Soldi pubblici per superare il “nodo” dello stadio della Roma

Soldi pubblici per superare il “nodo” dello stadio della Roma

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IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) – Esattamente un mese e mezzo: trascorso, a quanto pare, inutilmente. Lo scorso 23 luglio, 45 giorni fa, il sindaco di Roma, Virginia Raggi va a RadioRadio e, sullo Stadio della Roma, dopo le indiscrezioni dei giorni precedenti su un’analisi dei flussi di traffico da affidare al Politecnico di Torino, prende tempo e parla della ricerca di un «soggetto terzo». Esattamente le stesse identiche frasi, quasi in copia carbone, pronunciate ieri, sempre a RadioRadio: «Noi stiamo chiedendo di fare degli approfondimenti a dei soggetti tecnici per mettere una sorta di pietra tombale su questa questione dei flussi di traffico». Cosa si sia fatto in questi ultimi 45 giorni è tutto da scoprire: la situazione è esattamente la stessa del giorno dopo gli arresti per l’inchiesta Rinascimento. Però, rispetto al 23 luglio scorso, un dettaglio nuovo, per di più sbagliato, la Raggi lo dice: questi approfondimenti li pagherà il Comune, non l’As Roma né Eurnova.

Peccato che non si possa fare, visto che non si possono usare fondi pubblici per analizzare un progetto privato per giunta modificato proprio su richiesta del pubblico. Insomma, se il gerundio è la cifra grammaticale di questa Amministrazione, sullo Stadio si certifica ancora una volta la confusione più totale dei 5Stelle. Dal punto di vista giudiziario, niente rito immediato. Gli inquirenti che lavorano sull’inchiesta Rinascimento, sarebbero intenzionati a procedere con rito ordinario, quindi con una futura chiusura dell’indagine che vede coinvolti il manager Luca Parnasi, l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone e altre 25 persone. Una volta terminate le indagini, i pm depositeranno tutti gli atti mettendoli a disposizione delle difese.

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