Roma, ottavo da prima

Roma, ottavo da prima

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – La notte dell’Olimpico incorona la Roma. Che, tornando dopo 2 anni tra i migliori 16 club d’Europa, è magica e, sul traguardo, anche prima. Perché, battendo 1 a 0 il Qarabag, ribalta il pronostico di fine estate e si piazza davanti alle big del gruppo C: il Chelsea campione d’Inghilterra è solo secondo e l’Atletico Madrid, finalista 2 volte nelle ultime 4 edizioni della Champions e curiosamente anche l’unica formazione capace di battere nella prima fase i giallorossi, è addirittura eliminato. Di Francesco, al debutto nella competizione, è l’artefice dell’impresa che, riuscita nella storia della società solo nel 2008, permetterà alla sua squadra negli ottavi di evitare le grandi del continente (lunedì il sorteggio): il Barcellona, il Psg, il City, lo United, il Tottenham e probabilmente pure il Liverpool. Può rischiare di trovare solo il Bayern o il Real. Il lavoro del tecnico, in 3 mesi e mezzo e 20 partite (6 di coppa e 14 in serie A), ha permesso alla squadra di acquisire spessore e personalità pure in campo internazionale e alla società di Pallotta di ritrovare prestigio e credibilità.

AVANTI AL TOP – I punti sono 11, gli stessi del Chelsea, caduto però all’Olimpico e quindi finito dietro. Gli ultimi 3 sono i più faticosi. Ma con il minimo, il gol di Perotti nella ripresa, la Roma ottiene il massimo. Stavolta la rotazione, nella serata cruciale, è scontata. Con 4 novità, dopo la vittoria in campionato contro la Spal: Di Francesco punta sui titolari e fa rientrare Fazio, Nainggolan, De Rossi e Perotti. Schick resta in panchina, dentro il gruppo più collaudato per andare avanti in Europa. Il pubblico dei 35 mila, sempre attento anche al risultato del match che si gioca in Inghilterra, fa il pieno di freddo e sofferenza. Il Qarabag, nella partita conclusiva della prima fase, si conferma complice nella promozione agli ottavi, avendo imposto 2 pareggi all’Atletico e lasciato 2 vittorie alla Roma. Gurbanov si presenta nella Capitale da ultimo del gruppo C e quindi già escluso pure dall’Europa League. In più senza 4 titolari, con la difesa per 3/4 rivoluzionata. Ma il suo 4-1-4-1 è ordinato e anche dinamico. I giallorossi, per saltare l’ultimo ostacolo, devono cambiare il ritmo che inizialmente è discontinuo. A metà primo tempo lo alzano per andare all’assalto. Strootman è il più presente nel pressing offensivo e nel palleggio sulla trequarti. Così, in sintonia con Perotti, consente a Kolarov di trovare spazio a sinistra. A destra El Shaarawy e Florenzi si accendono, invece, a intermittenza. Mancano, però, le chance: dopo il sinistro fiacco e centrale di Manolas, a fine recupero il destro in diagonale di Nainggolan respinto di piede da Sehic che poi blocca sul su Kolarov. All’Olimpico è 0 a 0 all’intervallo, come a Stamford Bridge. Solo il Chelsea, insomma, è al sicuro.

ACCELERAZIONE DECISIVA – La Roma parte forte nella ripresa e segna prima dell’Atletico a Londra. In percussione si lancia proprio Perotti che sblocca il risultato dopo aver iniziato l’azione, chiedendo il triangolo a Strootman e mandando al tiro Dzeko che calcia addosso a Sehic. Sulla respinta Perotti fa centro di testa a porta vuota e mette ancora la firma sulla Champions: il 28 maggio scorso con il gol al Genoa per andare direttamente alla fase a gironi, ora con la rete che vale gli ottavi. I giallorossi non si accontentano e spingono con convinzione. Ma raccolgono più corner che occasioni. Nainngolan è il più pericoloso. Di Francesco interviene: dentro Gersonper El Shaarawy. Fuori anche Perotti, tocca a Pellegrini. Al posto degli esterni, dentro i palleggiatori. Il vantaggio è da difendere, restando comunque nella metà campo avversaria. Ramazanov e Sheydaev. Il Chelsea intanto pareggia, sfruttando l’autorete di Savic. Ancora cleen sheet per Alisson (10° in 20 gare stagionali, 3 su 3 in quelle interne di coppa): unica parata sul colpo di testa di Michel. All’Olimpico finisce prima che a Stamford Bridge. I giocatori, guardando il tabellone della Sud, aspettano insieme con la curva il finale da Londra. La festa per il primato è l’urlo con i tifosi.

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