Il Barcellona di Valverde: l’ordine nell’estro ‘Messicentrico’

Il Barcellona di Valverde: l’ordine nell’estro ‘Messicentrico’

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L’AVVERSARIO CGR – Nell’andata dei quarti di finale di Champions League, la Roma volerà al Camp Nou per affrontare il Barcellona di Messi.

VALVERDE DALLE CRITICHE AL SOGNO TRIPLETE – Dopo l’esperienza e le relative vittorie di Luis Enrique, il direttivo blaugrana ha affidato la scottante panchina del club ad Ernesto Valverde. Forse in pochi ricordano che lo spagnolo, nato nella provincia di Caceres, ha giocato con la maglia del Barcellona per due stagioni alla fine degli anni 80′. Attaccante di ottimo valore, dopo la vittoria della Coppa delle Coppe e della Coppa del Rey, Valverde si è trasferito all’Athletic Bilbao dove ha realizzato 44 reti in 170 partite. In terra basca parte l’avventura da tecnico del 54enne spagnolo che dopo l’esperienza formativa nelle giovanili, guida il club basco per 5 anni vincendo una supercoppa di Spagna. Poi la chiamata dell’Olympiakos dove Valverde completa il suo percorso formativo vincendo 3 campionati greci e 2 coppe nazionali. Villarreal, Espanyol e nuovamente l’Athletic Bilbao (sconfitto lo scorso anno in Europa League dal Sassuolo di Di Francesco) e infine la chiamata blaugrana.

Valverde ha conquistato in carriera 329 vittorie da allenatore su 634 gare assolute, merito di un calcio non eccessivamente spettacolare ma efficace e redditizio. Dopo aver lavorato con continuità sul 4-2-3-1, il tecnico spagnolo ha saputo modulare il suo credo tattico sulle caratteristiche dei super campioni blaugrana. Il Barcellona, reduce da una stagione incolore con grosse delusioni tra Liga e Champions League, è stato in parte rivoluzionato: oggi è una squadra più ordinata tatticamente, con una fase difensiva straordinaria (miglior difesa d’Europa nei 5 massimi campionati e solo 2 gol incassati in Champions League) complice un atteggiamento sul campo meno spregiudicato. Il dato del possesso palla resta superiore alla media delle avversarie, ma oggi i blaugrana praticano anche un calcio di rimessa all’occasione, sfruttando la velocità di Messi e Suarez e la capacità d’inserimento dei terzini (Alba e Sergi Roberto) e degli intermedi (Rakitic e Paulinho o Iniesta).

MODULO MESSICENTRICO – Genericamente il Barça gioca con un 4-4-2, spesso disposto a rombo con Busquets “l’equilibratore” davanti alla difesa, Rakitic e Iniesta o Coutinho mezzali e Paulinho a sostegno di Suarez e Messi oppure con un 4-3-3 sfruttando la velocità di Dembelè, rientrato da poco da un lungo infortunio. Il dies argentino ha subito l’ennesima evoluzione calcistica della sua carriera: da punta esterna a falso nueve con Guardiola, da trequartista funambolo al pari di Neymar a sostegno di Suarez con Luis Enrique a reale seconda punta molto più accentrata nel calcio di Valverde. I numeri raccontano di un Messi raramente in uno stato di forma così straordinaria, capace finora di realizzare 35 gol stagionali e 16 assist vincenti in 43 gare disputate. La fotografia del Barcellona odierno sono i 2 minuti straordinari della sfida di sabato scorso col Siviglia: dopo il 2-0 momentaneo degli uomini di Montella, sono bastati 120 secondi all’argentino per innescare Suarez e relizzare lui stesso la rete del pareggio finale.

Sono 48 le partite stagionali disputate dal club blaugrana: 34 le vittorie, 11 i pareggi e solo 3 le sconfitte (due delle quali nella supercoppa di Spagna persa ad agosto contro il Real Madrid). Dall’inizio del 2018, il Barcellona ha disputato 21 partite tra campionato e coppe incassando solo 11 gol, perdendo solo con l’Espanyol in Coppa del Rey per 1-0 e realizzando 47 reti.

 

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