La Roma parte male poi si riprende. Dopo la sosta la verità

La Roma parte male poi si riprende. Dopo la sosta la verità

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La Stampa (G.Buccheri) – Mai come questa volta il bottino pieno conquistato dalla Roma pesa. Due i motivi: battere il Sassuolo era condizione essenziale per non perdere la bussola dopo l’addio, amaro, all’Europa League di giovedì sera. E mandare in tilt la resistenza degli emiliani era indispensabile per presentarsi, dopo la sosta, senza aver perso ulteriore terreno dalla prima della classe alla tappa di campionato che, nelle speranze romaniste, può avere il valore dell’ultima svolta (la Roma affronterà l’Empoli in casa, la Juve è attesa dalla trasferta trappola di Napoli).

TABELLA SPALLETTILa Roma gioca per la classifica: c’è il Napoli avanti di un punto da risorpassare e, soprattutto, c’è da onorare la nuova tabella scritta da SpallettiVinciamo le prossime quattro, cinque gare e, poi, vedremo cosa accade per lo scudetto…»). Il Sassuolo, invece, ha la testa libera, liberissima e si vede: gli emiliani si divertono non appena intercettano il pallone e, sulle corsie esterne, hanno la forza di creare, sempre, la superiorità numerica. All’Olimpico nasce un duello senza freni e si capisce fin dal primo tocco: il Sassuolo prima spreca con Defrel (da due metri tira alto), poi, con lo stesso Defrel, mette la freccia: l’assist è di Berardi, il «velo» di Politano, la stoccata, sotto la traversa, dell’attaccante francese. Gelo e psicodramma: Roma vede le tenebre. I giallorossi sembrano colpiti dalla sindrome da accerchiamento e, ad ogni ripartenza, le gambe tremano: così, anche il più elementare dei passaggi diventa un caso. Ma, seppur senza logica, gli attacchi di Strootman e soci si trasformano in oro: Paredes indovina l’angolo inarrivabile per il bravo Consigli ed 1 a 1, Salah spinge Peluso dentro la porta e, dopo, fa lo stesso con il pallone ed è 2 a 1, verdetto ribaltato grazie alla svista di Di Bello.

PIÙ CHIRURGICA – La seconda parte della sfida viaggia in fotocopia con la prima: il Sassuolo spreca almeno due occasioni per il pareggio – impressionante la facilità con cui i ragazzi di Di Francesco tagliano l’area giallorossa -, la Roma è più chirurgica e Dzeko, appena entrato, mette il sigillo alla partita con il suo ventunesimo centro in campionato, il trentunesimo in stagione. Spalletti tira un sospiro di sollievo e si prepara al faccia a faccia con il patron Usa James Pallotta come ad una gara da tripla: fra i due c’è qualcosa da chiarire, o meglio, forse è Pallotta a volere chiarezza dal proprio allenatore, ultimamente meno decifrabile del solito sul proprio futuro.

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