ALISSON: “Ho scelto la Roma e non la Juve. Non temo concorrenza...

ALISSON: “Ho scelto la Roma e non la Juve. Non temo concorrenza di Szczesny. Spalletti mi ha spiegato già cosa vuole da me” (FOTO)

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Giorno di presentazione in casa Roma. Dopo la conferenza stampa di Gerson ieri, oggi è il turno del portiere Alisson, prelevato dall’Internacional. Queste le dichiarazioni del brasiliano:

Parla prima il dg Baldissoni: “Buongiorno. Oggi diamo il benvenuto a un altro nuovo giocatore, un altro brasiliano: Alisson Becker. È un giocatore ancora molto giovane, 23 anni, ma può vantare già 108 presenze con l’Internacional e 8 con la maglia del Brasile, con cui ha partecipato alla Coppa America. La Roma ha già comprato un giocatore dall’Internacional, e si tratta di Paulo Roberto Falcao, e non possiamo che augurargli la stessa carriera”

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Ieri abbiamo visto l’allenamento. Hai parlato molto con Spalletti, ti sembrava ti chiedesse qualcosa sulla ripartenza dell’azione. Ti ha chiesto qualcosa il mister?
“Ho parlato con il mister e mi ha spiegato come devo comportarmi in campo, come avviare l’azione, ma niente in dettaglio ancora. Sono molto felice di essere qui, dove ha giocato un mito come Falcao e spero di rimarcare le sue orme”

Differenze rispetto agli allenamenti con l’Internacional?
C’è qualche differenza sotto l’aspetto tecnico con i portieri, mentre quello con il resto del gruppo è abbastanza simile”

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Il fatto che la Roma sia interessata a Szczesny è più uno stimolo per te o un fastidio?
Come ho appena detto sono concentrato sul mio lavoro e sono felice di essere qui. Non do attenzione a quello che succede fuori dal campo, ma voglio ripagare la fiducia del mister, dei tifosi e di chi mi ha portato qui”

Come stile preferisci Buffon o Neuer?
“Sono cresciuto con il mito di Buffon, è stato un mio idolo fin da bambino, ma negli ultimi anni ho apprezzato anche Neuer. Buffon forse è più tecnico, mentre il tedesco più fisico, ma ho sempre apprezzato entrambi”

Quando hai firmato con la Roma ti hanno detto che saresti stato titolare, ora invece potresti fare panchina. Come vivi questa situazione? Come state risolvendo la questione del passaporto da comunitario?
“Per quanto riguarda Szczesny ribadisco che per me non è importante. Ha fatto molto bene e sono sicuro che ci sarà una bella concorrenza tra di noi. Io farò del mio meglio e mi impegnerò al massimo. Per quanto riguarda il passaporto c’è la possibilità, ma ancora niente di concreto”

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Cosa ti ha convinto a scegliere la Roma invece della Juventus?
“Il motivo è semplice: la fiducia che la Roma ha posto in me da subito. Mi hanno subito trattato come un grande portiere e presentato un grande progetto. Sono qui da pochi giorni, ma sono felice della mia scelta e sono sicuro che con la mia famiglia ci troveremo benissimo”

Quali sono le tue caratteristiche? Punti forti e punti deboli?
“È difficile per me parlare di me stesso. Mi ritengo un portiere rapido, con un buon senso della posizione, sia tra i pali che in campo. Anche quando la palla è in attacco cerco di muovermi e stare attento alla posizione. So uscire bene con la palla al piede, e mi concentrerò in particolare su questo a Roma perché è molto importante”

Ti aspettavi di più nell’ultima Coppa America?
“Certamente, volevamo arrivare più lontano. L’obiettivo era vincerlo, ma il calcio è così. Il calcio brasiliano è in una fase di ricostruzione, ma vogliamo tornare a regalare gioie ai tifosi brasiliani”

Nel ruolo del portiere ultimamente si guarda a come giocano con i piedi. In Brasile è lo stesso o è una cosa che stai trovando qui?
“Personalmente ho sempre cercato di giocare con la palla tra i piedi per essere un portiere moderno e adattarmi al calcio europeo. È impossibile restare indietro, e anche il Brasile gradualmente si sta adattando, pur rispettando la nostra filosofia di gioco. Ci sono ancora dei pregiudizi, come il tifoso che fischia quando si passa palla indietro al portiere. Anche all’Internacional ho sempre giocato, cercando di impostare l’azione e mettermi a disposizione dei miei compagni, per essere una risorsa in più”

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Che significa per te giocare con calciatori del livello di Totti? Ti ha fatto qualche battuta?
“Per me significa moltissimo giocare con un idolo a livello mondiale. Mio nipote si chiama Francesco in omaggio a lui. Tuttavia non ha avuto l’occasione di parlarci perché non parlo ancora bene l’italiano”

Come sta andando il tuo approccio con l’Italia? Hai avuto modo di parlare con l’ex portiere della Roma Doni?
“Doni non lo conosco personalmente, anche se l’ho visto giocare. Roma è simile a Porto Alegre per quanto riguarda il clima, d’estate è molto calda e d’inverno piuttosto fredda. Il problema maggiore è la lingua, ma non credo che avrò problemi. Già in Brasile ho iniziato a imparare l’italiano, e sono convinto che io e la mia famiglia ci troveremo benissimo”

Spesso si imputa ai portieri brasiliani di essere discontinui. Te la senti di smentire questa diceria?
“Non sapevo di questa visione dei portieri brasiliani. Personalmente sono concentrato sul lavoro quotidiano, migliorarmi e migliorare il rapporto con i giocatori, specie i difensori”

Come mai il 19?
“Niente di specifico, non ha un significato speciale. Era uno dei numeri a disposizione, prima avevo il 22, poi il numero 1…”

Falcao ha detto che hai un problema a guidare la difesa e a volte usi più l’impeto che la testa…
“Non mi era giunta voce di queste dichiarazioni, anche perché all’Internacional sono diventato capitano per la mia capacità di guidare la squadra e la difesa. Comunque rispetto l’opinione, ma bisogna usare sia la forza che la testa. A volte capita di sbagliare…”.

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