CGR EDITORIAL Roma, tra illusione e incubo: è fuga dalla vittoria

CGR EDITORIAL Roma, tra illusione e incubo: è fuga dalla vittoria

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Totti gol VeronaSe esistessero ancora le vecchie schedine del totocalcio, probabilmente le partite della Roma verrebbero escluse dalla colonna vincente, perché il risultato dei giallorossi comincia a diventare scontato: ennesimo pareggio, questa volta a Verona, ma ancor più inquietante è l’andamento della gara sostanzialmente identico alle ultime dieci-dodici uscite stagionali.

Garcia l’ha definita “pareggite” acuta, ma in genere il medico oltre ad individuare la malattia dovrebbe anche fare una diagnosi approfondita e definire una cura: invece il tecnico francese sembra in totale balia di se stesso, della crisi che attanaglia la Roma da mesi e sta dimostrando di giorno in giorno di non riuscire più a tenere il timone dritto di una nave ,che continua ad imbarcare acqua da tutte le parti.

Il mare in tempesta della contestazione cittadina si innalza sempre di più ma Garcia, convinto forse a questo punto di voler affondare con le sue idee, continua a schierare alcuni calciatori che si aggirano per il campo come fantasmi, altri in totale confusione tecnica, altri ancora in evidente ritardo di condizione.

La prima mezz’ora però al Bentegodi illude tutti che forse la vera Roma stia pian piano tornando: intensità, aggressività, baricentro alto, squadra riversata nella metà campo avversaria e pressione su tutti i portatori di palla del Verona, che impaurito e sulla soglia della retrocessione, si difende con nove uomini quasi schierati su un’unica linea.

I giallorossi non demordono e dopo aver occupato militarmente l’area avversaria, costruiscono due-tre buone occasioni prima di sbloccare il risultato con la giocata del singolo: Francesco Totti da cecchino infallibile scaglia dai 25 metri un pallone preciso che si infila all’angolino.

1-0 e Roma in totale controllo del match. Trattasi però di pura illusione perché nel giro di cinque minuti, tanto la sfortuna quanto gli errori dei singoli, permettono al Verona di trovare il pareggio.

Florenzi, martoriato da due interventi killer di Hallfreddson si infortunia alla caviglia, ma per qualche minuto resta in campo, giusto il tempo di andare a marcare Jankovic in area che sul traversone di un compagno da calcio d’angolo, stacca di testa e trova la doppia deviazione decisiva di Astori e Keita che spiazza De Sanctis.

Totti Verona1-1 ma la sfortuna non finisce qui, perché mentre Torosidis sostituisce Florenzi (e ci si chiede perché Garcia e lo staff medico non abbiano avuto, per l’ennesima volta in stagione, la prontezza di decidere subito il cambio) Ljajic al 45’ , prima di sparire definitivamente dalla contesa, colpisce la traversa dai 30 metri con una punizione praticamente perfetta, che Benussi, portiere dell’Hellas, spinge con gli occhi sul montante.

Il passaggio dall’illusione all’incubo è veloce quanto l’intervallo: nella ripresa infatti scende in campo la peggior Roma dell’era Garcia, che totalizza il record di possesso palla di tutta la seria A – oltre il 70% – e che incredibilmente non solo non riesce a tirare più nello specchio della porta avversaria, ma subisce anche una clamorosa occasione da gol, su cui Torosidis si immola fisicamente, salvando in scivolata la porta di De Sanctis.

Da lì in poi è un monologo stucchevole e noioso dei giallorossi che trasformano a tratti il gioco del calcio, fatto di verticalizzazioni e sovrapposizioni, in azioni rugbistiche, nelle quali i calciatori della Roma, per evitare di impattare contro il muro eretto dagli avversari, giocano costantemente il pallone indietro per paura di sbagliare.

Garcia ci mette del suo: legge male e in ritardo l’andamento della partita, sostituendo Totti al 65’ (che non gradisce più di tanto la 14° sostituzione stagionale) con un Doumbia che più gioca e più rischia di bruciarsi, visto lo stato fisico pietoso;  tiene in campo per quasi 90 minuti un Pjanic involuto e irriconoscibile, e un Gervinho rimasto con la testa e i sentimenti ad Abidjan e alla festa per la vittoria della Coppa d’Africa.

Finisce 1-1 senza ulteriori sussulti: l’ottavo pareggio nelle ultime 12 gare di campionato consegna di fatto lo Scudetto alla Juventus, consolida una crisi di gioco e di risultati che appare sempre più irreversibile e potenzialmente avvicina il Napoli, che vincendo contro il Sassuolo si ritroverebbe a meno 3 dai giallorossi.

Ma al peggio non c’è mai fine come dice un vecchio adagio: giovedì il ritorno di Europa League nella (in)civile Rotterdam e lunedì lo scontro diretto con i bianconeri, match che probabilmente consegnerà di fatto  il titolo  alla Juventus con 13 partite d’anticipo.

L’ennesima settimana della verità, che potrebbe far risorgere la Roma o farla scendere definitivamente all’inferno, con un progetto tecnico che sembra già al capolinea dopo appena un anno e mezzo.

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