Pellegrini la chiave della nuova Roma 2.0 di Di Fra

Pellegrini la chiave della nuova Roma 2.0 di Di Fra

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FOCUS CGR – Gol, spettacolo, giocate di qualità, velocità d’esecuzione, unione d’intenti. Il volto della Roma è completamente cambiato. I fantasmi di un inizio di stagione clamorosamente negativo, pieno di equivoci, contraddizioni e nervosismo, sono stati scacciati via da tre vittorie consecutive. Contro Frosinone, Lazio e Viktoria Plzen, la Roma ha ritrasformato l’Olimpico in un fortino: 12 gol fatti, 1 solo subito (per gentile concessione di Fazio ad Immobile) ma soprattutto la sensazione che la squadra giallorossa, abbia reali ampi margini di miglioramento. “Non siamo nemmeno vicini al top” ha confidato candidamente Dzeko ieri sera, al termine del match di Champions, dopo una straordinaria tripletta. Segno evidente che anche all’interno del gruppo qualcosa a livello psicologico deve esser, finalmente, scattato.

SPENSIERATEZZA E SCOPERTE – Spesso e volentieri, quando si scrive o si parla di calcio, si cercano spiegazioni astruse, complicate, scavando nei meandri profondi di uno sport che alla fine torna sempre a manifestarsi in tutta la sua semplicità. Se c’è una chiave da ricercare nel risveglio della Roma, questa l’ha tra le mani (e soprattutto tra i piedi) Lorenzo Pellegrini. Mister Eusebio Di Francesco, credendo fermamente e fortemente nel giovane centrocampista giallorosso, lo ha rilanciato in un ruolo nuovo ma non atipico- “anche a Sassuolo Lorenzo aveva giocato lì e mi aveva dato risposte importanti, sono contento per lui perchè ha ricevuto critiche a volte ingiuste” – confermava ieri sera il tecnico pescarese, nella pancia dell’Olimpico. E’ in dubbio che nell’esplosione – si spera definitiva – di Pellegrini, incida tantissimo il gol di tacco segnato nel derby allo scadere della prima frazione. Una rete liberatoria, soprattutto a livello mentale, che sembra aver trasformato l’ex Sassuolo in un giocatore, finalmente incisivo e a tratti decisivo. Qualità nel possesso, pensiero verticale, suggerimenti ai compagni, capacità di legare gioco e reparti, destrezza nel controllo del pallone, lucidità nell’ultimo passaggio e inserimenti in zona-gol. Elementi, caratteristiche, aspetti che lo scorso anno Pellegrini aveva palesato solo a sprazzi, mai nella continuità. Il peso, oggettivo, sia di natura tecnica sia da natura ambientale, di dover sostituire Nainggolan e Strootman, lo ha certamente sovraccaricato a livello mentale. Il tacco nel derby ha liberato la mente del giovane giallorosso, ma il nuovo ruolo lo ha sbloccato definitivamente, dandogli nuovi stimoli tecnico-tattici.

In due partite – non complete – Pellegrini ha realizzato 1 gol e fornito 2 assist-gol (a Fazio e ieri sera a Cengiz Under). 201 tocchi, 70 passaggi, di cui oltre l’85% riusciti. 21 duelli vinti, 17 cross e 9 passaggi chiave. Statistiche che sembrano ritagliare addosso a Pellegrini la veste di un centrocampista totale, capace di giostrare tra le linee ma anche di interscambiarsi con gli altri compagni di reparto. Ora serve continuità, quella che Pellegrini ha mostrato solo a Reggio Emilia, realtà completamente diversa per stimoli, pressione, ambizioni, rispetto alla capitale.

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