PALLOTTA: “Pjanic e i big non si muovono, nel prossimo mercato aggiungeremo...

PALLOTTA: “Pjanic e i big non si muovono, nel prossimo mercato aggiungeremo solo qualche tassello. Abbiamo sbagliato a rivoluzionare la squadra in questi anni”

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Il presidente della Roma, James Pallotta, ha parlato ai microfoni di Roma Radio:

Jim, ti abbiamo disturbato perché volevamo avere un tuo parere dopo questo periodo positivo, in particolare dopo la splendida vittoria nel Derby.

“Beh, sì, credo che non potrei essere più felice e più fiero per come i ragazzi si sono comportati negli ultimi tre mesi circa. Credo che, per quanto riguarda lo staff tecnico, Luciano e il suo staff siano stati fantastici. Vorrei aver preso prima la decisione di cambiare. Ora vedo come si trattasse di un problema psicologico, perché i ragazzi erano in forma dal punto di vista fisico e la cosa è evidente in questo momento. Quello che mi ha colpito è il fatto che sembrano davvero divertirsi in campo, chiaramente vincere aiuta, ma quando ogni giorno vedo le foto degli allenamenti, ad esempio, vedo che si divertono. E probabilmente lavorano anche molto di più di quanto non facessero prima. Luciano e il suo staff si sono praticamente accampati a Trigoria, hanno preso casa lì.Prima del Derby c’è stata la pausa in Serie A. Come hai vissuto l’attesa del Derby. Eri preoccupato, eri certo della vittoria? E come hai vissuto i 90 minuti?

“Visto come i ragazzi hanno giocato negli ultimi tre mesi, ero fiducioso del fatto che fossimo pronti ad affrontare il Derby. Chiaramente nel calcio può succedere di tutto, ma sapevo che eravamo preparati. Siamo subito stati aggressivi. Ho guardato la partita da solo. Ci sono stati dei momenti in cui loro hanno fatto dei cambi importanti e noi abbiamo sofferto un po’. Szczesny ha fatto alcune parate strepitose. Ero un po’ nervoso in quei frangenti ma poi Florenzi e Perrotti sono saliti in cattedra e alla fine abbiamo conquistato una vittoria importantissima. La squadra non si è mai arresa, ha lottato. È un suo tratto distintivo, è una squadra forte e noi lo sapevamo. Avevamo semplicemente bisogno della persona giusta. Sinceramente penso che il secondo gol, il gol di Dzeko, sebbene la porta fosse spalancata non sia stato dei più semplici perché se ci fosse stato un altro giocatore ben più basso di lui, la palla gli sarebbe arrivata all’altezza della vita e sarebbe stata molto più difficile da calciare. Penso che siamo fortunati ad avere un giocatore come Dzeko, con la sua stazza e le sue capacità, e il pallone davvero era all’altezza del ginocchio, per molti sarebbe stata all’altezza della vita e non credo sarebbe stato così semplice. Credo sia stato un bel gol e questo ha reso le cose più semplici”.

“Sono davvero contento della squadra. È strano, in realtà, io cerco sempre di non leggere troppo ma a volte do un’occhiata ai giornali ed è sorprendente vedere, quasi su base quotidiana, come si dica che la Roma vuole vendere questo giocatore o quell’altro giocatore vuole andarsene, o che il Chelsea o chi per loro vuole prendere quel giocatore. Parliamo ogni settimana delle operazioni sportive della società, ne abbiamo parlato anche l’ultima volta che ero a Roma e non crediamo ci siano così tanti cambiamenti da effettuare. Abbiamo molti giovani validi che stanno arrivando o che torneranno. Ce ne sono molti, che si tratti di Ponce, di Sanabria, di Sadiq o di Paredes o Nura. Basta guardare al talento che abbiamo: altri giocatori stanno uscendo dalle giovanili, dove stanno migliorando molto. Non abbiamo molti spazi da riempire, ci sono dei giocatori che ci sono stati prestati che vorremmo trattenere. Ci sono persone che ogni giorno parlano di Pjanic, del fatto che vuole andare via. È davvero assurdo. Personalmente non ho alcun interesse nel voler vendere Miralem, è una cosa stupida, io voglio che faccia parte di questa squadra, anche lui lo vuole, è un grande gruppo, c’è un grande allenatore. Credo che tutte queste chiacchiere siano dannose perché magari i giocatori pensano che sia il nostro punto di vista, quando invece non parliamo minimamente di queste cose. E quando si parla delle decisioni della società, dicendo “sì hanno deciso che…” è ridicolo! La mia decisione è: voglio che Miralem resti alla Roma. E questo vale anche per gli altri, non ne parliamo tra di noi e io non voglio parlarne. L’ho già detto. Mi piace moltissimo quello che stiamo costruendo. Sono stufo di sentire queste voci. Se abbiamo fatto degli errori, a livello collettivo, magari è perché abbiamo agito troppo sul mercato. Nei primi due anni abbiamo dovuto farlo, Walter ha fatto un lavoro fantastico. Dovevamo agire. Abbiamo ereditato, per quanto molti non vogliano riconoscerlo o ammetterlo, una situazione in cui le perdite finanziarie erano considerevoli e per questo motivo abbiamo avuto dei problemi con la UEFA. Abbiamo capovolto la situazione, c’è ancora da lavorare”

“Ma sono contento del fatto che abbiamo delle ottime basi e dobbiamo semplicemente aggiungere un paio di tasselli, principalmente per via dei giocatori in prestito. Potrei andare avanti all’infinito con questo discorso. Comunque, sono molto contento della situazione in cui ci troviamo. Sono contento di quello che sta succedendo a livello di stadio”.

