Le riflessioni di Di Fra: ecco come potrebbe cambiare tatticamente la Roma

Le riflessioni di Di Fra: ecco come potrebbe cambiare tatticamente la Roma

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FOCUS CGR – “Lo scollamento c’è, io sono il primo responsabile e devo andare a individuare questo aspetto il prima possibile per ritrovare la squadra che ci ha dato grandi soddisfazioni” sono ore di grandi riflessioni per Eusebio Di Francesco, che dopo Roma-Atalanta ha parlato apertamente di involuzione e di necessità di trovare delle soluzioni. In città, nel vortice di commenti e analisi, uno dei temi caldi sembra essere quello della metamorfosi tecnico-tattica, che solo l’allenatore giallorosso può intraprendere apportando delle modifiche al suo sistema di gioco anche in base alle scelte dei singoli, alcuni dei quali apparsi in grande difficoltà.

4-3-1-2 PRIMA ALTERNATIVA –  Sia chiaro: il calcio è uno sport dinamico, i numeri danno un’impronta di base ma lo sviluppo di gioco dipende sempre ed esclusivamente dalle caratteristiche e dall’interpretazione dei calciatori. Difficilmente Di Francesco rinuncerà alla difesa a 4 che rappresenta da sempre un suo punto fermo. Passare alla difesa a 3, oltre ad essere uno stravolgimento difficile da attuare in pochi giorni d’allenamento, creerebbe anche una difficoltà di gestione della rosa dei difensori, vista la presenza di soli 4 centrali di cui uno, Moreno, sostanzialmente già accantonato. E’ probabile però che in occasione di Inter-Roma, al ritorno dalla sosta invernale, Di Francesco apporterà una leggera modifica al modulo. Nelle ultime settimane, quelle certezze in termini di movimenti, aggressione, compattezza di squadra sono via via svanite, insieme alla lucidità nella gestione della palla. Contro la squadra di Gasperini la Roma si è allungata tremendamente concedendo soprattutto nel primo tempo una decina di ripartenze letali alla Dea. Anche considerando le difficoltà di alcuni singoli come Dzeko, Nainggolan e Strootman nel riprodurre con costanza quando richiesto dal tecnico, Di Francesco è chiamato a ricercare un’alternativa di sistema che permette non solo a questi ma anche ad altri interpreti di esprimere al meglio il proprio potenziale. Nonostante il tecnico pescarese abbia più volte sottolineato che l’alternativa al 4-3-3 sia il 4-2-4, riproposto però più volte a partita in corsa nelle ultime settimane con risultati disastrosi, una prima idea potrebbe essere passare al 4-3-1-2. Da cintola in su il sostanziale cambiamento: De Rossi manterrà la titolarità, poichè Gonalons finora non ha mai reso nella continuità come Monchi auspicava a giugno. Lorenzo Pellegrini e Radja Nainggolan intermedi ed unici in grado di effettuare quei movimenti in verticale necessari per aumentare la pericolosità offensiva della Roma. Davanti il vero rebus: l’1-2 permetterebbe la contestuale presenza di Schick e Dzeko (in alternativa anche Defrel) più un trequartista capace di muoversi tra le linee e ridare quell’imprevedibilità alla manovra offensiva dispersa dopo la cessione di Pjanic e soprattutto di Salah. Il “numero 10” che manca effettivamente come caratteristiche alla Roma potrebbe essere Diego Perotti, il quale però ha assoluta necessità di giocare costantemente fronte alla porta avversaria.

4-2-3-1 CON ESCLUSIONI ECCELLENTI – Una seconda variante potrebbe essere il modulo tanto caro a Spalletti e sostanzialmente riprodotto con maggiore costanza dalla Roma negli ultimi anni. I 4 dietro resterebbero la certezza di base, poi un duo solido di centrocampisti a protezione della retroguardia come De Rossi e Strootman, quest’ultimo evidentemente non più in grado di sostenere l’impatto fisico del ruolo da mezzala. Poi un trio di calciatori alle spalle di uno tra Dzeko e Schick, composto da Florenzi a destra (in qualità di equilibratore), Nainggolan al centro e uno tra Perotti ed El Shaarawy sull’out mancino. In attesa del rientro di Karsdorp, lo slittamento di Florenzi più avanti imporrebbe però una scelta di mercato chiara: la cessione di Peres e l’acquisto di un terzino più solido in fase difensiva.

 

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