Roma, giusta la mossa del premio scudetto

Roma, giusta la mossa del premio scudetto

SHARE

ALLENAMENTO APERTO PRE JUVENTUSREPUBBLICA.IT (G. MURA) – Ieri a Trigoria la commissione interna della Roma è stata chiamata a discutere sull’eventuale premio-scudetto. Può sembrare una mossa patetica, dopo lo 0-3 di Torino, o da fantascienza, perché se la Juve tiene a questi livelli lo scudetto non glielo leva nessuno. Invece è una mossa giusta, per evitare danni maggiori. C’è ancora mezzo campionato, un secondo posto da difendere, ma soprattutto non può essere una partita storta ad affossare quel tanto di buono combinato finora. A Torino si può anche perdere, ha ammesso Garcia, ma in un altro modo. Le lacune: attenzione relativa su rimesse laterali e calci da fermo, tendenza a perdere la testa se le cose vanno male, insistenza nel fraseggio corto dentro l’area quando forse, con tutti i tiratori da fuori che ha, alla Roma sarebbe convenuta la conclusione da lontano, imperfetti meccanismi di copertura. Castan, almeno, ha visto il rosso per evitare un gol fatto, mentre De Rossi se l’è andato a cercare.

Nel ritorno, la Juve dovrà andare a Napoli e a Roma. Se è vero che in casa ha sempre vinto, non è che fuori patisca granché: finora, solo gli ultimi 20′ di Firenze, un crollo. E’ una squadra che Conte riesce a impostare secondo convenienza. Può iniziare aggredendo o lasciandosi aggredire. Ha un vantaggio tale da consentirle una serena gestione, ma di questo Conte non vuole sentir parlare perché da lì partirebbe l’imborghesimento. Nella scia, il Napoli non perde l’occasione di portarsi a meno 2 dalla Roma, ma con la Samp (una traversa, due pali, un rigore non concesso a Regini) ha avuto anche fortuna. Due gol di Mertens, conferma di Higuain come uomo-assist e domenica una trasferta non facile a Verona, a casa della squadra-rivelazione. Già lo era, per molti, e ieri s’è conquistata il titolo andando a vincere sul campo dell’Udinese, squadra-rivelazione dello scorso campionato e ora mestamente lontana da quei dì e con Di Natale che annuncia il ritiro a fine stagione (ma forse ci ripenserà).
Anche la Fiorentina rischia e fatica col Livorno, e paga il conto più pesante. Un infortunio al ginocchio di Giuseppe Rossi, cui vanno gli auguri di tutti. Sulla gravità, sapremo di più dopo gli esami fatti dallo specialista Usa che l’aveva già operato, ma già ora il mondiale brasiliano sembra fortemente a rischio per Rossi, se non dolorosamente da escludere. L’Inter perde a Roma, la Lazio festeggia il ritorno di Reja con un gol di Klose, la sola cosa da ricordare in una serata di bruttissimo calcio. Per l’Inter, dove Palacio non può far miracoli a ripetizione, solo un colpo di testa di Nagatomo. Non è con partite così che si convince Thohir ad investire in gennaio. Tra Chievo-Cagliari, già candidata all’oscar di bruttezza stagionale, e la gara dell’Olimpico si deve dire che il tasso tecnico del nostro campionato è sempre più basso. In controtendenza il gol, inatteso, del ruvido stopper Lucarelli, un colpo di tacco su angolo, alla Mancini, nella stessa porta in cui segnò allo stesso modo Mancini a fine ’99. Il Milan si allontana dalla zona più calda grazie ai gol numero 100 e 101 di Kakà e al gol numero 1 del giovane Cristante, ma il 3-0 è troppo pesante per l’Atalanta.

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.