto Gandini – ad della Roma – ha parlato ai microfoni di Radio 24 nella trasmissione “Tutti convocati”. Queste le parole del dirigente giallorosso:

Come si vivono le vigilie così?

Adesso che abbiamo passato lo scoglio Spal ci possiamo pensare. Veniamo da una prestazione straordinaria, che ci ha permesso di arrivare qui. Ora siamo curiosi di vedere quanto siamo bravi davanti ad un’occasione storica.

Le ricorda qualcosa?
I ricordi sono un po’ sbiaditi. Era molto più vivo il ricordo della partita col Barcellona, perché lo scoglio era di quelli insormontabili. Mi ricordo Milan-Manchester Utd, dove abbiamo perso ad Old Trafford e vinto a San Siro. Mi piace pensare di essere in quel mood. La squadra è consapevole e la viviamo con gioia e consapevolezza di esserci.

E’ lo spirito libero di chi ha già fatto un miracolo?

Delle quattro rimaste il percorso della Roma è stato ed è il più difficile… Credo che ce la siamo guadagnata sul campo quindi adesso devono continuare quel sogno che coltivano e che facciamo come società e città.

Che rappresenta per Roma questa semifinale?

Dopo il Barcellona si è entrati in una specie di guscio, di sogno e di impresa. Rappresenta molto per la società, per Pallotta, per chi crede nella Roma e per la città stessa che vive un ottimo rapporto con la squadra. C’è grande positività.

I risultati raccontano una distanza diversa dalle altre…
Il calcio di club rappresenta un movimento più vasto rispetto alla Nazionale. Ci sono componenti che non sono rappresentative dell’Italia. Ci sono allenatori italiani che guardano la partita in modo diverso, che cercano risultati attraverso il gioco e cercano di imporre una filosofia. Nel club si sta sui prodotti del settore giovanile e meno sul mercato. La Nazionale ha avuto un incidente di percorso, dietro c’è una scuola che non è mai avara di talenti. La tanto rinomata Cantera del Barcellona non produce più. L’ultimo prodotto è Sergi Roberto, questo dice tutto.

L’Italia è indietro su molte cose. Speriamo che si faccia lo stadio della Roma…
Rimane un problema di risorse. Quando sei una squadra italiana che ha risorse, come la Juventus, sui 40 milioni, e ti confronti con altre realtà che hanno più di 100 milioni. E’ un gap che puoi colmare sul campo con allenatori e giocatori, ma al di fuori devi trovare risorse che ti fanno competere ad armi pari. L’ultimo grande evento in Italia è stato Italia 90. Abbiamo perso gli Europei del 2008, 2012 e del 2016, sono mancati per poco e per politica. Gli stadi dove giochiamo oggi sono figli di Italia ’90.

Quanto ci crede lei alla gara di martedì?

Ci crediamo tutti perché giochiamo una semifinale cosa che non capita tutti i giorni e giochiamo contro una squadra forte che rappresenta una delle nobili del calcio europeo molto forte ma che concede anche. Abbiamo una grandissima opportunità di scrivere un’altra pagina storica”

Semifinale tra chi ha venduto Salah e Rudiger a giugno e chi ha dato via Coutinho a gennaio. A volte si possono ottenere risultati anche vendendo giocatori…

Il Fair Play è importante, ma è anche costruire qualcosa. Siamo qui anche grazie a chi è arrivato per sostituire chi è partito. E’ il lavoro di Monchi e della società per arrivare a questo punto.

La Roma raggruppa il tifo di tutta Italia. Sarà una responsabilità in più?
Sicuramente, la sentiamo. Non è nemmeno solamente italiana, perché aver eliminato il Barcellona, una delle favorite, ci ha dato una spinta ulteriore da fuori, da chi vede in noi la voglia di rivalsa. Noi ce la prendiamo queste responsabilità ma con rispetto e consapevolezza, con la leggerezza mentale che abbiamo un’opportunità unica. Ci sarà una finale inaspettata: o il Liverpool o la Roma sarà in finale ed è un bene per la competizione.

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