Gattuso: “Nainggolan il mio erede. Nel 99′ fui ceduto alla Roma e...

Gattuso: “Nainggolan il mio erede. Nel 99′ fui ceduto alla Roma e su Totti…”

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Gennaro-Gattuso

Queste le parole di Rino Gattuso, ai microfoni di 1927 sui 101.5 di Centro Suono Sport. 

Milan-Roma atipico, sono sempre state grandi partita, ma ora solo la Roma è una grande squadra?
“La Roma si gioca tanto, è tornata seconda, sarà una partita molto importante, ci sta dopo 28 anni di gestione Berlusconiana, un momento negativo, ma questo momento risalta all’occhio, c’è tanta improvvisazione. Non so se cederà, spero lo faccia a persone per bene, che facciano fare il salto di qualità al Milan, c’è da migliorare la squadra. Ho vinto tanto al Milan, è triste vederlo così, ho sempre avuto la sensazione che c’era una grande organizzazione, ho sempre visto nel Milan comandare uno solo, Galliani e quando veniva il presidente stavamo tutti sugli attenti, oggi c’è più confusione, Barbara qualcosa dice, Galliani dice e si crea confusione, noi atleti andiamo sempre alla ricerca degli alibi e se ci sono nello spogliatoio”

Inzaghi ti ha replicato in maniera piccata, dopo che tu hai detto che è un po’ stanco?
“Io l’ho detto con il sorriso, Pippo si è risposto da solo, se pensa di non essere stanco, va bene così, la trovo fuori luogo ma non voglio polemizzare con un compagno con cui ho vinto tanto”

Nainggolan? Ti rivedi in lui?
“Si, anche se lui è molto più bravo di me tecnicamente, ma vedo che ha rabbia, che ha l’occhio da tigre, può crescere ancora molto e dare tanto al suo club”

Sei stato vicino alla Roma?
“Ero stato già ceduto alla Roma quando ero a Salerno, poi avevo una famiglia di milanisti e per me il Milan era un sogno, si inserirono e mi presero

Allenerai in Italia o all’estero?
“Ho voglia di tornare, mi manca il campo, devo scegliere bene: sbagliare una volta va bene, la seconda pure, ma se sbaglio la terza sono uno scemo. A Creta è stata un’esperienza incredibile, ho lavorato con dignità e professionalità, oggi non lavoro per il denaro, ma per la libidine di imparare, esser stato un grande giocatore non vuol dire diventare un grande allenatore”

Cosa è mancato alla Roma quest’anno?
“Con tutti gli interpreti ha raggiunto il massimo l’anno scorso, tutti hanno dato il 100%, quest’anno tutti credevano di ripartire da quel livello, soprattutto in società, e quest’anno la scelta di valutare i giocatori è stata fatta con gli occhi dello standard dell’anno scorso”.

Totti? Sembra non voler smettere?
“Francesco è un giocatore unico nel suo genere, lui e Pirlo sono stati negli ultimi 20 anni la massima espressione del calcio italiano, non avrei mai pensato che arrivasse a quasi 40 anni a giocare da protagonista, nonostante gli infortuni che ha avuto. Quando arrivi alla fine della carriera devi decidere da solo se smettere o no di giocare, è brutto se decidono gli altri, sarà importante il parere delle persone che gli vogliono bene e gli sono vicino”

 

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