Jordan e i suoi fratelli. La Roma azzanna anche il Napoli

Jordan e i suoi fratelli. La Roma azzanna anche il Napoli

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A BOTTA CALDA – Era l’esame di maturità e la Roma di Fonseca lo ha superato a pieni voti. Dopo i successi su Milan e Udinese, all’Olimpico i giallorossi hanno superato anche il Napoli di Ancelotti, che per l’occasione aveva schierato l’artiglieria pesante: Ruiz, Callejon, Milik, Mertens, Insigne e Zielinski. Il meglio – qualitativamente parlando – a disposizione del tecnico azzurro. Si pensava ad un Napoli in totale dominio del match e invece la Roma ha sorpreso tutti, forse anche i partenopei. Pressing alto, possesso palla e improvvise verticalizzazioni sull’asse Zaniolo-Pastore-Kluivert. 

RIGORI PALI E SLIDING DOORS – Una gara che ha vissuto di momenti e flussi di gioco alterni, che poteva assestarsi definitivamente sui binari giallorossi se Kolarov, dopo il missile scagliato da Zaniolo per la rete dell’1-0, non avesse sbagliato il primo dei due rigori concessi da un Rocchi in formato Europeo. Ultimo quarto d’ora del primo tempo tutto a tinta azzurra, con Milik, Mertens e Zielinski vicinissimi al gol del pari e fermati anche da due legni. Nella ripresa però la Roma è tornata padrona del campo e la coppia Veretout-Mancini ha suonato la carica, alzando come due indemoniati la linea del pressing. Mostruosa la prova del centrocampista francese, che oltre alla prima rete dal dischetto del momentaneo 2-0, ha recuperato decine di palloni, costruendo il gioco dal basso e sostenendo ogni compagno in difficoltà. A nulla è valso il gol dell’1-2 di Milik, arrivato a causa dell’unica vera disattenzione della retroguardia giallorossa, comandata da uno Smalling sempre più leader e protagonista. La Roma ha vinto grazie a carattere e attributi, grazie al lavoro tattico e psicologico di Fonseca, capace di trasformare le difficoltà in possibili risorse, le necessità in virtù calcistiche. La sensazione è che nel gruppo giallorosso sia scattata la scintilla giusta, dopo un anno di totale oscurantismo sul piano della coesione, dell’unione d’intenti, della personalità. La Roma oggi è un gruppo solido, arcigno, che sa rispondere colpo su colpo alle avversarie, affrontandole con un’organizzazione tattica straordinaria e una qualità offensiva ritrovata. Pastore, su tutti, è il simbolo della rinascita tecnica della Roma: rabone, colpi di tacco, un rigore conquistato, un paio di gol sfiorati e 11 palloni riconquistati. Parola d’ordine ora: recupero. Giovedì, al Borussia Park, ci sarà un’altra battaglia…

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