Roma, è un pianto greco!

Roma, è un pianto greco!

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In caso di forte pioggia è consigliabile rallentare. È un messaggio d’attenzione che possiamo trovare su tantissime strade. L’avranno vista anche Rudi Garcia e i suoi giocatori appena prima di arrivare a Bologna. I giallorossi infatti tornano dal “Dall’Ara” con una vittoria buttata al vento, che costa il sorpasso del Napoli e l’allungo dell’Inter. Tutto per merito della capacità quasi filosofica dei capitolini di creare e disfare nel giro di pochissimi minuti  Si potrà discutere all’infinito se era giusto o meno giocare su quel terreno, che impantanava il pallone in alcune zone di campo e lo rendeva letteralmente imprendibile in altre. Tecnicamente non si poteva oggettivamente disputare una partita di calcio, ma se l’arbitro avesse sospeso e rimandato la gara, quanti se ne sarebbero lamentati  per un presento favore alla Roma, che senza il campo in perfette condizioni non è disposta a giocare? Una marea, per restare in tema acqua. È stato anche, e forse soprattutto per quello che si è giocato lo stesso. Sul piano tecnico e tattico la sfida contro i rossoblù non si può commentare, perché si son visti solo tantissimi lanci lunghi indirizzati da un’area all’altra come se fosse un match di ping pong. In queste condizioni le distanze si annullano e chiunque può farla da padrone.

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Non si può negare che nella prima mezz’ora la Roma della partita ci aveva capito ben poco ed era già un miracolo essere ancora a galla dopo lo svantaggio di Masina. Da lì in poi però la squadra di Garcia ha intuito come doveva interpretare il match ed è salita in cattedra, aumentando la pressione e creando i primi patemi d’animo a Mirante. Sorvoleremo sugli episodi arbitrali, che ormai diventano habitué, specie con la direzione di Rocchi. Nella ripresa il ruggito dei giallorossi diventa concreto e arriva la rimonta, firmata di rigore dal solito duo che arriva dai Balcani, Pjanic e Dzeko, che riscattano la delusione per la mancata qualificazione a Euro 2016. Riscattano parzialmente però, perché a pochissimi giri di lancette dalla fine ci pensa il neo entrato Torosidis a rovinare tutto, abboccando come un pesce alla finta di Giaccherini e procurando il terzo penalty di giornata. Trasformazione di Destro, l’ex ormai tanto odiato sulla sponda capitolina, e 2-2 finale.

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Dato che di campo non si può parlare granché in questa sfida, è inevitabile che la concentrazione si sposti sui disastri del terzino greco, che è reso colpevole per l’ennesima volta in questa stagione di danni che costano punti pesanti. Per carità, il resto della ciurma non è stata affidabilissima al 100% in questi primi tre mesi, ma l’ellenico con la maglia numero 35 ci ha messo quasi sempre del suo. Basti ricordare la prima trasferta di Verona, in cui una sua dormita aveva consentito a Jankovic di portare parzialmente in vantaggio l’Hellas.  O la sfida di Champions a Leverkusen, dove un suo ingenuo fallo di mano aveva spianato la strada al Bayer. Troppi errori che son costati già troppi punti, e che fanno mangiar le mani se si pensa che per queste sciocchezze si perdono dei campionati e delle coppe. Non sarà il ruolo naturale di Florenzi, ma il tuttofare di Trigoria è sicuramente la miglior soluzione possibile al momento su quel versante, almeno se non si ha un Maicon al 100%. Vengono i brividi se si pensa che domani su quella fascia di fronte ci sarà Neymar, che con i suoi compagni ha schiantato il Real Madrid nel Clasico. Non si potrà recriminare per una sconfitta contro il Barcellona, ma se proprio devono vincere concediamo la sconfitta per loro meriti e non per nostri regali: di quelli ne abbiamo già fatti in abbondanza, e manca ancora un mese al Natale.

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