L’obiettivo di Totti: “Voglio smettere con un trofeo”

L’obiettivo di Totti: “Voglio smettere con un trofeo”

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La Repubblica (F. Ferrazza) – Nella giornata di oggi Szczesny potrebbe tornare ad essere un giocatore della Roma. Almeno per un’altra stagione. E, se così fosse, entro domenica raggiungerà i compagni a Boston. Un’operazione che costerà ai giallorossi circa 2,5 milioni, tra parte dell’ingaggio da versare con l’Arsenal al ragazzo e il costo del prestito oneroso. Resta il nodo legato al preparatore Nanni, con cui il polacco vorrebbe tornare a lavorare, nonostante sia stato sostituito dal collega della primavera, Savorani. Di questo si sta discutendo e per sbloccare la situazione è probabile che nel contratto del giocatore venga inserito Nanni come un sorta di collaboratore personale. E così in attesa di un altro centrale difensivo e di un terzino destro, Spalletti potrà contare su due portieri potenzialmente entrambi titolari, da gestire all’interno di una stagione che comincerà a metà agosto con il preliminare di Champions. E già per quella occasione sarà interessante vedere chi partirà dal primo minuto tra i pali, indicazione subito importante per stabilire le iniziali gerarchie. Imbarazzo o arricchimento comunque richiesto con forza da Spalletti, che continua intanto a lavorare negli Stati Uniti con la rosa a disposizione.Così come continua a lavorare Totti, diviso tra l’annuncio della sua ultima stagione e la voglia di non smettere. «In questo momento è il mio ultimo anno e vivo tutto in modo diverso – spiega a gazzettaworld. com – ma ho bisogno di trovare il momento giusto. Sarò il primo ad alzare la mano e a farmi da parte quando non mi sentirò più giusto con me stesso o cedrò che non ho la voglia di giocare. E poi vorrei finire vincendo qualcosa. So che non è facile, ma questo è il mio sogno». Così come non sarà facile trovare un nuovo Totti. «Spero ci riescano e io aiuterò sempre la Roma». Il numero dieci ha scelto la maglia giallorossa rinunciando a trofei e più soldi, in controtendenza con molti suoi colleghi. «Non ci sono molti calciatori che seguono il cuore. Sono un po’ come dei nomadi, seguono i soldi. Per me si tratta di altro, di passione».

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