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Lucchesi: “Troppa confusione nella Roma: il problema non è Baldini, ma l’assenza di figure forti a Trigoria. Totti? E’ una risorsa da sfruttare”

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Fabrizio Lucchesi – ex direttore della Roma ai tempi del terzo scudetto giallorosso ma anche ex dirigente della Fiorentina – è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, nel programma pomeridiano ‘1927 la storia continua’: “L’affetto per la Roma non scemerà mai: i miei figli sono cresciuti a Roma, ho vissuto un’esperienza bella e vincente, a fine partita ovunque lavori vado a vedere i risultati della Roma”

“La Roma sta attraversando un momento delicato, dove prevale la confusione e con la confusione i risultati non arrivano. Lo evinco anche leggendo tra le righe le dichiarazioni di Ranieri. Credo che per una serie di motivi si è ingenerato un certo caos gestionale, ci vorrà tempo, bravura e pazienza per risistemare. Il modello della Roma attuale non funziona molto, ma non perchè il presidente è distante: oggi il calcio è un’impresa a tutti i livelli, la minor presenza fisica del proprietario comporta di delegare certe mansioni, ma non vuol dire che non ci sia interesse. Io credo che a Trigoria manchino delle figure operative forti, che siano in grado di portare risultati tangibili nella continuità. A Trigoria c’è una persona come Francesco Totti, che credo sia un valore assoluto, una figura unica nel panorama nazionale che andrebbe maggiormente valorizzata”

Il ruolo di Baldini?
“E’ una persona capace, che conosce il calcio, che fino a qualche anno fa svolgeva un ottimo lavoro stando di più sul campo. A mio giudizio ha lavorato bene anche a distanza, dando buoni consigli. Il problema è che Pallotta può ricevere tutti i consigli che vuole, ma deve creare una struttura stabile, operativa, forte che a Trigoria sappia indirizzare nella quotidianità il lavoro. Quando io lavoravo alla Roma c’era un modello diverso: un presidente che decideva su tutti, io coordinavo le attività aziendali, con delle autonomie, ma la strategia era sempre decisa dalla proprietà, Capello allenava e Franco Baldini si occupava del mercato. Io sono un decisionista, lo sono sempre stato e sempre lo sarò”

Il player trading?
“E’ sbagliato, perchè se compri 8 e vendi 10 ogni anno è difficilissimo costruire una squadra competitiva. Al di là dell’aspetto aziendale, alla fine una squadra deve giocare a pallone. Nella Roma magari sono stati commessi degli errori su alcuni valutazioni, ma sono discorsi del giorno dopo. Un dirigente sportivo gestisce risorse umane, non automobili. Invece di cambiare 10 giocatori l’anno, se ne cambino 4, poi magari altri 4, comprare e vendere in maniera massiccia può diventare un boomerang. La Roma lo fa perchè ogni anno va in perdita e vuole tenere alti i costi, ma così a dama rischi di non arrivare mai. Sono tre le strade: o l’azionista di maggioranza immette capitali ogni anno, oppure il fatturato dell’azienda aumenta esponenzialmente, ma lo fai solo raggiungendo le vittorie, ma le vittorie le raggiungi con i grandi calciatori, oppure devi fare come fa la Roma. Il gap tra la Roma e la Juve di 200 milioni come lo copri? Allora c’è una presa di coscienza: non siamo una grande squadra, ogni anno si cerca di fare il possibile, ma se vendi Alisson e prendi un portiere normale, poi c’è il rischio di sbagliare la stagione e tornare indietro. Il vero problema è riuscire a trovare il punto d’equilibrio sull’ottimizzazione delle risorse”

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