Match Winner: A.S. Roma

Match Winner: A.S. Roma

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wpid-img_20140420_125631.jpg“Non saper rimediare ad una sconfitta è peggiore della sconfitta stessa”. Questa l’accoglienza riservata dalla Curva Sud alla neonata Roma 2013/2014, che in un caldo pomeriggio di agosto si era radunata all’Olimpico per la presentazione in vista dell’imminente inizio di stagione. Un clima ostile, l’estate davvero difficile aveva lasciato nell’animo dei tifosi una delusione ed un’incertezza sul futuro che sembravano aver tolto entusiasmo ad un popolo che invece l’amore per la prorpia squadra non l’ha mai messo da parte. E infatti sembrava. Perchè invece di mostrare indifferenza, distacco, come in tutte le storie d’amore arrabbiarsi significa voler tirar fuori il meglio da chi il tuo amore sembra averlo snobbato. E in quel pomeriggio qualcosa è davvero cambiato. Quel “vi faremo rialzare la testa” di Morgan De Sanctis, appena arrivato ma già calato appieno nella nuova realtà, poteva apparire come uno slogan buttato in pasto ai tifosi per far placare i tumulti. Niente di più sbagliato. In questa Roma nessuno parla a caso, ogni parola è soppesata, centellinata, ma ognuna è più efficace dell’altra. L’allenatore, che delle parole e delle frasi efficaci ha fatto un suo stile personale (mettendo in piedi un libro che tanto racconta sull’uomo), è riuscito in questi mesi a plasmare una squadra che rimarrà per sempre nella storia di questa società. E’ stato capace di riciclare tutto quanto di negativo ci fosse a Roma e dintorni, proteggendo anche chi quell’amore l’aveva buttato dalla finestra, preferendo il rock londinese. Ha ridato fiducia a campioni smarriti, disincantati. Ha fatto capire ai nuovi arrivati in che razza di pianeta fossero atterrati. Ha anche rimesso in riga quei tifosi che, forse con l’animo lacerato, insultavano tutto e tutti già dal ritiro di Riscone. Un condottiero, però, non è nulla senza i propri uomini. Perchè, prima che di una squadra di calciatori, di un gruppo di Uomini si tratta. Capaci e vogliosi di onorare una maglia fino ad allora troppo poco sudata. Consapevoli che con la propria classe e la voglia di riscatto, si poteva arrivare lontani.

Da quella “chiesa al centro del villaggio”, sembra passata un’eternità. Mesi di piacere, di goduria, nel vedere una squadra capace di far gioire chi per troppo tempo ha dovuto buttare giù bocconi amarissimi. Un campionato che non vorremmo finisse mai. Un torneo dominato da una Roma che, se non fosse Lei, avrebbe già conquistato il titolo. Ma come in tutte le storie, c’è sempre la strega cattiva. La vecchia signora che deve rovinare i piani. Perchè la relatà è dura, fatta di tante persone che alla favole non credono e fanno di tutto perchè non abbiano un lieto fine.

Ma ieri, in uno stadio tinto di viola, che nelle spettacolo è il colore della sfortuna, questa favola si è compiuta. Portato a compimento il cammino di una stagione, che ha riportato la Roma, Roma, nella dimensione a lei più consona: l’Europa. Troppo bella per essere relegata entro i confini nazionali. La gioia va esportata, e la truppa di Garcia lo farà nella prossima Champions League. Ma il mister si arrabbia se gli si dice che questo scudetto è già deciso. Purtroppo la matematica lascia poche speranze. E allora godiamoci questo primo traguardo. Perchè la favola è solo all’inizio. Il libro va ancora riempito. Ma una cosa è certa, anche se va ricordato a qualcuno che in estate ha deciso di dimettersi da tifoso. Chi tifa Roma non perde mai!

Voto: 9

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