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Roma, la ‘Rivoluzione di Trigoria e dintorni’: in un anno oltre 20 epurazioni

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FOCUS CGR“Il progetto di ristrutturazione ha condotto a un profondo ripensamento di quella che era la struttura interna, di uomini e dei ruoli che ha portato a una richiesta di sostegno della società all’azionista…” Guido Fienga, CEO della Roma, a margine di un evento sabato scorso, ha chiarito a parole quello che nei fatti era già evidente da mesi. Dentro la società giallorossa, a tutti i livelli, da circa un anno, è stato avviato un percorso di ristrutturazione totale, che ha travolto posizioni, ruoli dirigenziali e poltrone in diversi ambiti. Nel gergo tecnico si tratta di ‘epurazioni aziendali’, in realtà la lista di dirigenti e dipendenti che sono stati messi alla porta, denota sullo sfondo una mutazione societaria e un necessario snellimento dell’organigramma che spinge a pensare ad una rivoluzione imminente nell’assetto proprietario del club.

PORTE GIREVOLI – Il primo a salutare la Roma nel settembre scorso è stato Umberto Gandini: l’ex amministratore delegato salutava il club dopo circa due anni, con in tasca un assegno da 856.664 euro lordi, da corrispondere in tredici rate mensili, a titolo di transazione. La prima scossa tellurica dell’imminente rivoluzione. A fine gennaio 2019, con un comunicato ufficiale il club ha annunciato la nomina di Guido Fienga (già dirigente della società dal 2013 come Strategy and Media Director) a nuovo Ad, con Mauro Baldissoni ‘dirottato’ al ruolo di Vicepresidente esecutivo con delega esclusiva al progetto Stadio. “Guido condurrà la Società verso la prossima fase del nostro percorso di crescita e di sviluppo. Sarà lui il responsabile delle attività quotidiane e dei progetti a lungo termine del Club, nel processo che sta portando l’AS Roma a diventare una Società economicamente sostenibile e di successo, dentro e fuori dal campo”. Così Pallotta salutava la promozione di Fienga, divenuto nel corso dei mesi sostanzialmente il ‘presidente operativo’ del club sul suolo romano e non solo.

Nel frattempo, complici i negativi risultati sportivi della squadra tra campionato e coppe, a marzo sono scattate le epurazioni tecniche. Via Di Francesco, Monchi (salutato senza alcuna transazione), poi Ranieri – durato 12 partite – Massara, Balzaretti, Vallone, Tarantino e l’intero settore scouting, creato anni fa da Sabatini e smantellato con l’arrivo di Petrachi (affiancato solo da Longo e Cavallo suoi storici collaboratori). In mezzo i dolorosi addii di De Rossi (al quale Fienga in extremis aveva proposto il ruolo di vice amministratore delegato) e Francesco Totti, annunciato in conferenza stampa presso la sede del CONI. In primavera è stato rivoluzionato anche il settore medico-fisioterapico, a causa dell’epidemia infortuni che ha colpito la squadra giallorossa nella scorsa stagione con oltre 50 stop. Licenziati il dottor Del Vescovo e il duo Ferrelli-Stefanini, storici fisioterapisti giallorossi. Ad aggiungersi alla lista anche due-tre giornalisti del Media Center e Riccardo Nasuti (passato alla Fiorentina di Commisso), responsabile dell’area social. Da segnalare al momento la ‘resistenza’ di Morgan De Sanctis e Vito Scala, oltre al rinnovo di Bruno Conti (tornato ad occuparsi di buona parte del settore giovanile) e al ritorno di Manolo Zubiria, che da team manager è rientrato con un ruolo di dirigente operativo a tuttotondo.

Oltre 20 epurazioni a cui va sommato l’addio anche di Tonino Tempestilli, che in queste ore ha lasciato Trigoria dopo oltre 30 anni di militanza da giocatore prima, da dirigente con diverse mansioni poi. Oltre ad un complessivo e sensibile risparmio in bilancio (solo con gli addii di Totti e Monchi, l’azienda Roma ha risparmiato circa 5,4 milioni di euro più bonus) la sensazione è che a Trigoria e dintorni si stia realmente esaurendo un ciclo societario…

 

 

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