Roma, un mercato invernale che sa di ennesima occasione persa: bluff, trattative...

Roma, un mercato invernale che sa di ennesima occasione persa: bluff, trattative svanite, giovani apprendisti, materassi e l’inquietudine di Spalletti

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FOCUS CGR – Comprendere fino in fondo quale siano state realmente le strategie del mercato invernale della Roma è decisamente complicato e reso quasi impossibile non solo dalla schizofrenica fuoriuscita di nomi, suggestioni, indiscrezioni – spesso confermate seppur indirettamente da Trigoria – ma anche dalle mutevoli dichiarazioni espresse da Luciano Spalletti in confereza stampa da fine dicembre a ieri.

IL RATTO DI RINCON E IL NUMERO ITURBE- La cronistoria del labirinto del mercato della Roma parte dallo scorso 21 dicembre quando Luciano Spalletti in conferenza stampa, alla vigilia di Roma-Chievo e delle successive feste Natalizie, annunciò: “In base all’inventario che abbiamo fatto, un centrocampista con determinate caratteristiche lo cerchiamo perchè ci potrebbe servire”. Pochi giorni dopo il tam tam mediatico e le indiscrezioni giornalistiche portano al nome di Thomas Rincon, mediano del Genoa, sul quale lo stesso Juric è lapidario: “quando un calciatore riceve offerte importanti e ambisce a giocare in grandi squadre, è impossibile trattenerlo”. L’accordo col club di Preziosi sembra cosa fatta, ma la Juve si inserisce e strappa il calciatore ai giallorossi. Nel frattempo la Roma lascia andare Manuel Iturbe, uno dei fallimenti più grandi dell’era americana, che a poche ore dall’inizio ufficiale del mese di compravendite si accasa a Torino sponda granata.

PORTA PORTESE E LA PUBBLICA CONFERMA DI FEGHOULI – Al ritorno dalle ferie, Spalletti – dinanzi al mare magnum di voci e di interpretazioni di vario genere sulle strategie giallorosse – oltre a confermare l’interesse (che sa di rimpianto) per Rinconci piaceva, lo seguivamo anche noi, ottimo rinforzo per la Juve” alla vigilia della prima gara del 2017 contro il Genoa, cerca di chiarire le idee sulle mosse di mercato della società per evitare che diventi “Porta Portese” e per la prima volta parla di sostituti in attacco: Il mercato poteva anche non esserci, questa è una squadra che ho scelto ed è forte ma se c’è qualcosa che dobbiamo andare a sistemare come Salah che è dovuto partire e Iturbe che è andato a giocare, perché una squadra gli prometteva la continuità, è corretto e dobbiamo sopperire”.  Chiaro il riferimento del mister: con Salah fuori per tutto il mese e con Iturbe ceduto al Toro, davanti la rosa degli attaccanti è corta e si rischia di essere risicati. In quei giorni i nomi più accostati alla Roma sono quelli di Jesè e Feghouli, in relazione al quale Spalletti esce allo scoperto: Stiamo attenti, i nomi che fate sono corretti e sono quelli lì perché li dicono anche a me. E’ giusto quello che è stato detto oggi, l’attenzione su Feghouli c’è, ma ci vorrà del tempo e ne stanno parlando”.

FEBBRAIO DA INCUBO, NO AI GIOVANI APPRENDISTI E GUAI AI SOLDI SOTTO AL MATERASSO – Con il passare dei giorni sembra crescere l’inquietudine del mister toscano, anche alla luce delle difficoltà della società nel chiudere un’operazione in entrata. Alla vigilia di Udinese-Roma, Spalletti torna sul tema mercato esprimendo una certa preoccupazione per le tante partite che la Roma giocherà da febbraio in poi, in funzione di una rosa forte ma che appare ai più estremamente ridotta: “Ci sarà un periodo che sarà veramente duro, ma avendo una squadra tosta non dovremmo avere più problemi del dovuto, ma avremo dei problemi. Nel periodo dei 40 giorni in cui giocheremo 11 partite, se non saremo il numero giusto non ne usciremo vivi”. Intanto l’operazione Feghouli sfuma e Massara sembra dirottare il suo interesse sul giovane Musonda del Chelsea che Spalletti stronca sul nascere: “Non abbiamo bisogno di giovani apprendisti, ma di calciatori pronti. Musonda è un ragazzo eccezionale, me lo ha detto anche Conte, diventerà fortissimo, ma abbiamo bisogno di un calciatore che ci dia subito una mano, preferibilmente che conosca già il nostro campionato. Defrel mi piace”. Improvvisamente l’Odissea del mercato giallorosso sembra virare dal target di un mero centrocampista, a quello di un esterno, per arrivare ad un attaccante che sappia giocare in tutti i ruoli dell’attacco, compreso quello di Edin Dzeko. Ecco l’idea Defrel (in realtà nata già in alcuni incontri di fine dicebre). La Roma incontra il Sassuolo per provare a strappare il si di Squinzi per il francese che spinge per raggiungere la Capitale, ma la dirigenza neroverde resiste.

