Roma, Dzeko verso l’addio. E poi sarà rivoluzione

Roma, Dzeko verso l’addio. E poi sarà rivoluzione

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(Il Romanista – P.Torri) – Tutti sul mercato. Con la Roma, peraltro, non è poi questa novità. Sarà banale, ma è così. Anche se non vuol dire che la rosa della Roma sarà tutta cambiata, ma che nella prossima sessione estiva di mercato (che gli addetti ai lavori sanno bene come sia cominciata da un pezzo) la società giallorossa non metterà giù il telefono a nessun club intenzionato a chiedere un suo giocatore, cosa peraltro che più o meno ha quasi sempre fatto. Partendo dalla constatazione di un gruppo che in questa stagione non è mai stato tale. Ma, soprattutto dal presupposto che, se non si centrerà la qualificazione alla Champions per il sesto anno consecutivo, un obiettivo prioritario sarà quello di ridimensionare un monte ingaggi che, nell’ultimo bilancio, alla voce stipendi per staff tecnico e calciatori sommava circa 170 milioni (a fronte di un fatturato complessivo di 255).

Sembrerà strano, ma il primo della lista ha il nome di Edin Dzeko. Non solo perché il suo stipendio (scadenza 2020) è il più pesante di tutto il cucuzzaro, ma pure perché la società è sempre più irritata dagli atteggiamenti del centravanti bosniaco. Ultimo episodio a Ferrara. Fischio di fine primo tempo, Dzeko rientra negli spogliatoi con un diavolo per capello, litiga con un addetto della Spal, si becca un’ammonizione ma, soprattutto, nel chiuso dello spogliatoio, ha un’animata discussione con El Shaarawy che porta alla sostituzione del Faraone (e non si capisce perché francamente). Con il bosniaco, oltre al risparmio dello stipendio, si potrebbe pure ipotizzare una plusvalenza considerando che il suo costo (15 milioni) è stato praticamente ammortizzato.

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