Il codice trasversale degli ultrà: curve a lutto per il “caduto Dede”

Il codice trasversale degli ultrà: curve a lutto per il “caduto Dede”

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LA REPUBBLICA (M. PINCI) – La legge degli ultrà ha una regola: accettare la “sconfitta”. Chi cade in guerra, durante gli scontri, è un eroe e come tale va ricordato. Per questo da due giorni il tifo organizzato dell’Inter è in lutto. Il volto di Daniele Belardinelli, l’ultrà morto durante gli scontri prima di Inter-Napoli, accompagnato da un “ciao fratello” è tutto ciò che resta del sito della Curva Nord di San Siro. Niente comunicati, niente accuse, nessun grido di rabbia né proteste per la trasferta vietata che impedirà di ricordarlo. Lo faranno, paradossalmente, i “rivali”. La giornata di campionato che qualcuno temeva diventasse una lunghissima scia di quella notte da incubo, si trasformerà in tutti gli stadi d’Italia in una commemorazione del compagno caduto. Una rappresentazione dell’ideologia comune attraverso il ricordo di “uno di noi”, come già la vittima viene ricordata sui profili di tanti gruppi storici. Non solo quelli nerazzurri. Una diffusissima solidarietà ai tifosi interisti – anche se Belardinelli era membro del gruppo “Blood Honour” del Varese calcio – che arriverà in particolare da tifoserie amiche, a partire da quella laziale. Sui social, i gruppi ultrà di tutto il Paese hanno già iniziato le commemorazioni e “deposto le armi”: gli interisti hanno persino rinunciato a comunicati o prese di posizione contro le chiusure di San Siro o il divieto di trasferta decisi per gli ululati razzisti: nulla, solo una silenziosa presa di coscienza. E a lutto sarà anche la curva dei tifosi del Napoli: proprio durante l’agguato ai napoletani in trasferta Belardinelli è rimasto ucciso dal suv che lo ha centrato, eppure per la filosofia ultrà quella morte è una morte di tutti.

Allo stadio, sotto gli occhi di Kalidou Koulibaly che nonostante la squalifica prenderà posto in un San Paolo pronto ad accoglierlo colorato da maschere con il suo volto in segno di vicinanza per i cori ricevuti a Milano, andrà in scena la dimostrazione solidale tra tifoserie rivali. In realtà, c’è anche chi avrebbe meditato un gesto: a Roma, tra qualche gruppetto, stava germogliando l’idea di una sorta di “vendetta” contro Napoli per la morte di Belardinelli. Un sentimento però isolato che non ha trovato adesioni. Gli incroci tra le questure di Roma, Bergamo e Torino, ossia dove agiscono alcuni tra i gruppi più caldi d’Italia, non hanno dato riscontro fino a ieri di elementi che facciano pensare a “vendette” particolari. Resta però vigile l’attenzione delle forze dell’ordine per la cosiddetta “ordinaria follia”. Una concentrazione particolare sarà riservata sull’asse Parma-Reggio Emilia. I 1500 tifosi dell’Atalanta in trasferta al Mapei Stadium, potrebbero incrociare i 3mila romanisti – con cui i rapporti sono tesissimi – attesi a Parma. Dove troveranno, per giunta, la tifoseria di casa, gemellata con quella dell’Hellas Verona: impossibile escludere infiltrazioni, anche in ragione degli incidenti di un anno fa a Verona tra le due parti. Se gli ultrà interisti hanno scelto un profilo basso, tanti altri tifosi nerazzurri urlano di rabbia: «Non possiamo pagare tutti per quattro scemi», l’idea di molti frequentatori abituali di Curva Nord, tutta venduta in abbonamento. L’Inter per ora non annuncia ricorso per ovvi motivi di opportunità. Ma medita di farlo, in ogni caso sta valutando la cosa: anche perché a ottobre per un episodio simile, la Juventus se la cavò con la chiusura per un turno della curva più un altro turno congelato dalla condizionale.

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