Chi si ferma è perduto. In questa lunga ed estenuante corsa all’ingresso diretto in Champions League, la Roma torna in testa, guadagnando nuovamente il secondo posto a quattro giornate dal termine del campionato. Sembra aver ritrovato un po’ di gioco, di lucidità, oltre che una buona condizione fisica. E in questo rinnovato clima di ottimismo, c’è una costante. Un moto perpetuo, che di fermarsi non ha proprio voglia. Alessandro Florenzi lo dimostra anche ieri, al 93′ di una gara dura, col primo caldo romano che ha tolto energie e forze ai giocatori in campo. A tutti, non a lui. Perché dopo la rete di Doumbia che ha sbloccato il risultato, i giallorossi hanno sofferto l’assalto genoano, con gli ospiti speranzosi di poter agguantare in extremis il pareggio. Invece il 24, nuovamente impiegato da Garcia come terzino destro, si è andato a conquistare l’ultimo pallone del match, strappandolo di rabbia dai piedi di Costa e iniziando la cavalcata verso la porta di Perin, spinto dallo stadio intero. Il destro che scaglia alle spalle del portiere rossoblu è da ricordare, così come il gol di Sassuolo mercoledì, che riaccende definitivamente l’entusiasmo dell’ambiente romanista, depresso dopo un inverno cupo e grigio. Stantuffo inesauribile a tutto campo, riesce a dettare i ritmi del gioco oltre che ad essere efficace in fase difensiva, limitando al minimo gli errori che possono esser normali in un ruolo non propriamente suo. L’uomo della fascia destra, ancora una volta sta trascinando il gruppo verso un traguardo che sembrava normale, messo però in discussione da errori generali, non certo dalle sue costanti, immense, prestazioni.
Voto: 7.5
