Roma-Samp, Spalletti: “Basta dire che qui si lavora male, dobbiamo creare lo...

Roma-Samp, Spalletti: “Basta dire che qui si lavora male, dobbiamo creare lo stile Roma. Florenzi e Digne ok, Dzeko va servito meglio”

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Queste le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Sampdoria:

Quali sono le condizioni degli infortunati? Strootman come lo ha visto?
Bisogna valutarli bene oggi, anche se ci sono stati dei miglioramenti importantissimi in diversi calciatori, Florenzi e Digne hanno fatto tutto l’allenamento, sviluppandolo ad alti ritmi, Dzeko va rivisto anche oggi, perchè ieri ha fatto allenamento a parte, De Rossi bisogna guardare bene, perchè ieri non ha fatto niente, ha fatto cure, un po’ di problema c’è, bisogna fare cure e sicuramente non svolgerà tutto l’allenamento con noi. Il briefing della situazione la faremo più tardi. Strootman ha fatto vedere di essere sulla strada giusta, mostrando le sue qualità, mi è piaciuto particolarmente quando a risultato già acquisito è andato a fare contrasti mettendo il piede come lui sa fara, facendo il proseguimento della barriera per disturbare gli avversari, lui è talmente sensibile a quella che è la sua professione e ai comportamenti, va a fare quelle che cose che fanno i giocatori di contorno, rischiando di prendere pallonate. E’ una persona straordinaria”

Non ci sarà Nainggolan. Al suo posto meglio uno come Florenzi o due giocatori più offensivi come Perotti e Salah?
“Pensavo ci mettessi dentro anche Vainqueur, che è quel giocatore lì, va bene anche Perotti, ci sono anche altre soluzioni, bisogna vedere chi recupereremo, però sono tutte giuste, bisogna lasciar scorrere anche l’allenamento di oggi per capire qualcosa in più, sicuramente Florenzi è da tenere in considerazione, anche Iago può fare quel ruolo lì. Il centrocampo è il reparto in cui abbiamo numeri e soluzioni diversi, lì non è facile scegliere, i livelli sono abbastanza equilibrati”

Prima volta che affronta Montella da allenatore, anche se lo conosce da 20 anni. In sintesi cosa la colpisce di più di Vincenzo?
“Mi colpisce la qualità del tecnico, l’equilibrio del modo di stare in campo. Tutti hanno apprezzato il suo lavoro nella Roma, in prima squadra ma anche nei bambini, ha fatto tutte le tappe che un allenatore forte per formarsi deve fare. Non gli è stato concesso niente, è salito in prima squadra, c’erano dei dubbi, poteva rimanere alla Roma, è andato a Catania ha fatto vedere il suo valore. Tutti hanno apprezzato il suo lavoro a Firenze, arrivando nelle primissime posizioni, sa fare il suo mestiere, avrà un futuro importante, è un ragazzo intelligente, vuole andare avanti, è sempre pronto a migliorarsi. Sarà un avversario difficilissimo domani, troveremo una Sampdoria difficilissima da affrontare. Avrei quasi preferito ci fosse stato Assogna al posto tuo (si rivolge a Mangiante) quando viene qui è vestito bene, gli avrei chiesto se si veste bene o si veste da fa schifo, se tra le due cose c’è differenza. Sono andato a rivedere l’intervista che feci su Zukanovic, ha una serie di qualità, poi ho detto che non è velocissimo ma sa fare il suo mestiere. Gli è stato chiesto in conferenza di presentazione- “l’allenatore che è venuto ora dice sei lento, ma ti posizioni bene – che rispondi?” Lui è venuto da me a dirmi “mister ha detto che sono lento?”. Non è la stessa cosa dire è vestito elegantissimo e vestirsi da far schifo, riportagli le mie parole.”

Casuale che la miglior partita della Roma sul piano del gioco arrivi senza un vero centravanti?
“Siamo abbastanza fortunati, questi casi ci succedono spesso. Di punte ne avevamo due, e hanno fatto gol tutti e due. Hanno fatto un lavoro particolare, poi non è tanto le punte che fanno gol e il risultato della partita, ma è il lavoro che produce la squadra, è il movimento senza dare riferimenti, è l’interpretazione dando una mano, l’assieme di quello che i giocatori mettono in campo porta poi alla vittoria. Non conta solo chi fa gol, ma anche chi corre per la squadra. Non a casa Perotti e Magnanelli sono stati i giocatori che hanno fatto più strada per le rispettive squadra, non a caso sono stati molto importanti per entrambe le formazioni, per cui devo tenere in considerazione il lavoro di tutti, non solo di chi fa gol, perchè è importante ma va legato al lavoro di corsa, alla continuità nella prestazione”

Keita ha parlato della situazione ambientale intorno alla Roma. Lei è d’accordo con il maliano?
“E’ vero che se vai all’estero e ti fai un giro per gli altri campionati si tende di più a fare viva, viva, viva, meno abbasso abbasso abbasso. Lui sicuramente la subisce meno questa pressione dei risultati, perchè poi noi chiamandoci Roma siamo costretti ad avere la responsabilità di quelli che devono tentare di fare risultato sempre. Abbiamo il privilegio di giocare nella Roma, ma dobbiamo avere anche la responsabilità di giocare nella Roma. Se si aiutano è meglio, ma bisogna smettere che l’ambiente di Roma è difficile, che non si può lavorare. Costruiamo uno stile Roma, noi siamo uno stile. Ai ragazzi ho fatto un esempio giorni fa, con lo Zenit si andava da tutte le parti del mondo a fare la preparazione, perchè in Russia fa freddo. Trovai un ragazzino con le patatine e la coca cola, mi guarda e mi dice Spalletti-Roma, nonostante le scritte sulla felpa dello Zenit. “You are Roma coach, Roma, Spalletti”, questa è la cosa che deve assorbire la nostra attenzione, dall’altra parte del mondo i bambini sanno chi siamo, noi abbiamo un dovere verso questi bambini”