IL TIRA E MOLLA SU DEFREL, LA SORPRESA GRENIER – Spalletti, reale frontman a 360° della Roma dinanzi alle telecamere, alza ancora di più il livello di preoccupazione: “Leggo di Manolas in procinto di partire, se la società dovesse cederlo per mettere sotto il materasso i soldi sarei pronto a fare casino, ma non sarà così… il greco non si muoverà, ma il tecnico improvvisamente a sette giorni dal termine delle compravendite, cambia nuovamente il taglio delle sue dichiarazioni: “aveva un senso cercare una punta ad inizio mercato, ora Salah sta per rientrare, Florenzi ha quasi ultimo il suo percorso di recupero, potremmo anche restare così”. Il 28 gennaio la Roma chiude una trattativa lampo per Clement Grenier (ottimo profilo, ma lontano dalla miglior condizione da diversi mesi che lo stesso Spalletti definisce “un’operazione alla Fazio” dunque una scommessa, non una certezza) e contestualmente esce la notizia della probabile cessione di Leo Paredes alla Juventus – non smentita da Baldissoni che afferma solo di non aver ricevuto offerte ufficiali per l’argentino – che scatena la reazione furiosa dei tifosi e che Spalletti non nega in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Samp: “ci sono valutazioni da fare e dinamiche di mercato che la società sta valutando, anche per far quadrare i conti, non ho chiesto io la cessione di Paredes, il mercato invernale è di riparazione e noi non dobbiamo riparare nulla”. La Roma perde a Genova con la Samp e il resto è cronaca di queste ore, con la permanenza di Paredes (sul quale pesa il pensiero del tecnico che pare abbia bloccato una sua cessione) e la ridicola vicenda legata alla mancata cessione di Gerson, dopo l’accordo trovato dai dirigenti di Trigoria con quelli del Lille.

Alla luce di quanto descritto, sulla base soprattutto delle esternazioni del tecnico che sembrano rappresentare, volenti o nolenti, lo specchio di un caos generalizzato sul piano delle strategie interne a Trigoria, è difficile capire le reali motivazioni che hanno spinto la società giallorossa a non operare in maniera fattiva sul mercato. Il continuo rimbalzo da un obiettivo ad un altro, da un profilo tecnico ad un altro, denotano certamente un elevato grado di confusione. Massara – certamente più acerbo del suo mentore Walter Sabatini – pur avendo un budget estramente ridotto non ha colto quell’occasione (stile Perotti-El Shaarawy) che avrebbe impreziosito la rosa giallorossa. Non si può negare che come accaduto due anni fa con gli scellerati arrivi di Doumbia, Ibarbo e Spolli quando la Roma era a meno 1 dalla Juventus, la sensazione nitida è che anche in questa stagione si rischi di gettare al vento una straordinaria occasione, considerato l’alto livello di competitività mostrato dalla squadra finora (al netto di qualche rovinosa caduta come quella di ieri a Marassi) alla quale sarebbe probabilmente bastato aggiungere un tassello di alto profilo per provare finalmente a fare il tanto agognato salto di qualità. Con la gara di questa sera contro il Cesena la Roma entra nel periodo più complicato della sua stagione. 40 giorni dai quali si capiranno i suoi reali obiettivi stagionali, sperando che Spalletti riesca a fare di necessità virtù (“il più grande rinforzo è stato mantenere l’attuale rosa intatta”) e che i prossimi ritorni di Florenzi e Salah siano i reali acquisti della Roma a gennaio.

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