Juve & Roma puntano al Siviglia. Evitare Real, Barça e il derby

Juve & Roma puntano al Siviglia. Evitare Real, Barça e il derby

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Corriere della Sera (P.Tomaselli) – Come nelle grandi salite del ciclismo mondiale, sopra i 2.000 metri di altitudine cambia tutto: il paesaggio, l’ossigenazione, persino l’esposizione ai raggi solari. È tutta un’altra dimensione, solo per pochi eletti, anche quella dei quarti di finale di Champions League che nascono oggi alle 12 a Nyon, sede della Uefa: quali cime dovranno affrontare Juventus e Roma per continuare il cammino verso la finale di Kiev del 26 maggio? Le più alte sono sempre loro, immutevoli negli anni come l’Alpe d’Huez o lo Stelvio: Leo Messi, neo «centenario» (100 gol per lui in Champions) e Cristiano Ronaldo, che di gol ne ha fatti 117, giocando però più partite. La media realizzativa dei due fenomeni è simile, 0,79 gol a partita per CR7, 0,81 per l’argentino. Come è simile l’inquietudine che sanno diffondere anche in uno come Massimiliano Allegri, che li ha fermati due volte negli ultimi anni, ma contro di loro ha perso due finali: «Chi vorrei evitare? Dico il Barcellona, dato che sono otto anni che mi capita, un po’ di clemenza – l’invocazione di Max, che ha già giocato con i blaugrana nel girone eliminatorio -. Abbiamo battuto sia Barça che Real nella doppia sfida, ma non in finale, qualcosa non torna. Il Real ha fatto tre mesi in vacanza e ora gioca, è evidente».

Se c’è una sfida che intriga Allegri più delle altre è sicuramente quella a Guardiola e al suo Manchester City: prima che l’allenatore della Juve si travestisse da trapattoniano di lungo corso – nel gioco delle parti in contrasto col Napoli di Sarri – era infatti Pep il suo modello, il collega che più l’ha messo in difficoltà, col Barça e col Bayern e con il quale avrebbe più stimoli in faccia a faccia. Ma è chiaro che non c’è fretta, per certe sfide ci sono pur sempre le semifinali o la finale: se dall’urna uscissero Siviglia, Liverpool, Roma o Bayern, Allegri se ne farebbe una ragione. Lo stesso discorso vale per Di Francesco, con una sfumatura: la Juve sarebbe più contenta di affrontare la Roma di quanto non sia vero il contrario, ma per entrambe il derby non è gradito. La sfida tutta italiana manca dai quarti del 2005 (passò il Milan con l’Inter). Da tenere d’occhio c’è pure il calendario. La Juve avrà Milan e Benevento a cavallo dei quarti, la Roma giocherà con Bologna e Fiorentina. E Juve-Milan, posticipo serale del sabato di Pasqua, potrebbe essere anticipata al pomeriggio se i bianconeri dovessero poi giocare il 3 aprile.

Gli incroci, più affascinanti che pericolosi, però non si esauriscono a Juve-Roma. C’è Vincenzo Montella col suo Siviglia, che ha realizzato l’impresa degli ottavi, vincendo contro lo United di Mourinho. Con un giocatore come Ben Yadder, che doveva essere venduto a gennaio e invece è diventato l’eroe di Old Trafford. Lo stesso Siviglia per dieci anni è stato la casa di Monchi, d.s. spagnolo della Roma. E poi c’è anche il Liverpool di Salah, che ha lasciato i giallorossi diventando un idolo di Anfield Road. Quasi sottotraccia, c’è il Bayern: nessuno lo inserisce tra le squadre da evitare a tutti i costi, ma nemmeno tra quelle più gradite. Dopo Guardiola e Ancelotti, in panchina è tornato Heynckes, 73 anni, detto «Osram», perché il suo volto si accende a tratti come una lampadina. Il suo Bayern, nel 2013 fu l’ultimo a trionfare, prima che Ronaldo e Messi decidessero di (ri)salire in alta montagna. E di tenersi il pallone, senza scendere più.

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