Siete migliorati molto sulle palle perse dalla Juve al Sassuolo, molti meno lanci lunghi, c’è un lavoro diverso?
“I ragazzi lavorano nella maniera corretta, però mi vorrei soffermare su questi dati, che sono importanti, corretti, da prendere in esame. Ancora più importanti sono quelli delle palle recuperate, non della % del possesso palla, perchè magari loro non ti vengono ad attaccare, fai giro palla dietro, gli altri sono comodi e ti aspettano, è un dato che non funziona. Mentre funziona questo, palle perse e riconquistate, bisogna lavorare su questo, siamo aumentati in entrambi i parametri, abbiamo diminuito il numero di palle perse mentre fraseggiamo, perchè i giocatori hanno un pochino di tranquillità in più. C’è stato un palleggiatore in più al posto di un rifinitore, ma tutti hanno partecipato a questo dato qui, è una cosa che fa piacere sottolineare”

Nella scorsa stagione ci sono stati oltre 30 infortuni importanti, una quantità fuori statistica, quest’anno siamo più o meno sulla stessa linea. In queste poche settimane si è fatto un’idea, si tratta solo di sfortuna o c’è un problema?
“E’ semplice la cosa, è sempre stato così’, lei si accorgerà che gli infortuni vanno a colpire la squadra che deve fare risultato e non sta dando quello che potrebbe, si innesca il meccanismo “non fanno risultato perchè ci sono infortunati”, ma gli infortunati arrivano perchè non si fa risultato, perchè a livello di testa si è più deboli. In una situazione come questa è più facile infortunarsi, soprattutto se si cambia allenatore in corsa, il giocatore vuole far vedere le proprie qualità, da il massimo e capita di farsi male. Ma il problema riguarda la mancanza di tranquillità, lo stress psicologico di non riuscire a fare risultato”

Nura è pronto per il salto in Serie A? La situazione di Gerson?
“Nura? L’ho letto da voi che aveva l’abilitazione, poi ho telefonato al dottore e mi ha detto che ancora deve fare la visita, con il dottore siamo in sintonia, il topino è sordo, riporta le cose sbagliate, però sta venendo qui, ha portato la medicina, le supposte per il topino sordo. Nura ha fatto la visita dell’abilitazione, gli è stato concesso di potersi riallenare con noi. Impressionante la velocità che ha, essere qui e vederlo là senza sapere dove è passato, perchè proprio sembra un soffio di vento e quando arriva a destinazione lo guardi in faccia sembra che non abbia corso, ci puoi parlare. Va messo nel contesto di squadra anche se in quel ruolo lì ci sono diversi calciatori, anche dei mostri sacri, si cercherà di fargli trovare un ambiente dove possa crescere e maturare, ha grandissime qualità ma è un ragazzo, senza mettergli pressioni addosso per perfezionarsi. Gerson non è mai stato tesserato, era qui ma non era contento di questa situazione, voleva esercitare giustamente il suo mestiere, ha parlato con la società e ha trovato questa sistemazione, ha grandi qualità, è un trequartista che ha grandi soluzioni nei piedi, vedremo più avanti”

Szczesny ogni volta che parla rafforza il suo legame con l’Arsenal. Tenterà di convincerlo a rimanere a Roma?
“Se uno ha delle ammirazioni e ce le dice sappiamo in realtà quale sia il suo pensiero, sarebbe peggio il contrario. E’ un ragazzo intelligente, ha una grandissima qualità per un portiere, la freddezza. A volte sembra non pronto, quasi rilassato, invece è concentratissimo, ha il carattere giusto per il portiere, mi piace come persona, ha fatto interventi importanti recentemente, è bravo a giocare con i piedi, altra qualità fondamentale, ormai in Italia tutti giocano dal portiere, se non hai il portiere che sa giocare con i piedi questa ipotesi va esclusa, quindi è una cosa importante, se sa giocare con i piedi sei sempre in superiorità numerica, lui è sempre uno scarico per buttare palla in avanti, è un gran portiere, mi sembra abbia detto anche che potrebbe rimanere alla Roma, io leggo tanto, quasi tutto, qualcosa mi sfugge, ma cerco di leggere tutto”

Keita e Maicon possono giocare tre partite ravvicinate? Dzeko si parla sempre di problemi mentali, c’è un problema anche atletico?
“Su Keita e Maicon è un discorso che va tenuto in considerazione, ma non avevano fatto un filotto di partite in precedenza, gli sono servite per rientrare in condizione, per cui si tiene conto di entrambi gli aspetti. Su Dzeko penso che ci sia una cosa sola: lo serviamo male, non gli diamo palle che lui può giocare, lo dobbiamo sostenere di più e servire meglio, non necessiaramente andare sul fondo, perchè i passanti, i cross da dentro il campo si possono fare, lui si predispone per questi passaggi, si può usare anche la palla buttata, invece di tentare il fraseggio, quando hai una belva come lui, si va ad iniziare l’azione dove è lui, non è una cosa casuale, ma una cosa organizzata, faremo anche questa, dobbiamo trovare la strada per farlo sentire dentro il nostro gioco”

Spalletti esce e rientra in conferenza: “Volevo parlare anche di Gyomber, è un esempio per tutti, ha giocato a Reggio Emilia con testa e dito del piede rotto, ha dimostrato un attaccamento incredibile alla maglia. De Rossi si è attaccato la sua foto nell’armadietto”

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