Schick e la ‘maledizione del primo anno’: da Voeller a Dzeko, dopo...

Schick e la ‘maledizione del primo anno’: da Voeller a Dzeko, dopo un anno arriva l’esplosione (VIDEO)

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FOCUS CGR “Ho avvertito molto la pressione, ma voglio restare a Roma e dimostrare il mio valore”. Senza mezzi termini, a cuore aperto, Patrik Schick questa mattina ha raccontato il suo stato d’animo, in una stagione iniziata con le fanfare, l’entusiasmo dei 2000 tifosi a Fiumicino in occasione del suo arrivo e che poi è proseguita tra mille ostacoli. Una preparazione saltata la scorsa estate per quel problema al cuore, la querelle di mercato con la Juve poi il duello tra Roma e Inter prima della scelta giallorossa. Tre infortuni muscolari lo hanno indubbiamente frenato, un solo acuto in Coppa Italia contro il Torino, non è bastato per convincere una piazza che si aspettava dal ceco molto di più.

BLUFF O POSSIBILE RINASCITA? – Gli addetti ai lavori, i tifosi e forse anche qualcuno dentro la Roma si chiede dove sia finito il talento cristallino dell’attaccante ceco, che da Praga a Roma, passando per Genova, in tre anni ha fatto un triplo salto mortale, faticoso da gestire soprattutto a livello emotivo. Dopo i diversi problemi iniziali, in realtà Schick da metà novembre ha avuto solo un leggero affaticamento muscolare che lo ha tenuto fuori per un paio di gare. 14 presenze totali, 636 minuti disputati e una sola rete. Un bottino magro, estremamente ridotto rispetto a quanto prodotto lo scorso anno a Genova, sponda Samp. Stridono con le qualità del ragazzo i numeri in Champions: zero presenze, zero minuti disputati e 4 su 8 vissute in tribuna.

“Non mi arrendo, voglio dimostrare il mio valore a Roma, non ho nessuna intenzione di andare via”. Questa mattina il messaggio di Schick è arrivato forte e chiaro nella capitale. La speranza del ceco può risiedere in altre storie simili alla sua. A cominciare da Rudi Voeller che acquistato dal Presidente Dino Viola per 5,5 miliardi dal Werder Brema, nella sua prima stagione in giallorosso dopo i 107 gol in 160 gare in Bundesliga, faticò parecchio ad inserirsi nella Capitale, anche a causa di un infortunio al ginocchio: soli 5 gol in 28 presenze tra campionato e coppe, poi l’esplosione nel triennio successivo: 15, 16 e 25 gol (suo record stagionale nel 90-91).

Un caso simile a quello vissuto da Mirko Vucinic: dopo la straordinaria stagione nel Lecce di Zeman chiusa con 19 reti in Serie A, la Roma investì quasi venti milioni sul cartellino del montenegrino, voluto fortemente da Spalletti per comporre insieme a Totti e Mancini un tridente di altissimo livello. L’ex attaccante giallorosso, a dispetto della maglia numero 9 che iniziò ad indossare successivamente ai suoi esordi con la Roma, fallì miseramente nella sua prima annata all’Olimpico: 3 soli gol in 33 presenze, ma anche qui un problema al menisco fu un ostacolo più difficile del previsto da superare. Poi l’anno dopo Vucinic si prese la sua personale rivincita. Grandi prestazioni, gol straordinariamente importanti in campionato e in Champions League, per uno score totale di 61 reti in 175 presenze.

Ultimo in ordine di tempo, ma facilmente assimilabile all’excursus di Schick nella Roma, è Edin Dzeko. Il bosniaco, forte di un’esperienza decisamente più importante tra Wolfsburg e City, sceglie la Roma per rilanciarsi dopo un anno e mezzo difficile in Premier League. L’esordio fu folgorante: gol all’Olimpico nella vittoria per 2-0 contro la Juventus, poi un calo quasi inspiegabile. Prestazioni altalenanti, la crisi della gestione Garcia, l’arrivo di Spalletti che spesso gli preferì Perotti come falso nueve e la sensazione di una possibile cessione a fine stagione. Il bosniaco però decise di restare e si riprese la Roma a suon di gol. Dopo le 10 reti del primo anno, Dzeko segna 39 gol stagionali, vince sia la classifica cannonieri della Serie A sia quella dell’Europa League e il resto è storia dei nostri giorni.

In sintesi: la speranza è che la ‘maledizione del primo anno’ che ha colpito calciatori importanti, svanisca e che Schick dopo un anno d’ambientamento, si prenda la Roma a suon di giocate e gol, come questi…

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