Per chiudere la questione relativa mercato. Comprare e vendere fa parte del gioco. Ma il concetto chiave è la fiducia. I tifosi della Roma devono poter fidarsi del lavoro che stai facendo con Walter, con Italo, perché volete costruire qualcosa di importante, questa è la vera questione, la fiducia.

“È una domanda?”.

Sì.

“Come detto, credo che nei primi due anni abbiamo avuto molto lavoro da fare. Abbiamo fatto arrivare giocatori importanti. Abbiamo dovuto cederne altri, purtroppo. Dovevamo rimettere a posto i conti. Dovevamo farlo, questi sono i dettami della UEFA. Non si trattava di scegliere. Una delle cose che ho imparato è che le trattative e la contabilità nel calcio sono completamente diversi rispetto alla contabilità tradizionale, nello sport almeno. Forse un altro ambiente in cui c’è una contabilità un po’ particolare è quello del cinema. Ma siamo sulla strada giusta”.

“Avevamo molto da lavorare e credo che Ricky e Bruno Conti, in particolare Bruno e i suoi ragazzi e Alex Zecca stiano lavorando con le Academy calcio negli Stati Uniti e ne stiamo creando di nuove in altri paesi. Credo che al momento abbiamo il miglior programma dedicato alle Academy calcio negli Stati Uniti grazie a quello che ha fatto Alex negli ultimi due anni. Bruno ha lavorato molto assieme ad Alex e gli altri per creare un programma valido non solamente negli Stati Uniti ma anche in altri paesi. Abbiamo fatto dei cambiamenti importanti negli ultimi mesi su come stiamo attuando il nostro programma di scouting in Italia, che credo sia incredibilmente importante. Il mio obiettivo, e bisogna lavorare molto, è avere il migliore programma in Italia per trovare e far venire i giovani giocatori a Roma e dar loro una casa. Quindi, vorrei davvero che le cose potessero cambiare da un momento all’altro. Nella prima parte di stagione non abbiamo vinto per diverse partite di fila, credo fosse assurdo visto il talento che avevamo in campo, quindi questo dimostra ancora una volta come fosse un problema mentale. Se avessimo conquistato almeno quattro vittorie di quella serie, cosa possibile visto come gioca la squadra, avremmo otto punti in più e la situazione sarebbe certamente diversa, avremmo quasi gli stessi punti della Juventus. Se giocando in questo modo ne avessimo vinte sei o sette di quelle partite, cosa più che possibile visto quello che sta mostrando la squadra, saremmo primi. E questo è frustrante. Ma cerco di guardare al futuro e non potrei essere più felice riguardo a come stanno andando le cose a Trigoria in questo momento. Sto parlando del processo in atto, che è molto importante, non solamente per quanto riguarda la prima squadra ma anche per quanto riguarda la Primavera, dove De Rossi sta facendo un lavoro eccellente.

“Era ridicolo sentire persone un paio di mesi fa che dicevano “la proprietà non vuole Bruno Conti” e cose del genere. Gli abbiamo creato un nuovo ruolo, che era più importante per la Roma, facendo leva sui punti di forza di Bruno e ora Bruno sta facendo un ottimo lavoro a Trigoria con Alex e gli altri. Le cose stanno andando bene per quanto riguarda i nostri obiettivi. Ci vuole tempo. Credo che la maggior parte delle persone, magari mi sbaglio, si fidino di quello che stiamo facendo. So che c’è frustrazione. Vogliamo vincere lo Scudetto, vogliamo vincere questo e quello. Ma ci stiamo arrivando. Abbiamo commesso alcuni errori ma li abbiamo corretti. Abbiamo ancora delle cose da fare per migliorare e lo faremo. Io non vado da nessuna parte, non ne ho l’intenzione. Come ho già detto starò qui per molto, molto tempo. Ho uno stadio da costruire”.

Prima di parlare dello stadio…un paio di mesi fa hai detto che ti piace il taglio di capelli di El Shaarawy. Possiamo dire ora che ti piace molto di più quello che sta facendo in campo.

“Assolutamente, non l’avrebbe passata liscia solo perché aveva un bel taglio di capelli!”.

Aprile è il mese dello stadio. Ci stiamo arrivando, con i documenti necessari. So che stai lavorando moltissimo a riguardo. È questione di giorni ormai. Siamo vicini al traguardo.

“Credo che David Ginsberg, dopo essere arrivato cinque o sei mesi fa, abbia fatto un lavoro eccezionale per risolvere alcuni problemi che avevamo avuto. Ne abbiamo ancora alcuni. Ma risolvibili. Credo che abbiamo più di 8000 pagine di dossier ed è per questo che ci stiamo impiegando così tanto tempo e lo consegneremo nelle prossime settimane. Poi dovremo aspettare il processo di approvazione della Regione. Abbiamo già parlato con alcune persone”.

“Ho parlato con alcune persone a Roma e in Italia, così come altre persone in società e pensiamo che stiamo ricevendo un grande sostegno. È importantissimo per Roma. È un progetto spettacolare per tutta Italia e anche per l’Europa. Riceviamo costantemente un grande consenso dalla città, dai politici. Ovviamente i tifosi lo vogliono, tanto quanto lo voglio io perché penso ogni giorno allo stadio che Roma e la squadra si meritano di avere. Stiamo andando avanti. Abbiamo avuto cinque o sei giorni di incontri a Boston con architetti, persone del mondo dell’edilizia e della finanza. Ci stiamo arrivando”.

 

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